Proteggetevi
I musicofili più esperti di certo conoscono il nome di Pete Townsend, il chitarrista degli Who, che oggi è praticamente sordo per sua stessa ammissione, e promotore di una campagna personale per sensibilizzare le persone e trasmettere buone abitudini d'ascolto. Non dà però la colpa a decenni di concerti rock, ma alle cuffie: "il mio particolare problema non è stato causato dai concerti, ma dalle cuffie che usavo in studio", ha detto nel 2005.
È un'affermazione del tutto sensata. Se si escludono i folli che si piazzano davanti ad altoparlanti alti tre metri e ci restano per tutto il tempo del concerto, e non si perdono una rappresentazione, senza mai smettere di agitare la testa a tempo, nessuno, nemmeno gli stessi musicisti, sono poi così vicini alla fonte sonora.
Con le cuffie, invece, l'orecchio si trova sotto un assalto frontale, portato a suon di "fuoco a volontà" con pallottole sparate a bruciapelo. Le cuffie, inoltre, mandano all'orecchio anche le frequenze molto alte, che di solito sono filtrate dall'aria, quindi il segnale, in qualche modo, è attenuato. L'introduzione degli auricolari, e più recentemente degli intrauricolari, non ha che peggiorato la situazione: questi dispositivi permettono di sentire il suono in maniera chiara e pulita, ma è fin troppo facile abusarne.
Con la diffusione dei lettori portatili, infatti, il pericolo di danneggiarsi l'udito è diventato tascabile, in particolare per gli adolescenti che non sono certo famosi per la loro prudenza. Le cellule sensoriali delle orecchie, dopotutto, possono sopportare solo un certo livello di stress, per quanto alto, prima di cominciare a cedere e morire.
I più giovani, come le generazioni che li hanno preceduti, lo vedono e lo percepiscono come una cosa "da vecchi", priva d'importanza. Questo fino a quando saranno vicini ai quaranta, usciranno a cena con gli amici e si perderanno metà delle conversazioni a tavola.
Senza arrivare alla sordità totale, un caso più unico che raro, i problemi si manifestano in forme meno sconvolgenti, ma comunque preoccupanti, come per esempio un padre di famiglia che cerca di ascoltare la moglie dall'altra parte del tavolo, mentre i ragazzi fanno il solito casino e si trova a leggere le labbra.
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Il volume massimo di un iPod è circa 105 dB, ma è un limite che molti aggirano modificando il software. Noi, dopo le cose che abbiamo scoperto, crediamo che sarebbe meglio ridurre questo limite piuttosto che aumentarlo. La seconda opzione, tra l'altro, è più facile, perché si può fare tramite iTunes - ed è anche possibile impostare una password da inserire se si vogliono ripristinare i volumi massimi. Un iPod così "attenuato" non avrà più il volume massimo indicato, anche se si alza a più non posso, e sarà presente un piccolo lucchetto sul display a indicare che la limitazione è attiva.
C'è uno studio indipendente del 1996 nel quale emerge che il 15% di chi usa un lettore portatile va oltre gli 85 dB, e che la situazione si verifica quando il rumore ambientale è molto alto, 72 dB o superiore. I rischi per l'udito, quindi, sono maggiori quando si usa il lettore portatile in ambienti rumorosi.
La morale della favola? Abbassate il volume. Molte persone non sono in grado di riconoscere la differenza, in cuffia, tra 70-75 e 85 dB. Alzate il volume con dolcezza e fermatevi quando arrivate a un livello "confortevole", non "intenso". Ricordate sempre che il tempo d'esposizione a volumi alti è un parametro importante, e più a lungo si ascoltano volumi eccessivi, più sensibilità si perde, e più si alza il volume per compensare il danno. Solo che così ci si danneggia ancora di più. I danni reali, di solito, emergono dopo anni, magari decenni, quando potrebbe essere troppo tardi.
Un punto per la mamma.