La carenza di chip alimenta il business dei dispositivi contraffatti

Il mercato dei chip contraffatti potrebbe prendere sempre più piede fino a quando non terminerà la carenza di semiconduttori.

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a cura di Gabriele Scordamaglia

Come se non se ne parlasse già abbastanza
, ritorniamo sul discorso della carenza di chip (che ci porteremo dietro ancora per un bel po') e di tutti i possibili effetti negativi che questa situazione sta avendo sia sui portafogli delle persone che non riescono ad acquistare una scheda grafica a prezzi umani, sia sul mercato stesso che si ritrova sempre più invaso da chip e dispositivi contraffatti.

Se una grande azienda come MSI ha deciso di agire onestamente, provando a metterci una pezza rimettendo sul mercato la GT 730, una scheda grafica del 2014 le cui prestazioni, se comparate con quelle di una scheda video di ultima generazione, sono assolutamente incommentabili, i produttori che non dispongono della potenza di fuoco di MSI hanno deciso di giocare sporco e lanciarsi sul mercato della contraffazione.

Ovviamente quella dei prodotti contraffatti è l'ultima delle novità, come si evince anche dalle parole di Steve Calabria, fondatore dell'Independent Distributors of Electronics Association, secondo cui la carenza globale di chip abbia sostanzialmente spalancato le porte ai criminali che fanno leva su questo problema per aumentare i propri introiti illeciti, sottolineando come alcune aziende venute fuori letteralmente dal nulla abbiano una vasta disponibilità di componenti attualmente difficili da trovare sul mercato.

Ovviamente la maggior parte delle aziende sono attrezzate per riconoscere i chip contraffatti. Il problema sorge però in casi di emergenza come quello attuale, nel quale le aziende hanno bisogno di ordinare una grande quantità di componenti per mantenere la linea di produzione attiva: secondo Diganta Das, ricercatore nell'ambito di dispositivi elettronici contraffatti, le procedure di verifica vengono meno nei momenti di urgenza, lasciando sempre più spazio a chip non originali.

Sebbene il rischio di ritrovarsi inondati da chip contraffatti potrebbe non riguardare le grandi aziende, che effettuano gli ordini direttamente dalle fonderie, le aziende più piccole potrebbero rischiare di incappare in rivenditori non proprio autorizzati: per evitare danni di qualsiasi tipo, AERI, distributore di componenti elettronici dal 1994, offre una guida molto intuitiva per il riconoscimento di componenti contraffatti.

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