OpenStreetMaps sfida Google Maps con mappe in stile Wiki

Microsoft sostiene attivamente OpenStreetMaps, un progetto di mappatura che segue il modello di Wikipedia. Tutti possono aggiungere e modificare i dati, già usati da iPhoto per iOS e FourSquare.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

OpenStreetMap è il nome del prossimo concorrente di Google. Gode dell'aperto sostegno di Microsoft, e di una prima approvazione da parte di Apple. Compete con Google Maps, e la sua caratteristica principale è un'impostazione simile a Wikipedia: i contenuti sono creati e aggiornati dagli utenti.

OpenStreetMaps offre quindi informazioni da consultare, ma anche da modificare. Tutti i dati si possono scaricare, e sono vincolati a licenze Creative Commons (CC BY-SA 2.0): si possono usare gratuitamente, a patto di dare il credito della loro origine. Le API offrono diverse possibilità di utilizzo, dai siti Web alle applicazioni per smartphone.

OpenStreetMap

Come con Wikipedia si possono porre dubbi sulla precisione dei dati e sull'autorevolezza delle fonti, ma ciò non ha impedito a molte grandi aziende di scegliere questa soluzione invece di quella proposta da Google.

Il pezzo da novanta in questo gioco è senz'altro Microsoft, che dal 2010 dà lavoro a Steve Coast,  fondatore di OpenStreetMap: il suo compito è sviluppare software di mappatura open source  e migliorare Bing Maps. Coast non ha lasciato la propria azienda però; anzi, Microsoft ha donato molti dati geografici a OpenStreetMap, valorizzandone così il database.

Database che ha convinto un altro gigante a usare questo servizio: è noto infatti che Apple usa OpenStreeMap in iPhoto per iOS. L'applicazione fu presentata insieme al nuovo iPad, ma Apple "dimenticò" di rispettare la licenza Creative Commons e di riconoscere il credito a OpenStreetMap.

A parte l'evitabile figuraccia, la scelta di Apple è molto rilevante. In tanti altri servizi e applicazioni l'azienda di Cupertino usa ancora Google Maps, ma iPhoto per iOS potrebbe rappresentare un primo passo di una migrazione progressiva. Lo pensano in molti, ma per ora l'unica certezza è che Apple così risparmia molto denaro: Google Maps infatti è gratuito solo entro certi limiti, superati i quali le cifre da pagare possono diventare anche molto sostanziose.

Tra l'altro Google ha ritoccato i prezzi al rialzo proprio lo scorso ottobre, una scelta che ha indotto anche FourSquare a scegliere OpenStreetMap.

Google Maps

Paradossalmente alzare i prezzi per Google potrebbe diventare un obbligo: circa due mesi fa infatti un giudice francese stabilì che offrire le API di Google Maps gratuitamente è una pratica che viola le leggi sulla concorrenza.

Al momento comunque la posizione dominante di Google Maps non è in pericolo. Ci sono però diversi fattori in gioco: il malumore per i prezzi troppo alti, il sostegno dato da Microsoft a OpenStreetMap, e il crescente portafoglio clienti di quest'ultima. Per ora Google offre di più: API più avanzate, dati più precisi e aggiornati, servizi più evoluti; ma non è il caso di sedersi sugli allori, perché la localizzazione e le mappe sono tra le più grandi fonti di affari dei prossimi anni.

Da un certo punto di vista sembra quasi di rivedere Wikipedia che mette in crisi le vecchie enciclopedie: da una parte autorevolezza e affidabilità, dall'altra approccio aperto e gratuità. Le "vecchie" enciclopedie non sono certo morte, ma hanno dovuto cambiare. E tutti noi abbiamo pensato che fosse normale, perché vedevamo il silicio battere la carta. Ora sembra quasi che il "vecchio" sia il modernissimo Google Maps, e Google si trovi davanti uno sfidante che usa le sue stesse armi, cioè l'open source.

Vista così, ci sembra una svolta entusiasmante, e a voi?