Gli Stati Uniti hanno autorizzato l'esportazione degli acceleratori AI NVIDIA H200 verso la Cina, applicando però dazi del 25%. Una mossa che a prima vista potrebbe sembrare una concessione, ma che secondo fonti riportate da Bloomberg nasconde una strategia ben più complessa per mantenere il predominio tecnologico americano nel settore dell'intelligenza artificiale. La decisione sarebbe stata fortemente influenzata dai recenti progressi di Huawei, che con i suoi sistemi CloudMatrix 384 e i chip Ascend 910C sta raggiungendo livelli prestazionali comparabili sia agli H200 che alla piattaforma GB200 NVL72 di NVIDIA.
Il contesto geopolitico dell'AI rivela dinamiche intricate: da un lato Washington cerca di limitare l'accesso alle tecnologie più avanzate come l'architettura Blackwell, dall'altro riconosce che un blocco totale potrebbe accelerare l'indipendenza tecnologica cinese. L'ecosistema software CUDA di NVIDIA rappresenta infatti un vantaggio strategico difficilmente replicabile nel breve termine. Aziende come DeepSeek continuano a preferire gli acceleratori basati su CUDA per l'addestramento di modelli AI avanzati, nonostante la Cina stia sviluppando alternative open-source come l'instruction set CANN.
Le implicazioni di mercato sono rilevanti per l'intera industria dei semiconduttori. NVIDIA aveva cancellato ordini per 5,5 miliardi di dollari di chip AI destinati al mercato cinese nell'aprile 2025, una perdita significativa che questa nuova apertura potrebbe parzialmente compensare. Tuttavia, il CEO Jensen Huang si era mostrato scettico solo la settimana scorsa sulla reale domanda cinese per gli H200, dato che le restrizioni all'esportazione hanno spinto le aziende locali a investire pesantemente in soluzioni domestiche.
Il vero punto di svolta potrebbe essere rappresentato dalle capacità produttive di Huawei. Secondo Bloomberg, mentre circolano voci che il colosso cinese si prepari ad aumentare la produzione dei chip 910C fino a 600.000 unità nel 2026, fonti interne all'amministrazione americana parlano di stime ancora più ambiziose: diversi milioni di unità dello stesso acceleratore potrebbero essere prodotte nello stesso anno. Questi numeri trasformerebbero Huawei in un concorrente diretto di NVIDIA sul mercato interno cinese, riducendo drasticamente la dipendenza da fornitori stranieri.
La strategia dell'amministrazione Trump appare quindi duplice: consentire l'esportazione degli H200 con un dazio significativo genera entrate immediate e mantiene una presenza di mercato per NVIDIA, mentre le restrizioni su Blackwell preservano il vantaggio tecnologico delle piattaforme AI occidentali di frontiera. Questo approccio selettivo alle esportazioni riflette la consapevolezza che la competizione nell'AI si gioca ormai esclusivamente sul campo delle prestazioni pure, dove ogni generazione di chip può determinare anni di supremazia nel settore.