Il Microsoft Store si prepara ad integrare una funzione tanto banale quanto comoda: la possibilità di disinstallare le applicazioni direttamente dalla propria interfaccia, senza dover passare dalle impostazioni. La novità è attualmente in fase di test nel circuito Windows Insider e rappresenta un ulteriore passo nel percorso di maturazione di una piattaforma che, dopo un lancio problematico, ha progressivamente guadagnato credibilità presso sviluppatori e utenti finali, pur non essendo ancora esente da problemi.
La funzionalità è disponibile per gli utenti del programma Windows Insider che hanno installato la versione 22510.1401.x.x o superiore del Microsoft Store. Microsoft ha comunicato l'aggiornamento in un post sul blog ufficiale, ma la notizia è passata in secondo piano rispetto all'annuncio sull'espansione dell'esperienza a schermo intero di Xbox per PC. Il rollout avviene in modo graduale, seguendo la consueta strategia di distribuzione progressiva adottata dall'azienda di Redmond per testare la stabilità delle nuove implementazioni prima del rilascio pubblico.
La nuova opzione consente di rimuovere le applicazioni gestite dallo Store direttamente dalla pagina della libreria personale, eliminando la necessità di passare attraverso menu esterni. Fino ad oggi, gli utenti dovevano navigare nelle Impostazioni di Windows o ricorrere a metodi manuali per disinstallare software scaricati dal Microsoft Store, una frammentazione dell'esperienza utente che contrastava con la filosofia di ecosistemi più integrati come quello di Apple. L'implementazione risponde a numerosi feedback della community, come confermato dal team di sviluppo.
Il percorso di evoluzione del Microsoft Store è stato tutt'altro che lineare. Al momento del lancio, la piattaforma presentava limitazioni importanti che ne hanno compromesso l'adozione: catalogo ridotto, performance insoddisfacenti e requisiti tecnici stringenti per gli sviluppatori. La svolta è arrivata quando Microsoft ha deciso di aprire lo Store alle applicazioni legacy e desktop tradizionali, eliminando la necessità di modifiche sostanziali al codice sorgente. Oggi la piattaforma supporta Win32, UWP, PWA, .NET MAUI ed Electron, offrendo agli sviluppatori una flessibilità senza precedenti nel panorama degli app store.
Tra le modifiche cruciali c'è la possibilità per gli sviluppatori di ospitare le proprie applicazioni su server proprietari, anziché sui server Microsoft. Questa scelta ha attirato nomi di primo piano del settore software: Adobe Creative Cloud, Discord, Slack e Spotify sono oggi disponibili attraverso il Microsoft Store, conferendo alla piattaforma una credibilità prima impensabile. Il catalogo si è arricchito progressivamente, trasformando lo Store da contenitore di app marginali a canale di distribuzione legittimo per software professionali e consumer di fascia alta.
All'inizio del 2025, Microsoft ha ulteriormente incentivato la partecipazione degli sviluppatori eliminando la tariffa di iscrizione individuale, che ammontava a 19 dollari per un pagamento una tantum. La mossa posiziona Microsoft in modo competitivo rispetto a Google, che richiede 25 dollari come quota unica, e soprattutto ad Apple, il cui programma sviluppatori costa 99 dollari all'anno. La strategia di abbattimento delle barriere economiche si inserisce in un disegno più ampio volto a consolidare Windows 11 come piattaforma appetibile per gli sviluppatori, in un momento in cui la concorrenza degli app store alternativi e delle distribuzioni dirette si fa sempre più agguerrita.