Qualche tempo fa mi sono chiesto se un televisore economico potesse essere la scelta ideale come TV principale del salotto. Oggi però ho voluto fare qualcosa di diverso, prendendo quello stesso televisore e cercando di rispondere ad una domanda che mi facevo da un po': "se prendessi un televisore molto grande ma molto economico, potrei utilizzarlo per sostituire il monitor del PC?”.
Ebbene, alla fine ho fatto il mio esperimento, e oggi ho voglia di raccontarvi com'è andata!
Posizionare la TV sulla scrivania
Partiamo dalla base, ovvero dalla difficoltà di posizionare un televisore gigante su una scrivania, con tutti i problemi che derivano dalla distanza di visione. Questo aspetto, per molti, rappresenterà già l'impossibilità di realizzare un'installazione del genere.
Nel mio caso ho utilizzato sempre un TV Metz, un TV economico che, per trasparenza, vi dico che mi è stato inviato da Metz; tuttavia, questo non è un contenuto sponsorizzato, non mi hanno pagato, e quanto dirò avrà validità generale.
Dato che ero già in fase di allestimento, mi sono chiesto: anziché appoggiare il TV sulla scrivania, c'è un modo per collegarlo a un braccio, così da poterlo orientare facilmente e, soprattutto, non occupare spazio? Ebbene, la risposta è sì, anche se la faccenda non si risolve in modo propriamente "semplice".
Anzitutto: la mia postazione da gaming è basata su una scrivania Secretlab Magnus. Per la cronaca, nemmeno Secretlab mi ha pagato.
In commercio esistono vari bracci in grado di supportare uno schermo molto grande ma, va detto, non sono affatto economici. Per un televisore di almeno 50", con un peso comunque importante, è necessario investire in un buon braccio di supporto. Nel mio caso ho scelto direttamente quello Secretlab, che dispone di una versione Heavy Duty, ovvero il modello di riferimento per questa analisi.
Certo, ci sono altri bracci più economici che si trovano su Amazon, ma, lo ripeto, attenzione se si vuole intraprendere una soluzione del genere, perché è necessario un prodotto di qualità se si vuole sostenere il TV in modo adeguato e orientarlo senza che viti si allentino, cambi posizione, o si verifichino altre cose fastidiose del genere. Per altro, va detto, questo braccio mi ha davvero impressionato: basta regolare la vite posteriore e diventa super stabile, oltre al fatto che è dotato di bracci superiori e inferiori che permettono di muovere facilmente il televisore, che non è da sottovalutare considerando lo spessore del pannello, che potrebbe flettersi anche solo cercando di ruotarlo leggermente di lato.
Distanza di visione
Il vantaggio di utilizzare un televisore sulla scrivania è semplice: con 400-500 euro, oggi come oggi si può acquistare senza problemi un televisore da 55”. Un monitor così grande a questo prezzo non esiste.
Ora, con un monitor sulla scrivania, la distanza di visione è tipicamente di 60-80 cm, non di più. La distanza si riduce ulteriormente se, anziché usare un joypad, si vuole usare il mouse e la tastiera, perché è necessario rimanere vicini al ripiano.
Per un’esperienza ottimale, un televisore da 55" richiede, invece, una distanza di visione minima di almeno un paio di metri. Di conseguenza, diventa subito chiaro che sono necessari dei compromessi per usarlo efficacemente: è indispensabile avere abbastanza spazio per potersi arretrare con la seduta e giocare tramite joypad, situazione che esclude alcuni giochi. Questo, certo, a meno che qualcuno non si inventi soluzioni stravaganti da mettere sulle sedie per avere una sorta di scrivania portatile.
Certo è che, ad esempio, nei giochi in prima persona, avere uno schermo enorme a distanza ravvicinata può dare una sensazione immersiva impressionante, ma allo stesso tempo può rendere più difficile mantenere l’attenzione sull’azione centrale, soprattutto nei titoli multiplayer.
C'è da considerare che la maggior parte dei monitor per eSport sono piccoli, la prevalenza è sui 24”, e il motivo è che, con la testa ferma e guardando al centro dello schermo, è possibile avere l'intera immagine bene a fuoco. Aumentando in modo così significativo la dimensione del display, l’uso in certi giochi e ambiti diventi poco ottimale.
Risoluzione e potenza del PC
Se si considera un televisore come quello che ho usato per questo esperimento, ovvero un pannello da 55”, con una risoluzione 4K, la densità dei pixel di circa 80 PPI. Un 27” sempre 4K ha una densità di pixel di 163 PPI. Se dovessimo guardare entrambi questi monitor e TV dalla stessa distanza, è chiaro che l’immagine sul TV risulterebbe più “sgranata”, meno precisa.
