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a cura di Manolo De Agostini

Secondo il professore Venkatesan Renugopalakrishnan della scuola medica di Harvard a Boston, lui e il suo team di ricerca stanno lavorando su un progetto che permetterà di immagazzinare fino a 50 TeraByte (50,000GB) su un disco della stessa grandezza di un DVD.

La ricerca va ad utilizzare le proteine modificate della membrana del microbo halobaterium slinarum - conosciuto anche come bateriorhodopsin (bR).

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Venkatesan Renugopalakrishnan

Secondo Renugopalakrishnan la sua tecnologia di immagazzinamento che sfrutta le proteine è indirizzata ai drive magnetici piuttosto che ai DVD ottici. Il professore afferma che le proteine bR sono ancora stabili a 3 nm, mentre i media magnetici diventano instabili a quella distanza. Inoltre, Renugopalakrishnan afferma che le proteine bR hanno un tempo di risposta più veloce e sono capaci di sostenere una velocità di trasferimento dei dati più elevata rispetto ai drive convenzionali.

Sfortunatamente, le proteine naturali producono un pigmento che dura solo da poche ore a pochi giorni - il che comporta una cancellazione dei dati molto rapida. Tuttavia, Renugopalakrishnan ha geneticamente alterato il DNA bR per far sì che il pigmento duri degli anni.

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Come con tutti gli avanzamenti tecnologici teorici, ci sono parecchi ostacoli da sormontare prima che il prodotto possa essere disponibile sul mercato. Il primo e sicuramente la sfida più grande è inserire le proteine sui piatti. Il professor Renugopalakrishnan non ha inoltre trovato ancora una testina di lettura/scrittura per le proteine.