Il mondo del software libero ha assistito a un nuovo episodio della leggendaria irascibilità di Linus Torvalds, il creatore di Linux, che questa volta ha preso di mira un ingegnere di Google con una delle sue più dure critiche pubbliche. La situazione è degenerata quando Palmer Dabbelt, membro del team Android di Google, ha inviato una richiesta di integrazione di codice RISC-V per il kernel Linux 6.17, ricevendo una risposta che ha fatto tremare l'intera comunità degli sviluppatori. La reazione di Torvalds non si è limitata a un semplice rifiuto, ma si è trasformata in una demolizione sistematica tanto del codice quanto dei tempi di consegna.
La furia del "dittatore benevolo" di Linux
La risposta di Torvalds alla richiesta intitolata "RISC-V Patches for the 6.17 Merge Window, Part 1" è stata impietosa e diretta come un pugno nello stomaco. "No. Questo è spazzatura ed è arrivato troppo tardi", ha tuonato il programmatore finlandese, aggiungendo che aveva esplicitamente richiesto contributi anticipati a causa dei suoi impegni di viaggio. La critica si è poi intensificata quando Torvalds ha sottolineato che il codice aggiungeva "varia spazzatura" non specifica per RISC-V ai file di intestazione generici del sistema.
Ma l'invettiva non si è fermata alla semplice bocciatura tecnica. Torvalds ha continuato la sua filippica spiegando che si trattava di "roba che nessuno dovrebbe mai inviarmi", tanto meno in ritardo durante una finestra di merge. Il tono utilizzato dal creatore di Linux ha ricordato ai veterani della comunità open source perché il suo carattere sia diventato leggendario quanto il suo codice.
Quando il codice "peggiora il mondo"
L'analisi tecnica di Torvalds ha raggiunto vette di sarcasmo raramente viste anche nei suoi standard. Descrivendo le aggiunte indesiderate nel codice RISC-V proposto, ha dichiarato che il software "rende il mondo un posto attivamente peggiore in cui vivere". Una frase che, nel gergo informatico, equivale a una sentenza di morte professionale. L'ingegnere di Google si è visto recapitare un ultimatum chiaro: niente più richieste tardive e soprattutto niente più codice scadente al di fuori dell'albero RISC-V.
La conclusione del messaggio di Torvalds ha assunto i toni di un avvertimento formale. "Sei avvisato", ha scritto rivolgendosi direttamente a Dabbelt, raccomandando fortemente di presentarsi in anticipo per il kernel Linux 6.18 e possibilmente "senza la spazzatura", nel caso non fosse stato sufficientemente chiaro il concetto.
Le reazioni della comunità tecnologica
I social media hanno reagito con opinioni contrastanti a questo nuovo episodio del carattere esplosivo di Torvalds. Da una parte, molti sviluppatori veterani riconoscono l'efficacia della comunicazione diretta e senza filtri, specialmente quando supportata da ragionamenti tecnici costruttivi. Questa scuola di pensiero sottolinea che Torvalds non ha attaccato personalmente nessuno, limitandosi a una critica professionale, seppur dura.
Dall'altra parte, c'è chi sostiene che un approccio più diplomatico potrebbe essere altrettanto efficace. Come recita un antico proverbio italiano che ben si adatta alla situazione: "Il miele cattura più mosche dell'aceto". Tuttavia, come hanno ironizzato alcuni commentatori, un Torvalds più gentile priverebbe il mondo tecnologico di titoli memorabili e di quella schiettezza che, nel bene o nel male, caratterizza il panorama del software libero da decenni.
L'episodio rappresenta l'ennesima dimostrazione di come la gestione del progetto Linux mantenga standard qualitativi elevatissimi, anche a costo di scontri pubblici che farebbero tremare qualsiasi ambiente aziendale tradizionale. Resta da vedere se l'ingegnere di Google saprà riscattarsi con il kernel 6.18, stavolta rispettando sia i tempi che gli standard qualitativi richiesti dal "dittatore benevolo" di Linux.