Se abbassassimo la risoluzione, sia su schermo che su TV, impostando ad esempio una risoluzione Full HD o QHD e lasciando che sia l’upscaler ad adattare l’immagine, finiremmo con il vedere l’immagine sul 55” di qualità ancora inferiore.
La situazione non è molto differente dall’usare una console sul televisore del salotto a 2-3 metri di distanza, per poi avvicinarsi e notare quanto l’immagine sia meno precisa, in contrasto con quanto sembrava nitida da una distanza maggiore.
Ho voluto evidenziare questo aspetto perché un setup di questo genere presuppone la necessità di avere un PC adeguato o di usare le tecniche di supersampling. In una situazione dove si hanno limiti di distanza, introdurre anche una risoluzione inferiore, non nativa, porta a un rapido degradarsi della qualità percepita dell’immagine. Di conseguenza, ha senso voler realizzare una configurazione simile solo se si può garantire l’uso, almeno nella maggior parte dei casi, dei giochi alla risoluzione nativa 4K, il che presuppone un PC potente.
Refresh rate
A questo punto, arriva un punto cruciale di questo nostro test, ed è quello in cui parliamo del refresh rate limitato di un televisore.
Nonostante esistano TV con refresh rate superiori, nella fascia di prezzo dei TV da circa 400 euro, la quasi totalità è limitata a 60 Hz. In realtà, il televisore che ho usato per questo esperimento potrebbe pure arrivare a 120 Hz, ma questo solo a patto che si abbassi la risoluzione dal 4K al Full HD. Perché allora non applicarlo? Semplicemente perché non si tratta di un refresh nativo, ma attivo solo nel caso di incompatibilità con le porte.
Quanto è un problema? A mio avviso, qui è opportuno richiamare in causa le console da gioco. Nonostante esistano titoli in grado di girare a risoluzione 4K oltre i 60 FPS, la maggior parte dei titoli per console, ancora oggi, punta al massimo alla risoluzione 4K e 60 FPS; molti arrivano ai 60 FPS con risoluzioni inferiori al 4K, e molti altri si attestano comodamente sotto i 60 FPS.
Tutto questo non vale per il PC, perché è possibile con molti titoli andare oltre i 60 FPS anche in 4K, ovviamente con un PC ben corazzato per gestirli, o con le tecniche di supersampling. Si capisce, però, che se l’esperienza di gioco sulle console punta al massimo ai 4K e 60 FPS, nella maggior parte dei casi, pensare che un TV che arriva solo ai 60 Hz sia una limitazione alla qualità videoludica percepita è sbagliato.
È l’ideale? No, non lo è. È un compromesso da accettare per ottenere un grande schermo e altri vantaggi. Sì. In alcuni giochi, come ad esempio Diablo, non si percepisce alcuna differenza. In Death Stranding nemmeno, in Oblivion un po’, ma è a causa del frame rate poco stabile.
Ci sono poi alcune tecnologie che possiedono molte smart TV, che permettono di applicare dei tecnologie utili a "migliorare" l'immagine, come ad esempio il classico "smooth" dei frame, che serve a generare frame intermedi per rendere l’immagine più stabile e che produce il cosiddetto "effetto telenovela", sgradevole se si pensa a film e serie TV, ma utile quando si tratta di videogame e della stabilità delle loro immagini.
Insomma, penso di poter dire che, per una postazione del genere, una smart TV da 60 Hz non rappresenti una limitazione nell’esperienza che si può avere, soprattutto se la distanza di visione è corretta, evitando di essere troppo attaccati allo schermo.
Input Lag
L’input lag è il ritardo tra il momento in cui si esegue un comando (click del mouse, pressione di un tasto sul joypad) e quello in cui l’azione appare a schermo. È un parametro importante per il gaming, soprattutto quello competitivo, e qui le differenze tra un TV economico e un monitor da gaming sono marcate.
I fattori che incidono sulla quantità di input lag sono tantissimi: buona parte è legata al computer stesso, un’altra parte al monitor o TV che sia, e una parte anche agli FPS e al refresh rate.
Semplificando: un televisore non può fare meglio di un monitor in termini di input lag, punto. Ma ancora una volta ci troviamo nella situazione precedente: escludendo i giochi competitivi, ovvero tutti quelli in cui una reazione di x millisecondi in meno può fare la differenza, per il resto, il modo in cui il TV si comporta peggio non sarà un problema.
Le porte di connessione
La connessione preferita per il PC oggi rimane la DisplayPort, ma anche l’HDMI non è da scartare. Su TV economici è possibile trovare porte HDMI 2.1 ma anche più vecchie, 2.0. Diciamo che la differenza, in questo caso, è determinata proprio dal refresh rate. Se un televisore è limitato a 60 Hz, è possibile che si usino ancora porte HDMI 2.0, ma non è una regola. Il motivo è che per questioni di produzione è più semplice creare le stesse schede con un certo numero di porte che possano essere usate su una gamma di TV più ampia, dal prezzo maggiore o minore, e per far funzionare questa strategia è necessario avere porte che giustifichino le prestazioni sui modelli di fascia più alta.
