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Quell'hard disk è taroccato! IBM e Seagate lo marchiano con blockchain

Seagate e IBM avviano una sperimentazione che vede l'utilizzo di blockchain nella catena di fornitura degli hard disk.

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Avatar di Valerio Porcu

a cura di Valerio Porcu

Senior Editor @Tom's Hardware Italia

Pubblicato il 08/11/2018 alle 16:38 - Aggiornato il 09/11/2018 alle 13:59
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Forse sapevate delle borse false. Forse sapevate anche delle CPU false. Forse avete sentito parlare di blockchain per gestire la tracciabilità di prodotti come il cibo o gli indumenti (autentici, non quelli falsi suvvia). Ma non avete mai sentito parlare di hard disk falsi e di tracciamento di quelli autentici tramite blockchain. La novità arriva per gentile cortesia di Seagate e IBM.

IBM aiuterà Seagate a "marchiare" gli hard disk in fase di fabbricazione, usando poi blockchain per assicurarsi che i clienti ricevano effettivamente hard disk originali. All'inizio ci sarà una fase sperimentale in cui la stessa IBM, che è cliente di Seagate, farà da cavia di sé stessa.

Stando a quanto spiega Bruce Anderson di IBM il problema dell'autenticità dell'hardware è più che concreto. Dalla fabbrica all'installazione i drive (e qualsiasi altra cosa) passano da molte mani, e qualcuno si fa venire dei dubbi. Non è chiaro però se ci sono stati dei casi verificati di hard disk falsificati. Il sistema prevede che ogni drive prodotto includa una chiave elettronica, registrata su una blockchain gestita da IBM (che ha sviluppato Stellar). In ogni momento sarà possibile interrogare il sistema e verificare se un disco è riconosciuto come originale.

Non è detto comunque che l'esperimento porti a una vera "marchiatura" degli hard disk. Secondo Anderson infatti è più che altro "una grande opportunità per eliminare un'enormità di costi amministrativi, o anche solo le perdite". Insomma, se la strada dei falsi hard disk dovesse rivelarsi un vicolo cieco, si potrà sempre dire che se non altro si risparmia sulle scartoffie – il che è ovviamente sempre una buona cosa.

hard-disk-1848.jpg

L'esperimento caso si aggiunge ad altre esperienze mirate a inserire blockchain alla lista dei vari strumenti anticontraffazione. C'è sicuramente del potenziale, dovuto all'inalterabilità dei dati una volta inseriti nella catena. L'uso di blockchain tuttavia non impedirà a nessuno di creare una borsa falsa né di metterla in vendita; renderebbe però più immediato e facile un eventuale controllo. Forse.

I coraggiosi che non temono di incappare in un falso possono invece prendere in considerazione il sempre valido Seagate Barracuda.

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