Introduzione
Considerando le ultime evoluzioni del mercato dei dischi a stato solido, era solo questione di tempo prima che Intel facesse il primo passo. Le unità SSD, infatti, hanno dato il via all'assalto al mercato di fascia alta, dove i dischi convenzionali non possono competere, e a quello di fascia bassa, dove però sono prezzo e consumi ridotti a muovere l'ago della bilancia. La fascia mainstream, tuttavia, è stata ignorata, a causa della capacità di archiviazione per ora insufficiente, il costo decisamente elevato e alcune mancanze, come quella di una funzionalità di risparmio energetico. Intel, a differenza di molti altri marchi, è un "vero" produttore di memoria flash, quindi ha la possibilità di raffinare il suo prodotto finale, modellandolo a piacimento. L'X25-M è un disco basato su memoria flash MLC (Multi-level Cell), in grado di competere con il miglior disco SLC (Single-level cell) sul mercato.
Un disco a stato solido è un hard disk privo di parti in movimento, presenti invece nei classici dischi. Gli SSD sono quindi più robusti e, potenzialmente, più efficienti. Sono anche in grado di offrire accessi praticamente istantanei ai dati, mentre i dischi convenzionali hanno bisogno di un po' di tempo per muovere le testine e far girare i piatti magnetici, per un corretto posizionamento sul dato richiesto. Il primo disco che abbiamo provato è stato un modello Samsung, circa due anni fa. Raggiungeva una velocità di trasferimento dati di 50 MB/sec, la stessa velocità offerta da dischi da 2.5" convenzionali, ma consumava metà dell'energia.
I primi prodotti apparsi sul mercato, circa un anno dopo, erano marchiati Sandisk, Samsung e Ridata, e altri produttori seguirono, qualche mese dopo, offrendo buone prestazioni ed efficienza energetica. Le differenze rispetto ai dischi magnetici, però, restavano risicate.
M-Tron fu la prima azienda a inviarci un disco SSD in grado di offrire prestazioni molto superiori, rispetto a quelle dei dischi classici. MemoRight seguì la stessa strada, migliorando le prestazioni, e posizionandosi nella fascia dei dischi high-end per il settore busines; tuttavia, abbiamo verificato con vari test che questi prodotti non sono in grado di offrire nel contempo anche una buona efficienza. Nel nostro ultimo articolo, in cui abbiamo confrontato 14 dischi SSD, abbiamo consigliato e premiato il disco di Samsung (e di OCZ), in grado di combinare elevate prestazioni ed eccellente efficienza. Il costo rimane, tuttavia, un problema: i dischi SSD buoni sono anche costosi, al punto tale da essere irraggiungibili per la quasi totalità degli utenti di fascia media.
La promessa di Intel: prestazioni migliori del 175x
All'IDF di San Francisco, tenutosi ad agosto, Intel ci ha dato un assaggio della sua famiglia di SSD, che punta molto sulle prestazioni. L'azienda ha parlato di un incremento prestazionale di 175 volte rispetto ai dischi convenzionali, settore che negli ultimi dieci anni ha visto miglioramenti minimi. Nel dettaglio, con queste affermazioni, Intel vuole raggiungere una velocità in lettura di 250 MB/sec, con tempi di accesso pari a 0.085 ms, il tutto abbinato a un consumo energetico bassissimo. Intel ha chiaramente lanciato una sfida ai grandi di questo settore, cioè Samsung, Toshiba e Hynix. Intel, che al momento è in quinta posizione dietro a Micron (con cui è in vigore una joint-venture), vuole ovviamente riequilibrare le forze in campo. Altri marchi, come Hitachi, Seagate e Western Digital, guardano il tutto da molto vicino. Diamo ora un'occhiata al primo scossone che Intel ha dato a questo mercato.