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a cura di Manolo De Agostini

La scorsa settimana, il giudice Claudia Wilken del U.S. District Court del Northern District of California ha posto la parola fine, quanto meno in buona parte, alla disputa legale che dal 2004 vedeva coinvolte Sony e Immersion per i diritti della tecnologia "haptics" (nata nei primi anni '90), la quale permette ai controller, ed altri dispositivi, di vibrare in risposta agli avvenimenti che accadono nel corso di un videogioco.

Lo scorso anno il giudice aveva stabilito che il controller Dualshock utilizzava un brevetto non autorizzato, imponendo a Sony il pagamento di 82 milioni di dollari, in seguito incrementati a 90,7 milioni. La Wilken aveva inoltre deposto un'ingiunzione contro la vendita negli Stati Uniti delle console PlayStation 2, dei controllers e dei giochi che utilizzano la vibrazione. Questa ingiunzione è ancora in sospeso, essendo in processo presso una corte federale. La sua chiusura è prevista per fine mese.

Immersion aveva trovato un accordo per l'utilizzo della tecnologia in questione con altre aziende come Logitech e Microsoft (a loro tempo denunciate ma allo stesso disponibili a pagare la licenza), ma non con Sony, disposta a tutto pur di dimostrare la sua buona fede.

Sony sta attualmente pagando ad Immersion l'1,37% del reddito trimestrale incassato dalle vendite di PlayStation, sotto un'autorizzazione obbligatoria ordinata dal giudice; tuttavia, il tasso standard di Immersion è fissato al 5% e con l'ingiunzione in sospeso, la società spera di potersi avvicinare maggiormente a questa percentuale. Il tutto si potrebbe concludere con l'ultimo e terzo ricorso in appello del colosso nipponico, ma pare inevitabile una respinta e la conseguente decisione: pagare Immersion oppure interrompere la vendita dei prodotti PlayStation negli Stati Uniti...