L'azienda Tachyum ha finalmente rotto il silenzio sul suo processore universale Prodigy, destinato all'intelligenza artificiale e al calcolo ad alte prestazioni, con notizie che di certo non faranno piacere a chi lo attende già da tempo: la società ha infatti spostato ulteriomente in avanti la commercializzazione del chip, ammettendo implicitamente che il processore è ancora lontano dalla produzione di massa. Le informazioni diffuse riguardano non solo gli aspetti tecnici del progetto, ma anche significativi sviluppi finanziari che potrebbero garantire la sopravvivenza dell'iniziativa.
Sul fronte degli investimenti, Tachyum ha chiuso un round di finanziamento di Serie C da 220 milioni di dollari proveniente da un investitore europeo. Lo stesso soggetto ha inoltre firmato un ordine di acquisto da 500 milioni di dollari per i processori Prodigy, dimostrando una fiducia significativa nel progetto nonostante i ripetuti ritardi. Questi fondi rappresentano una boccata d'ossigeno essenziale per un'azienda che ha accumulato anni di sviluppo senza ancora immettere prodotti sul mercato.
Il dato più rilevante emerso dagli annunci riguarda lo stato effettivo del processore: Tachyum ha confermato che il Prodigy non ha ancora completato il tape-out e che le specifiche finali non sono state congelate. Questo significa che il chip deve ancora attraversare tutte le fasi cruciali che precedono la produzione industriale. L'azienda intende inoltre aumentare il numero di core del processore per migliorarne le prestazioni, una modifica che richiederà ulteriori affinamenti progettuali.
Analizzando la roadmap tecnica prevista, una volta ricevuti i finanziamenti attesi entro un mese, Tachyum dovrà finalizzare il design RTL e fisico del chip. Il processore sarà realizzato utilizzando il processo produttivo a 5 nanometri di TSMC, una delle tecnologie più avanzate attualmente disponibili. Dalla consegna del file GDSII al produttore, serviranno circa quattro mesi per ottenere i primi sample, considerando il tempo necessario per creare le fotomaschere e produrre i primi wafer.
Ipotizzando uno scenario ottimistico in cui Tachyum invii il design finale a novembre 2025, i primi campioni di chip arriverebbero tra febbraio e marzo 2026. A quel punto inizierebbe la fase di validazione e test, durante la quale gli ingegneri dovranno verificare che il chip funzioni secondo le specifiche e ottimizzare il firmware. Questo processo richiede mediamente sei o sette mesi, portando la timeline ad agosto o ottobre 2026 nel migliore dei casi.
Solo dopo aver ottenuto campioni ingegneristici che soddisfino le specifiche target, Tachyum potrà distribuirli ai primi clienti e partner per ulteriori valutazioni, un'operazione che richiede altri due o tre mesi. Se tutto procederà senza intoppi, la produzione di massa potrebbe partire all'inizio del 2027, con le prime spedizioni commerciali previste per metà anno. Non è casuale che l'azienda abbia menzionato una possibile quotazione in borsa proprio nel 2027, probabilmente programmata per coincidere con i primi ricavi derivanti dalla vendita del Prodigy.
La storia dello sviluppo del Prodigy rappresenta un caso emblematico di quanto complesso possa essere portare sul mercato un processore innovativo. Inizialmente previsto per il tape-out nel 2019 e il lancio nel 2020, il progetto ha subito slittamenti continui attraverso il 2021, 2022, 2023, 2024 e 2025. Se effettivamente arriverà sul mercato nel 2027, il Prodigy avrà richiesto circa dieci anni di sviluppo, probabilmente il periodo più lungo mai registrato per un processore in epoca recente.
Nonostante i ritardi accumulati, l'azienda mantiene un atteggiamento ottimista sulle prospettive del prodotto. Radoslav Danilak, founder e CEO di Tachyum, ha dichiarato che il mercato sta assistendo a una vera battaglia per la supremazia nell'intelligenza artificiale, e l'azienda è entusiasta di presentare un chip innovativo capace di abilitare modelli AI con parametri superiori di molti ordini di grandezza rispetto alle sinapsi del cervello umano, il tutto a una frazione del costo delle soluzioni esistenti.
Il contesto competitivo nel quale Tachyum si prepara a entrare è estremamente dinamico, con colossi tecnologici e startup che investono miliardi nello sviluppo di architetture specializzate per l'AI. La promessa di un processore universale che possa gestire sia carichi di lavoro di intelligenza artificiale che di calcolo ad alte prestazioni rappresenta un approccio ambizioso, ma la lunga gestazione del progetto fa sorgere diverse domande sulla capacità dell'azienda di mantenere la competitività tecnologica in un settore che evolve così rapidamente.