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a cura di Manolo De Agostini

L'Italia rimane l'unico paese, insieme alla Danimarca, ad andare contro la tendenza nei paesi Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) di riduzione del tasso di pirateria di software. Il tasso di duplicazione illegale di software nel nostro paese è cresciuto infatti nel 2004 raggiungendo il 50%.

E' quanto emerge dalla ricerca annuale commissionata da BSA (Business Software Alliance), organizzazione internazionale per la lotta contro la duplicazione illegale di software, e condotta dalla società di ricerca Idc sulla pirateria a livello mondiale.

Mentre il tasso di pirateria lo scorso anno è diminuito nell'Unione europea passando dal 37% al 35% e nella più ampia area dell'Emea passando dal 41% al 39%, in Italia il tasso d'incidenza dei software contraffatti è cresciuto dal 49% al 50% nel 2004 confermando così la sua posizione tra i 25 dell'area Ue al secondo posto dopo la Grecia, riferisce BSA in un comunicato.

La società di ricerca che ha condotto l'indagine ha stimato che le perdite economiche per il settore in Italia siano di quasi 1 miliardo e 200 milioni di euro.

Gli altri paesi ad economia avanzata sono caratterizzati dalla tendenza a un leggero decremento nei tassi medi di illegalità nell'impiego del software; nel Nord America, per esempio il tasso di pirateria nel corso del 2004 è calato dal 23 al 22%, si apprende dalla ricerca.