La pirateria sta costando a Microsoft il 95% dei possibili introiti in Cina. Con questa osservazione Steve Ballmer ha inaugurato il nuovo quartier generale di Microsoft a Pechino. A fronte di una diffusione di software Microsoft paragonabili a quella degli Stati Uniti, infatti, l'azienda di Redmond registrerebbe in Cina guadagni pari solo al cinque percento di quello che incassa nella terra a stelle strisce.
Steve Ballmer, amministratore delegato di Microsoft
Per avere un quadro della situazione basti sapere che in Cina le copie di Office e di Windows sono ancora disponibili agli angoli delle strade per 2 o 3 dollari ciascuna.
Qualcuno ha provato a stuzzicare Ballmer contestando i prezzi troppo alti dei suoi prodotti in rapporto al reddito medio cinese, ma l'eloquente amministratore delegato ha subito fermato la polemica sul nascere: "se ci si può permettere un PC ci si possono permettere anche i software". Nessuna giustificazione, insomma, è ammissibile per il fenomeno ormai incontenibile della pirateria in Cina.
Per pungere nell'orgoglio i clienti del "mercato parallelo", Ballmer ha pensato bene di fare un confronto fra i guadagni della sua azienda in Cina e quelli dell'India: nonostante la pirateria (USA: l'Italia è un paese pirata e merita la black-list) sia un fenomeno diffuso in entrambi i Paesi, Microsoft ha guadagnato sei volte di più per ogni PC venduto in India. Insomma, se la contraffazione software in Cina fosse allo stesso livello dell'India, basterebbe per far guadagnare a Microsoft una montagna di soldi: "stiamo letteralmente parlando di un'opportunità da miliardi di dollari" ha spiegato Ballmer.
Il fenomeno della pirateria in Cina - clicca per ingrandire
Qual è la reale situazione nella terra di Mao? Il problema è talmente rilevante da essere riconosciuto persino dal governo, che sostiene di avere preso provvedimenti a riguardo. I benefici del dichiarato giro di vite ci sono, ma non sono entusiasmanti: secondo il gruppo Business Software Alliance anti-pirateria, il 78 per cento dei software installati in Cina lo scorso anno è stato piratato, contro l'86 per cento nel 2005. Il vice premier cinese Wang Qishan ritiene questo risultato "significativo".