Il CEO di Microsoft Satya Nadella ha recentemente sollevato un polverone nel mondo videoludico con dichiarazioni che suonano come una giustificazione esplicita delle drastiche misure adottate dalla divisione gaming dell'azienda. Durante un'intervista al Github Conference di martedì, il dirigente ha collegato direttamente l'innovazione nel settore dei videogiochi alla necessità di mantenere margini di profitto elevati, un'affermazione che arriva proprio mentre l'industria è ancora sotto shock per le migliaia di licenziamenti e le chiusure di studi di sviluppo decise dal colosso di Redmond.
Le parole di Nadella non sono arrivate in un momento casuale. Appena pochi giorni prima dell'intervento pubblico, Bloomberg aveva pubblicato un'inchiesta che rivelava come Microsoft stesse imponendo alla sua divisione gaming obiettivi di redditività considerati irrealistici da molti osservatori del settore. Secondo il rapporto, questa pressione economica sarebbe la causa principale delle decisioni drastiche prese negli ultimi mesi: dalla cancellazione di progetti videoludici promettenti alla chiusura di interi team di sviluppo, fino ai tagli al personale che hanno coinvolto migliaia di dipendenti.
Durante la sua apparizione allo show tecnologico TBPN, Nadella ha esposto la sua visione economica dell'industria videoludica senza mezzi termini. "Se noi come industria non continuiamo a innovare nel modo in cui produciamo, in ciò che produciamo, nel modo in cui pensiamo alla distribuzione e al modello economico, il modo migliore per innovare è avere buoni margini, perché è così che si possono finanziare le cose", ha dichiarato il CEO. Una filosofia aziendale che mette la redditività come prerequisito dell'innovazione, ribaltando l'approccio tradizionale secondo cui l'innovazione dovrebbe portare alla crescita economica.
La posizione espressa da Nadella rappresenta un approccio piuttosto distante dalla cultura che tradizionalmente ha caratterizzato l'industria dei videogiochi, dove molti studi hanno storicamente reinvestito i profitti nello sviluppo di progetti creativi e nell'espansione dei team. Il modello proposto dal CEO di Microsoft sembra invece privilegiare la sostenibilità finanziaria immediata rispetto agli investimenti a lungo termine nella creatività e nello sviluppo di nuove proprietà intellettuali.
Questa strategia si inserisce in un contesto più ampio che ha visto Microsoft acquisire negli ultimi anni alcuni dei più importanti publisher e sviluppatori del settore, inclusa la colossale acquisizione di Activision Blizzard. Tuttavia, invece della crescita prevista, la divisione gaming ha subito una ristrutturazione che ha lasciato cicatrici profonde nell'industria. Le conseguenze umane e creative di questa ricerca spasmodica di margini di profitto ottimali hanno sollevato interrogativi sul futuro della creatività videoludica sotto l'egida delle grandi corporation tecnologiche.
L'approccio di Nadella evidenzia un conflitto fondamentale nell'industria videoludica contemporanea: quello tra le aspettative degli azionisti e delle dirigenze aziendali, abituate ai ritmi e ai rendimenti del settore tecnologico tradizionale, e la natura più imprevedibile e creativa dello sviluppo videoludico. I giochi di successo richiedono spesso anni di sviluppo, investimenti sostanziali e una dose di rischio che mal si concilia con la richiesta di rendimenti finanziari rapidi e garantiti.
Le dichiarazioni del CEO arrivano mentre numerosi veterani dell'industria e dipendenti licenziati hanno espresso frustrazione per quella che considerano una gestione miope della divisione gaming di Microsoft. Molti hanno sottolineato come gli studi chiusi stavano lavorando a progetti innovativi che avrebbero potuto arricchire il catalogo Xbox Game Pass e rafforzare l'ecosistema Microsoft nel lungo periodo, sacrificati sull'altare dei risultati trimestrali e delle proiezioni finanziarie a breve termine.