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a cura di Dario D'Elia

La presentazione durante l’E3 di Los Angeles della nuova Playstation 3 ha lasciato tutti gli addetti ai lavori senza parole. Mai si erano viste così tante funzioni integrate in un giocattolo, come molti per anni hanno voluto definire le console. PSX3 e Xbox2 si preparano a dividere il mondo, a creare sette rancorose, come già avviene fra chi parteggia per Windows e chi sostiene Linux.

Non si tratta solo di un confronto marketing, ma anche una lotta serrata sotto il profilo delle performance. Una battaglia a tutto campo, insomma. In questo caso però la competizione ha stimolato la ricerca e lo sviluppo di nuove soluzioni, che quasi si prendono gioco – permettetemi – del più serioso settore PC. Perdiamo la vista nel cercare di confrontare il numero di FPS elaborati da una scheda grafica invece che un’altra, ed ecco che due console proiettano l’intrattenimento videoludico sui personal computer all’età della pietra. Gli appassionati obietteranno che alcune tipologie di giochi, come gli strategici o i veri simulatori, sono rimasti fuori dal mercato. Ma è ovvio che è stato così fino ad ora. Da domani qualcosa cambierà sicuramente.

Il rapporto con le console è destinato a cambiare, evolversi. Non potranno essere più considerate solo ed esclusivamente giochini per bambini. E’ una rivoluzione. Chi non se ne renderà conto al più presto subirà ancor di più il digital divide generazionale. I videogiochi producono fatturato, e molto di più di quanto possa fare l’intera Hollywood. L’aspetto più divertente è che almeno in Italia è un comparto sottovalutato. I media fanno audience solo parlandone male: sembra che lo splatter sia l’unico argomento, e come contraddirli. Ogni servizio giornalistico di nera è sempre condito con dovizia di particolari: la macchia lì, il fracassamento di qui, le pallottole sul muro… le mura sberciate. Lo stile non può che rimanere tale.

Sempre a condannare la violenza nei videogiochi: basta! Nella maggior parte dei casi si dovrebbe parlare di sublimazione della violenza. Si gioca a GTA Vice City per scaricarsi, per allentare la tensione, per mille motivi che hanno a che fare con i giochi di guerra che si facevano quando si era piccini, e che si fanno nei consigli di amministrazione o negli uffici con open space.

Citando – e scusate se scomodo la letteratura – Carlo Cassola "…sublimare significa infatti sotto la soglia, cioè sotto la soglia della coscienza pratica. Così appunto stanno le cose: l'emozione poetica non appartiene alla sfera della coscienza pratica, ma alla coscienza che sta sotto, alla coscienza sublimare. Il sublime è l'oggetto spogliato di ogni suo attributo ideologico, etico, psicologico. Coincide cioè col nudo fatto dell'esistere; o meglio col suo attributo reale che essa comporti…".

Allora liberiamoci un po’ di tutte le sovrastrutture e concediamoci del sano gioco.