Schede madre ASRock e sei schede video per minare Bitcoin

ASRock propone due motherboard con supporto fino a sei schede video da dedicare al mining Bitcoin. ASIC e FPGA però sembrano soluzioni decisamente migliori.

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a cura di Manolo De Agostini

Bitcoin, la criptomoneta moneta sganciata dalle banche, sta riscuotendo sempre più successo. Ne è la prova il superamento dei 400 dollari di pochi giorni fa, ma anche il fatto che i produttori di hardware vi stiamo ponendo sempre maggiore attenzione. È il caso di ASRock, che ha presentato due nuove schede madre pubblicizzate come soluzioni adatte al "mining" di Bitcoin.

Se questa moneta digitale vi risulta oscura, potete leggere due articoli di approfondimento - Bitcoin: la moneta digitale che ci libera dalla banche e Bitcoin: dal mining ai complotti, tutto sulla moneta digitale - ma ora parliamo delle motherboard. H61 Pro BTC e H81 Pro BTC sono due prodotti come tanti altri, equipaggiati rispettivamente con il socket LGA 1155 e 1150, per una compatibilità complessiva con le ultime tre generazioni di processori Intel basate sulle architetture Sandy Bridge, Ivy Bridge e Haswell.

La particolarità sta nella presenza, nel caso della H61 Pro BTCm di uno slot PCIe 2.0 x16 e cinque PCIe 2.0 x1, mentre in quello della H81 Pro BTC di un PCIe 3.0 x16 e cinque PCIe 2.0 x1. Sulle due motherboard sono presenti inoltre altri due connettori a quattro pin di alimentazione per consentire di gestire fino a sei schede grafiche.

Questa soluzione di ASRock appare però come il classico "troppo poco, troppo tardi" e più come una volontà di dire "ci siamo", ma con un prodotto assolutamente inadeguato. Sulla scena Bitcoin spopolano ASIC e FPGA specializzati, che sono decisamente più efficienti della soluzione multi-GPU decantata dall'azienda taiwanese.

Forse queste due proposte potrebbe avere senso con Litecoin, valuta elettronica P2P basata "sul protocollo Bitcoin ma con una differenza, in quanto il mining può essere eseguito con una certa efficienza anche con l'hardware in possesso del normale consumatore", leggiamo sul sito Litecoin.org. Insomma, due proposte che cercano di richiamare l'attenzione usando il nome Bitcoin, ma che non offrono un vero valore aggiunto. Peccato.