Micron ha annunciato nelle scorse ore la decisione di chiudere definitivamente il marchio Crucial, ponendo fine alla produzione delle sue unità a stato solido e dei moduli RAM che per anni hanno rappresentato una scelta privilegiata per chi cercava componenti affidabili a prezzi accessibili.
La mossa arriva in un momento particolarmente delicato per il settore, con i prezzi delle memorie già alle stelle a causa della fame insaziabile delle aziende che sviluppano intelligenza artificiale.
La strategia alla base di questa decisione è chiara e viene esplicitata dalla stessa Micron: concentrarsi su clienti strategici di maggiori dimensioni in segmenti di mercato in più rapida espansione. In altre parole, l'azienda preferisce dedicare le proprie capacità produttive ai giganti dell'AI piuttosto che continuare a servire il mercato consumer. Una scelta che riflette le priorità economiche del momento ma che rischia di avere conseguenze pesanti per gli utenti finali.
Il settore delle memorie difatti sta attraversando una fase di crescente tensione. Le compagnie che sviluppano sistemi di intelligenza artificiale stanno assorbendo quantità impressionanti di memoria DRAM, creando una carenza globale che si ripercuote sui prezzi per i consumatori.
Un esempio emblematico è rappresentato da OpenAI, che ha stretto accordi con SK Hynix e Samsung per la produzione di fino a 900.000 moduli DRAM al mese destinati al progetto Stargate. Numeri che fanno impallidire le necessità del mercato consumer tradizionale.
Un altro caso che ha del folle è la stessa Samsung Electronics che pare non possa garantire alla divisione mobile di Samsung le memorie di cui ha bisogno per i propri smartphone, per via di un maggior ricavo ottenuto tramite i colossi dell'IA, obbligando alla rinegoziazione di accordi interni all'azienda
Le ripercussioni di questa corsa alla memoria si fanno già sentire su diversi fronti. Aziende come CyberPowerPC, Framework e persino Raspberry Pi hanno dovuto rivedere i propri listini al rialzo a causa dell'impennata dei costi delle memorie. Ancora più significativa la posizione di HP, che ha lasciato intendere di stare valutando due opzioni: aumentare i prezzi dei propri dispositivi oppure equipaggiarli con quantità inferiori di memoria per contenere i costi.
Con la scomparsa di Crucial dal panorama delle memorie consumer, la situazione potrebbe ulteriormente aggravarsi. La riduzione della concorrenza in un mercato già sotto pressione difficilmente porterà benefici agli acquirenti finali. Gli appassionati di PC e i costruttori fai-da-te, che rappresentavano il cuore del pubblico di Crucial, si trovano ora a fare i conti con un'opzione in meno proprio mentre i prezzi continuano a salire.
Micron ha comunque garantito una fase di transizione: i prodotti Crucial continueranno a essere spediti fino alla fine di febbraio 2026, e l'azienda assicura che fornirà assistenza e supporto per le garanzie anche dopo quella data. Una magra consolazione per chi vedeva nel marchio un punto di riferimento per il rapporto qualità-prezzo nel settore delle memorie per PC.
Questa vicenda rappresenta un chiaro esempio di come la corsa all'intelligenza artificiale stia ridisegnando le priorità dell'industria tecnologica, spesso a scapito dei consumatori individuali. La domanda che emerge spontanea è se altri produttori seguiranno la stessa strada, abbandonando gradualmente il mercato consumer per concentrarsi sui clienti enterprise e AI, settori certamente più remunerativi ma che lasciano gli utenti comuni con sempre meno alternative e prezzi sempre più alti.