Obsolescenza programmata, indagano i giudici francesi

Obsolescenza programmata. Per la prima volta in Francia una Procura della Repubblica avvia un'inchiesta per accertare se siano state messe in atto tecniche per ridurre deliberatamente la durata di funzionamento di un prodotto, al fine di aumentarne il tasso di sostituzione. Sotto accusa stampanti e cartucce. Un litro di inchiostro costa 2062 euro, il doppio del profumo Chanel numero 5.

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a cura di Pino Bruno

In Francia c'è una legge - in vigore dal 1 luglio 2016 - che punisce il reato di obsolescenza programmata, cioè le tecniche messe in atto dalle aziende per "ridurre deliberatamente la durata di funzionamento di un prodotto al fine di aumentarne il tasso di sostituzione".

Tale reato prevede, in caso di condanna, pene fino a due anni di reclusione e un'ammenda di 300mila euro, che può aumentare fino al 5 percento del volume di affari dell'azienda. Finora la legge è rimasta inapplicata ma il 28 dicembre scorso, per la prima volta, una procura della Repubblica - quella presso il Tribunale di Nanterre - ha deciso di avviare un'inchiesta.

L'indagine è cominciata dopo un esposto dell'associazione Halte à l'Obsolescence Programmée (HOP) nei confronti di HP, Canon, Brother ed Epson.

Nella denuncia l'associazione accusa le quattro aziende di aver messo in atto "pratiche per accorciare deliberatamente la durata del funzionamento delle stampanti e delle cartucce di inchiostro". Inoltre l'associazione HOP sottolinea nell'esposto che i prezzi delle cartucce continuano ad aumentare e che ormai un litro di inchiostro costa 2062 euro, il doppio del profumo Chanel numero 5, mentre le aziende ostacolano l'utilizzo delle cartucce generiche che costano molto meno.

Sull'inchiesta c'è un assoluto riserbo da parte delle autorità giudiziarie. Secondo il settimanale Le Point, che ha rivelato la notizia in esclusiva, la Procura di Nanterre avrebbe deciso di agire soltanto nei confronti di Epson ed avrebbe affidato le indagini a funzionari della Direzione generale della concorrenza, del consumo e della repressione delle frodi (DGCCRF) del Ministero dell'Economia.

obsolescenza programmata

Se è vero che si tratta della prima inchiesta giudiziaria francese su un presunto caso di obsolescenza programmata, non è la prima volta che le cartucce per stampanti Epson balzano agli onori della cronaca. Era già successo a settembre 2015, quando la tipografia Bellevue Fine Art di Seattle denunciò che la stampante professionale Epson 9900 da loro usata segnalava di aver finito l'inchiostro, smettendo così di funzionare, malgrado le cartucce avessero ancora il 15/20% di inchiostro al loro interno.

Qualche giorno dopo la stessa Epson contattò Tom's Hardware per rispondere alle accuse e dare la sua versione dei fatti, spiegando nei dettagli il funzionamento del sistema di monitoraggio del consumo di inchiostro della stampante.

Questa volta c'è di mezzo la magistratura e in Francia i tempi della giustizia sono molto più rapidi che in Italia. Dovremo dunque attendere la decisione dei giudici prima di comminare sentenze generiche. Certo è che nelle ultime settimane il tema dell'obsolescenza programmata è stato riproposto dal dibattito sul presunto legame tra il calo di prestazioni di alcuni modelli di iPhone e l'usura delle batterie. Apple ha respinto ogni accusa, si è scusata per eventuali malintesi, ma intanto per placare le polemiche ha deciso di ridurre da 89 a 29 euro il costo per la sostituzione delle batterie.

Quanto all'ipotesi di introdurre anche in Italia una legge come quella francese, dovremo attendere che se ne occupi, chissà, il Parlamento che sarà eletto il 4 marzo. Le proposte di legge finora presentate sono rimaste nei cassetti di Montecitorio. Obsolescenti.   


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