Intel può ancora vendere chip alla Cina, AMD no (e perde 500 milioni di dollari)

Grazie a un escamotage giuridico Intel potrà continuare a esportare i suoi processori in Cina a differenza di AMD che rischia di perdere 500 milioni.

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a cura di Marco Silvestri

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Intel è riuscita ad evitare le limitazioni imposte delle nuove regolamentazioni statunitensi rispetto all'esportazione di chip sul mercato cinese, cosa che non è accaduta per AMD. Questa situazione ha creato un certo malcontento, soprattutto perché Intel continua a vendere i suoi processori a compagnie cinesi come Huawei, che invece sono irraggiungibili per AMD a causa delle sanzioni.

La notizia, riportata da Reuters, svela che Intel non ha incontrato impedimenti nel continuare le sue vendite a Huawei nonostante i tentativi degli organi di controllo atti a imporre divieti simili a quelli subiti da AMD. Questa disparità deriva da una "licenza esclusiva" concessa a Intel durante l'amministrazione Trump, che permette a Intel di procedere con le vendite senza intoppi. Come prevedibile, AMD ha chiesto al governo di imporre regole uguali per tutti, sostenendo che questa situazione favorisce ingiustamente Intel.

La presenza dei chip AMD nei notebook di Huawei è scesa da 47,1% al 9,3% mentre Intel ha raggiunto una quota del 90,7%.

Contrariamente a Intel, AMD si trova infatti in una posizione difficile, non potendo vendere i suoi processori a importanti aziende tecnologiche cinesi ed essendo quindi costretta a rinunciare a un'ampia fetta di utili lasciando campo libero a Intel. Dopo aver chiesto una licenza simile a quella di Intel nel 2021, AMD è ancora in attesa di una risposta. Questo ha comportato significative perdite finanziarie per l'azienda che stima di aver perso 512 milioni di dollari a causa di questa situazione.

La presenza dei chip di AMD nei notebook di Huawei è precipitata dal 47,1% nel 2020 al 9,3% nel primo trimestre del 2023. Nel frattempo, Intel ha approfittato della situazione, incrementando la propria quota fino a raggiungere il 90,7%. Questo dimostra l'ampio impatto delle restrizioni su AMD. La disuguaglianza tra le opportunità offerte a Intel rispetto ad AMD potrebbe dipendere dalla maggiore conformità di Intel alle richieste del governo statunitense.

Quest'ultima, a differenza della rivale diretta, è stata coinvolta in modo diretto nella creazione di nuove strutture per semiconduttori negli Stati Uniti e ha beneficiato in modo significativo del CHIPS Act da 52 miliardi di dollari. In conclusione, mentre Intel sembra non dover affrontare il rinnovo della sua licenza, AMD si trova a dover affrontare perdite finanziarie che potrebbero avere effetti a lungo termine sull'azienda. La situazione attuale mette in luce la complessità del mercato dei semiconduttori e sottolinea il peso delle sfide imposte dalla situazione geopolitica globale.