Sam Altman ritorno come CEO di OpenAI

Sam Altman torna come CEO di OpenAI dopo il tentato "colpo di stato" nel consiglio. Nuovo board, tensioni e indagini persistono.

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a cura di Luca Zaninello

Managing Editor

Con un sorprendente colpo di scena, Sam Altman si appresta a reclamare il suo ruolo di CEO di OpenAI, dopo aver superato il recente "colpo di stato" del consiglio di amministrazione che ha gettato l'azienda nel caos. Il tentativo di estromissione ha portato alle dimissioni dell'ex presidente Greg Brockman, il quale ha ora deciso di ritornare assieme ad Altman.

OpenAI ha rilasciato una dichiarazione nella tarda serata di martedì, annunciando un "accordo di principio" per il ritorno di Altman, accompagnato da un nuovo consiglio di amministrazione con Bret Taylor, Larry Summers e Adam D'Angelo. D'Angelo, un membro del precedente consiglio di amministrazione, garantirà continuità e rappresentanza. Fonti vicine alle trattative rivelano che il compito principale del consiglio iniziale è quello di esaminare e nominare un consiglio allargato fino a 9 membri, con l'obiettivo di reimpostare la governance di OpenAI.

Microsoft, uno dei principali investitori con oltre 10 miliardi di dollari in OpenAI, è interessata ad assicurarsi un posto nel consiglio allargato, sottolineando l'importanza strategica dell'azienda. L'amministratore delegato Satya Nadella ha sottolineato la necessità di evitare ulteriori sorprese durante un recente press tour.

La lotta per il potere all'interno di OpenAI sembra tutt'altro che conclusa: entrambe le parti hanno concordato un'indagine sulla saga in corso. Si prevede che uno studio legale esterno e indipendente condurrà lo scrutinio, facendo luce sulle complessità del conflitto interno.

Il ritorno di Altman, per quanto imprevisto, ha raccolto il sostegno dei principali stakeholder. Thrive Capital, un altro investitore importante, considera il ritorno di Altman come "il miglior risultato per l'azienda, i suoi dipendenti, coloro che si basano sulle sue tecnologie e il mondo in generale". Kelly Sims, partner di Thrive, ha elogiato Altman e Brockman per il loro impegno a favore dell'integrità di OpenAI e per la loro leadership senza pari.

La natura brusca dell'uscita iniziale di Altman venerdì, unita alla segretezza del consiglio di amministrazione sulle ragioni del suo licenziamento, ha alimentato il malcontento interno. I dipendenti di OpenAI hanno minacciato di passare a Microsoft se il consiglio di amministrazione non si fosse dimesso. La reintegrazione di Altman, che ha sfidato la precedente decisione del consiglio di amministrazione, riflette l'intensità del conflitto interno.

La situazione ha preso un'altra piega domenica, quando il membro chiave del consiglio di amministrazione Ilya Sutskever, anche capo scienziato di OpenAI, ha cambiato posizione dopo essere stato convinto dalla moglie di Greg Brockman. L'inversione di rotta ha lasciato vulnerabili i restanti membri del consiglio, spingendo l'amministratore delegato ad interim Emmett Shear a chiedere prove di illeciti a sostegno del licenziamento di Altman o a prendere in considerazione le dimissioni. Riflettendo sui recenti sviluppi, Shear ha espresso soddisfazione per il fatto che la soluzione annunciata ha massimizzato la sicurezza e risposto alle preoccupazioni di tutte le parti interessate.

Mentre Altman si prepara a riassumere il suo ruolo, la saga di OpenAI mette in luce le complesse dinamiche in atto all'interno dell'organizzazione e le sfide associate al bilanciamento della governance aziendale, degli interessi degli stakeholder e della missione dell'azienda.