L'orbita terrestre bassa si trasforma in un campo minato orbitale sempre più pericoloso. La scorsa settimana un satellite cinese appena dispiegato ha sfiorato uno dei circa 9.000 satelliti Starlink attualmente operativi, passando a soli 200 metri di distanza a un'altitudine di 560 chilometri. L'incidente riaccende il dibattito sulla congestione dello spazio circumterrestre e sulla necessità di protocolli internazionali vincolanti per la condivisione dei dati orbitali, mentre il numero di oggetti tracciati in orbita bassa è aumentato del 76% dal 2019, superando quota 24.000 tra satelliti attivi e detriti spaziali.
Michael Nicolls, vicepresidente dell'ingegneria Starlink, ha puntato il dito contro l'operatore cinese attraverso un comunicato pubblico su X. "Quando gli operatori satellitari non condividono i dati effemeridi dei loro satelliti, nello spazio possono verificarsi avvicinamenti pericolosamente ravvicinati", ha dichiarato Nicolls, specificando che nove satelliti sono stati dispiegati pochi giorni fa da un lancio effettuato presso il Centro di Lancio Satellitare di Jiuquan, nel nordovest della Cina, senza alcuna coordinazione apparente con i satelliti già operativi.
La flotta Starlink dispone di sistemi autonomi di evasione collisionale che permettono ai satelliti di modificare automaticamente la traiettoria quando rilevano oggetti sulla loro rotta. Tuttavia, l'efficacia di questa tecnologia dipende crucialmente dalla conoscenza preventiva delle posizioni degli altri oggetti orbitali. Un dato fornito da SpaceX illustra l'entità del problema: solo nei primi sei mesi del 2025, i veicoli spaziali Starlink hanno eseguito oltre 144.000 manovre evasive, una media di circa 800 correzioni orbitali al giorno per l'intera costellazione.
Il satellite responsabile dell'avvicinamento pericoloso era stato lanciato da CAS Space, azienda commerciale cinese di lanci spaziali con sede a Guangzhou, che ha risposto alle accuse attraverso i canali social. La compagnia ha difeso le proprie procedure dichiarando che tutti i lanci CAS Space selezionano le finestre di lancio utilizzando sistemi terrestri di sorveglianza spaziale per evitare collisioni con satelliti e detriti conosciuti, definendola una procedura obbligatoria. L'azienda ha poi cercato di prendere le distanze dall'incidente precisando che questo si è verificato quasi 48 ore dopo la separazione del carico utile, quando la missione di lancio si era già conclusa da tempo.
Il contesto rende la situazione ancora più preoccupante. Secondo i dati pubblicati dalla rivista specializzata Space, attualmente vengono tracciati oltre 24.000 oggetti in orbita terrestre bassa, con un incremento del 76% rispetto al 2019. Le proiezioni indicano che entro la fine di questo decennio potrebbero operare nella stessa regione orbitale fino a 70.000 satelliti, la maggior parte dei quali destinati a costellazioni per internet satellitare promosse da organizzazioni private e governative negli Stati Uniti, in Cina e in Europa.
L'episodio alimenta i timori crescenti nella comunità scientifica e tra gli operatori spaziali riguardo alla sostenibilità dell'ambiente orbitale. Il rischio più temuto è l'innesco della cosiddetta sindrome di Kessler, uno scenario catastrofico ipotizzato dal consulente NASA Donald Kessler nel 1978. In questo scenario, una singola collisione potrebbe generare una reazione a catena di impatti successivi, producendo una quantità tale di detriti da rendere inutilizzabile l'intera orbita terrestre bassa per decenni o addirittura secoli, compromettendo satelliti per telecomunicazioni, navigazione GPS, osservazione terrestre e ricerca scientifica.
La mancanza di standard internazionali vincolanti per la condivisione dei dati effemeridi rappresenta una vulnerabilità critica nell'attuale governance dello spazio orbitale. Mentre organismi come il Comitato per l'Uso Pacifico dello Spazio Extra-atmosferico delle Nazioni Unite promuovono linee guida volontarie, l'assenza di meccanismi di enforcement lascia ampi margini per comportamenti non cooperativi, soprattutto in un contesto geopolitico caratterizzato da crescenti tensioni tra potenze spaziali.