In ogni caso, dato che, come detto, in questa fascia il refresh rate è mediamente limitato a 60 Hz, non ha senso volere di più o considerare l’uso di una porta HDMI non all’ultimo standard, perché ciò che essa offrirebbe in termini di banda aggiuntiva, non potrà essere veramente utilizzato.
HDR
Un televisore economico ha mediamente una luminosità tra i 250 e i 400 nit, un livello tale che non può permettere un HDR di buona qualità. Lo stesso vale per i monitor, però, perché se si vogliono monitor in grado di produrre un buon HDR, bisogna orientarsi su modelli che costano, in media, più di questo TV.
Quanto è importante l’HDR nei videogiochi? Ebbene, tenderei a dire che un videogioco con un buon HDR giocato su un TV o monitor che lo riproduce in maniera corretta è veramente una bella esperienza.
Da qui a dire se valga la pena di quel costo extra, forse no. Perché qui non stiamo parlando di HDR400, che è un “non HDR”. Se si ambisce a un vero HDR10, con monitor che si avvicinano ai 1000 nit, allora è tutta un’altra cosa, ma stiamo parlando di tutt’altro ambito.
Insomma, non è facile come risposta, ma dato che stiamo parlando di un TV economico, si può accantonare l’HDR in favore di altri aspetti più impattanti, primo fra tutti la dimensione dell’immagine.
Pannello
Quando si usa un televisore economico come monitor da PC, la tipologia di pannello, che spesso è un VA, influisce molto.
Da una parte abbiamo un contrasto nativo elevato, in genere superiore a 3000:1. Questo significa neri più profondi e scene più incisive nei giochi, soprattutto in ambienti poco illuminati. Il rovescio della medaglia è che gli angoli di visione sono limitati e i colori e il contrasto degradano sensibilmente appena ci si sposta da una visione centrale, sia in termini verticali che orizzontali.
Questo è il motivo per cui nella mia installazione ho voluto mettere tutto su un braccio orientabile, che mi permetta di trovare sempre il miglior angolo di visione.
Inoltre, i pannelli VA sono mediamente più lenti delle altre tecnologie, e sebbene non si stia più parlando di prodotti del passato molto lenti, nei giochi più veloci il motion blur può apparire più che su altri monitor.
TV vs. Monitor, qual è il verdetto?
A parità di budget, diciamo 400-500 euro, il confronto tra un TV economico e un monitor da gaming mostra una filosofia d’uso completamente diversa.
Con una smart TV, ciò che si ottiene è tanta superficie: 43, 50, 55 pollici con risoluzione 4K e supporto HDR di base. Ma si deve accettare un refresh rate di 60 Hz, tempi di risposta più alti, input lag superiore e una gestione del VRR spesso assente o limitata.
Se si ha lo spazio per montarlo in una posizione corretta, la scelta del televisore rimane comunque interessante se si giocano molti titoli o giochi single player, open world o story driven, dove l’impatto visivo e l’ampiezza della scena sono la priorità. Inoltre, si avrà, come bonus, il fatto che ogni TV oggi è praticamente smart, e si potrà sempre usarlo per riprodurre anche film e serie TV in maniera facilitata rispetto al passaggio dal PC, con in più il fatto che si potrà usarlo a PC spento, consumando meno energia e generando meno rumore.
Non ho parlato dell’audio, che mediamente su un televisore, anche economico, è certamente migliore rispetto a quello integrato di un monitor, caratteristica da considerare se non si vogliono usare le cuffie, magari d’estate quando fa caldo, o non si vogliono installare altri altoparlanti nella postazione.
Un monitor da gaming con lo stesso budget sacrifica le dimensioni, fermandosi generalmente tra i 27 e i 32 pollici, ma punta tutto sulle prestazioni pure: refresh rate da 144 Hz in su, input lag minimo, tempi di risposta di 1-2 ms e supporto completo a FreeSync o G-Sync. Inoltre, un monitor è progettato per la visione ravvicinata: maggiore densità di pixel, colori calibrabili, ergonomia regolabile e minore affaticamento visivo.
Quindi, in breve, un grande televisore può avere diversi vantaggi se si utilizza quella tipologia di giochi che non risentono della mancanza delle caratteristiche tecniche che solo un monitor può offrire, con svariati bonus in più.
Ed è questo il motivo per cui, nel mio caso, ho mantenuto questa doppia configurazione: perché quando voglio giocare a un FPS con mouse e tastiera, un monitor 34 wide, con una distanza di gioco ravvicinata, non viene battuto da un televisore da 55", ma in altri casi, dove posso allontanarmi e impugnare un joypad, è indubbio che un televisore possa offrire un’esperienza decisamente migliore.