L'intelligenza artificiale generativa si trova a un bivio critico, oscillando tra potenzialità rivoluzionarie e rischi sistemici che potrebbero superare la capacità della società di gestirli. Sam Altman, amministratore delegato di OpenAI, ha recentemente sollevato preoccupazioni sulla velocità con cui ChatGPT e tecnologie simili stanno ridisegnando il tessuto sociale globale, evidenziando un aspetto spesso trascurato nel dibattito tech: la rapidità di adozione senza precedenti di questi strumenti sta lasciando poco margine di adattamento a individui, istituzioni e normative.
Durante un'intervista al Tonight Show con Jimmy Fallon, il CEO di OpenAI ha sottolineato come ChatGPT rappresenti una tecnologia di appena tre anni che ha già raggiunto una penetrazione di mercato mai vista prima nella storia dell'informatica. Con circa 1,36 miliardi di installazioni dal lancio del novembre 2022, il chatbot è diventato l'applicazione più scaricata al mondo, superando in velocità di diffusione persino i social network che hanno definito l'era digitale precedente.
Il paradosso evidenziato da Altman è particolarmente significativo per chi segue l'evoluzione tecnologica: mentre l'AI generativa potrebbe accelerare la ricerca di cure per patologie complesse come il cancro, la stessa tecnologia potrebbe essere sfruttata da attori malevoli per generare minacce che le infrastrutture di sicurezza attuali non sono preparate a fronteggiare. Questo dualismo non è nuovo nel settore tech, ma la scala e la velocità del fenomeno lo rendono particolarmente critico.
Negli ultimi mesi sono emersi dati preoccupanti riguardanti la dipendenza psicologica da questi strumenti, con un aumento documentato di casi di suicidio collegati a un uso eccessivo di chatbot AI come ChatGPT. La controversia si è intensificata durante il lancio di GPT-5, quando molti utenti hanno segnalato un degrado nell'esperienza d'uso rispetto alla versione precedente basata su GPT-4o. La risposta di Altman a queste critiche ha rivelato un aspetto inquietante del fenomeno: secondo il CEO, molti utenti si erano lamentati perché nessuno nella loro vita reale si era mai preso cura di loro come aveva fatto il chatbot.
Il problema dell'adozione accelerata si intreccia con un altro tema caldo nel panorama tech: l'atrofizzazione delle capacità cognitive. Diversi studi recenti suggeriscono che l'uso intensivo di assistenti AI come Microsoft Copilot e ChatGPT sta effettivamente riducendo le capacità di ragionamento critico e problem-solving degli utenti, che delegano sempre più processi cognitivi alla macchina. Questo fenomeno ricorda le discussioni sull'impatto dei GPS sulla memoria spaziale, ma su scala molto più ampia e con implicazioni più profonde.
Sul fronte ambientale, l'espansione dell'AI generativa sta generando costi nascosti significativi. I data center necessari per l'addestramento e l'inferenza dei large language model richiedono consumi elettrici e sistemi di raffreddamento di proporzioni industriali, sollevando interrogativi sulla sostenibilità a lungo termine di questa corsa tecnologica. In un contesto europeo sempre più attento all'efficienza energetica e alle normative ambientali, questo aspetto assume particolare rilevanza.
Altman ha riconosciuto che il rischio maggiore consiste nell'introdurre questa tecnologia senza dare alla società il tempo di adattarsi, comprenderne le implicazioni e sviluppare framework normativi adeguati. La frase "potete immaginare che potremmo sbagliare questo passaggio" suona particolarmente significativa in un momento in cui l'Unione Europea sta finalizzando l'AI Act e altre giurisdizioni stanno elaborando regolamentazioni proprie.