Intel accusata di pratiche anticompetitive in India

Grana per Intel in India: l'azienda è accusata di abuso di posizione dominante in merito al tema dei distributori autorizzati e la garanzia.

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a cura di Manolo De Agostini

La Competition Commission of India (CCI) ha ordinato al Direttore Generale di indagare su Intel e la sua consociata indiana Intel Technology India Private Limited in seguito ad accuse di abuso di posizione dominante giunte da Matrix Info Systems, una società con sede a Delhi impegnata nel settore dell'importazione, distribuzione e fornitura di una vasta gamma di prodotti IT.

Intel ha subito replicato che “rispetta la competizione leale ed è impegnata nel supportare tutti i propri partner nel mondo in modo che possano avere successo. Le nostre pratiche di business sono lecite e favoriscono la concorrenza e stiamo collaborando pienamente con la commissione”.

Facciamo un passo indietro. Qual è il nocciolo del problema? Secondo l’accusa, Intel avrebbe stipulato un accordo esclusivo con alcuni venditori / distributori, facendoli diventare distributori autorizzati.

In questo modo tali aziende possono vendere i processori Intel direttamente ai consumatori indiani offrendo una garanzia specifica per il paese anziché una garanzia mondiale. Sul finire del mese di aprile 2016 Intel, secondo l’accusa, ha emendato la garanzia rendendola specifica per l’India, laddove invece in altre nazioni vige quella mondiale.

A seguito di questo cambiamento, Intel non riconosce le richieste di garanzia sui suoi microprocessori boxati acquistati in altre parti del mondo, anche se questi acquisti sono fatti dai distributori autorizzati da Intel in altri paesi.

Secondo Matrix Info Systems questo cambio di politica nella garanzia limita la scelta dei consumatori e influisce sull’attività di rivenditori indipendenti e importatori paralleli - il caso di Matrix Info Systems.

In sintesi se una CPU viene importata da un rivenditore autorizzato Intel fuori dall’India, non è possibile ricevere il servizio di garanzia da un’azienda autorizzata indiana, ma la richiesta di far valere la garanzia deve essere avanzata all’azienda - fuori dai confini indiani - da cui si è ottenuta la CPU. Un meccanismo quindi non immediato, complesso e non certo a vantaggio dei consumatori finali.

Matrix Info Systems ritiene che questa situazione garantisca un vantaggio sleale ai distributori autorizzati di Intel rispetto agli altri operatori di mercato, in quanto incoraggia gli utenti/aziende a rivolgersi ai distributori autorizzati, in modo da essere prontamente coperti qualora emergano problemi con le CPU.

Secondo la Competition Commission of India (CCI), “Intel ha affermato che in India c’è un mercato largamente disorganizzato e gli importatori paralleli spesso dichiarano il prezzo di un bene in fattura come inferiore al prezzo effettivamente pagato (una pratica chiamata “Under-Invoicing” al fine di pagare meno tasse, ndr) o importano vecchie soluzioni di recupero mascherate come nuovi prodotti (processori contraffatti, ndr). Questo, secondo Intel, non solo le crea un onere in quanto ha un numero limitato di centri di assistenza in India, ma influenza negativamente anche l'interesse dei consumatori".

Il tema dei processori contraffatti non sembra essere l’unico problema per i consumatori. La CCI fa sapere che Matrix Info Systems le ha fornito anche un confronto dei prezzi per le CPU Intel vendute tramite i distributori autorizzati in India, Giappone, Stati Uniti e Germania (in tabella, ndr).

Paese Prezzi (INR, rupia)
India 29.610
Giappone 18.334
U.S. 11.307
Germania 11.757

Si può vedere che una CPU acquistata tramite un distributore autorizzato Intel in India costa 2,6 volte di più dello stesso processore comprato attraverso un rivenditore autorizzato negli Stati Uniti. Anche se Intel non fissa questi prezzi (offre un listino consigliato, il cosiddetto MSRP, ovvero manufacturer suggested retail price), decide con chi collaborare per il programma distribuzione autorizzata. Secondo Matrix Info Systems, i partner traggono un ingiusto vantaggio dal servizio di garanzia facilitato e questo consente loro anche di operare un evidente ricarico sui listini.

La CCI ha respinto la tesi di Intel secondo cui la sua politica di garanzia specifica per l'India è legata ai processori contraffatti. "Tali problemi di merce contraffatta / vendita di vecchi prodotti mascherati da nuovi possono sussistere in varie parti del mondo e non solo in India. Inoltre, solo perché Intel potrebbe aver ricevuto alcune richieste in India per la sostituzione di alcuni vecchi processori boxati che potrebbero essere stati venduti come nuovi, Intel non può, in un mercato grande come l'India, sottoporre ogni consumatore e / o importatore / rivenditore parallelo a subire l'inconveniente di richiedere il servizio di garanzia al di fuori dell'India, anche se il prodotto viene acquistato da un distributore autorizzato Intel, ma al di fuori dell'India. Inoltre, nel mondo digitale oggi, la tecnologia può consentire una rapida verifica da parte di Intel di tali prodotti contraffatti, vecchi o usati".

Le decisioni della CCI sono prima facie, ovvero sono "sufficienti per stabilire un fatto o sollevare una presunzione a meno che non vengano smentite o confutate". Siamo quindi davanti a una sorta di parere preliminare - seppur non favorevole a Intel - e l'indagine del Direttore Generale potrebbe portare novità in merito.