La decisione di Microsoft di rilasciare sotto licenza open source il codice sorgente del suo 6502 BASIC rappresenta molto più di un semplice gesto nostalgico verso gli albori dell'informatica domestica. Questo software, sviluppato nel 1976, costituì infatti uno dei primi mattoni su cui l'azienda di Redmond costruì il proprio impero tecnologico, influenzando profondamente lo sviluppo dei linguaggi di programmazione e dei modelli di business del settore. Per decenni, copie non ufficiali di questo codice hanno circolato nella comunità degli appassionati, ma ora Microsoft ha deciso di formalizzare la sua disponibilità pubblica con una licenza moderna e chiara.
Le origini di un'epoca tecnologica
Il processore MOS 6502 dominava il panorama tecnologico della metà degli anni Settanta, alimentando macchine destinate a diventare leggendarie come l'Apple II, l'Atari 2600, il Nintendo Entertainment System e l'intera serie di computer Commodore a 8 bit. Bill Gates e Ric Weiland, uno dei primi dipendenti Microsoft, adattarono il loro BASIC proprio per questo chip, creando una versione che avrebbe standardizzato l'implementazione dei linguaggi di programmazione su diverse piattaforme. La lungimiranza di questa scelta si rivelò fondamentale per il futuro dell'azienda.
Nel 1977, Commodore acquistò la licenza per una cifra forfettaria di 25.000 dollari, una somma che oggi potrebbe sembrare modesta ma che all'epoca rappresentava un investimento significativo. Questa transazione collocò il BASIC di Microsoft al centro dei computer PET di Commodore e, successivamente, dei celebri VIC-20 e Commodore 64, macchine che introdussero milioni di persone alla programmazione domestica.
L'eredità educativa del codice
Generazioni di programmatori in erba hanno mosso i primi passi digitando le famose righe "10 PRINT 'HELLO'" e "20 GOTO 10" su tastiere Commodore, creando i loro primi cicli infiniti di saluti sullo schermo. Questa semplicità d'uso non era casuale: il 6502 BASIC fu progettato per democratizzare l'accesso alla programmazione, rendendo comprensibili concetti complessi attraverso una sintassi intuitiva. Il linguaggio divenne così il ponte tra l'utente comune e il mondo del codice, aprendo possibilità creative impensabili fino a quel momento.
Microsoft sottolinea nel proprio annuncio come questo rilascio si inserisca in una strategia più ampia di preservazione del patrimonio informatico, seguendo la precedente pubblicazione del GW-BASIC, discendente diretto della stessa linea evolutiva e incluso nella ROM dei primi IBM PC. La decisione riflette una crescente consapevolezza dell'importanza storica di questi primi software.
Una passione che non si spegne
Nonostante siano trascorsi quasi cinquant'anni dalla sua creazione, l'interesse per il processore MOS 6502 e il relativo BASIC rimane vivissimo nella comunità tech. Gli appassionati di retrocomputing hanno sviluppato ricostruzioni basate su FPGA e progetti di emulazione sempre più sofisticati, mentre archivi museali conservano gelosamente questo codice storico. I preservazionisti digitali sono riusciti nel tempo a ricostruire ambienti di sviluppo funzionanti, verificando che il codice sorgente originale possa ancora generare ROM identiche byte per byte agli originali.
La disponibilità completa del codice sorgente assembly su GitHub apre nuove prospettive per ricercatori, sviluppatori e curiosi che desiderano comprendere le fondamenta tecniche su cui si è costruita l'era dell'informatica personale. Tom Warren, veterano giornalista tecnologico con oltre vent'anni di esperienza nella copertura del mondo Microsoft, evidenzia come questa mossa rappresenti un riconoscimento del valore culturale e tecnico di software che ha contribuito a plasmare l'industria moderna.
Il rilascio open source del 6502 BASIC non è semplicemente un atto di nostalgia, ma un investimento nel futuro della preservazione digitale. Permettendo l'accesso libero a questo codice storico, Microsoft contribuisce a mantenere viva la memoria delle origini dell'informatica, offrendo alle nuove generazioni la possibilità di studiare e comprendere le radici tecnologiche del mondo digitale contemporaneo.