La Commissione Europea ha inflitto a X una multa da 120 milioni di euro per violazione degli obblighi di trasparenza previsti dal Digital Services Act, segnando il primo provvedimento formale per non conformità dalla nascita della normativa nel 2022. La decisione rappresenta un precedente cruciale per l'applicazione del DSA, il framework regolatorio che impone alle piattaforme digitali di rimuovere contenuti dannosi e garantire la protezione degli utenti nell'Unione Europea. La sanzione arriva dopo due anni di indagini sul social network precedentemente noto come Twitter, concentratesi sull'efficacia delle misure contro la manipolazione informativa e la diffusione di contenuti illegali.
Le violazioni contestate dai regolatori europei riguardano tre aree critiche dell'infrastruttura di X. Il sistema della "spunta blu" per gli account verificati risulta fuorviante secondo la Commissione, poiché consente l'acquisto del badge senza un processo di verifica identitaria significativo. Questa pratica inganna gli utenti sulla reale autenticità degli account, rendendo difficile distinguere profili genuini da quelli potenzialmente fraudolenti e aumentando l'esposizione a truffe e manipolazioni coordinate.
Il database pubblicitario della piattaforma è stato giudicato inadeguato rispetto ai requisiti di accessibilità imposti dal DSA. La Commissione ha rilevato ritardi eccessivi nell'elaborazione dei dati e barriere artificiali che ostacolano l'individuazione di truffe pubblicitarie, campagne di disinformazione coordinate e violazioni normative. L'archivio pubblicitario manca delle funzionalità di trasparenza richieste dalla legislazione europea, compromettendo la capacità di analisti e autorità di monitorare l'ecosistema pubblicitario della piattaforma.
Il terzo punto di non conformità riguarda l'accesso ai dati pubblici per i ricercatori. X ha implementato ostacoli tecnici e procedurali che bloccano l'analisi indipendente dei rischi sistemici affrontati dagli utenti europei, contravvenendo alle disposizioni DSA che garantiscono alla comunità accademica l'accesso a informazioni necessarie per studiare fenomeni come disinformazione, manipolazione algoritmica e diffusione di contenuti dannosi.
Henna Virkkunen, vicepresidente esecutiva per la sovranità tecnologica dell'UE, ha sottolineato la portata della decisione: "Ingannare gli utenti con spunte blu, oscurare informazioni sulle pubblicità e bloccare i ricercatori non hanno posto nell'ambiente digitale europeo. Il DSA protegge gli utenti e fornisce ai ricercatori gli strumenti per scoprire minacce potenziali, ripristinando fiducia nell'ecosistema online".
La Commissione ha concesso a X 60 giorni lavorativi per risolvere le violazioni relative al sistema di verifica degli account e 90 giorni per presentare piani d'azione correttivi su accesso ricercatori e trasparenza pubblicitaria. Il mancato rispetto delle scadenze potrebbe innescare sanzioni periodiche aggiuntive, con un meccanismo punitivo progressivo previsto dal framework normativo.