Le acque gelide della Groenlandia settentrionale custodivano un segreto capace di riscrivere la storia dell’evoluzione marina di oltre mezzo miliardo di anni fa. Un team internazionale di paleontologi ha scoperto che i nectocarididi, antichi predatori marini finora considerati parenti primitivi dei calamari, erano in realtà gli antenati di organismi molto più semplici: i vermi freccia. Questa rivelazione ribalta decenni di ipotesi e dimostra come l’evoluzione possa seguire percorsi inattesi verso la semplificazione.
Il tesoro paleontologico di Sirius Passet
La località di Sirius Passet, nella Groenlandia del Nord, si è rivelata fondamentale per lo studio dell’esplosione cambriana. Qui, circa 518 milioni di anni fa, condizioni eccezionali hanno permesso di fossilizzare non solo i tessuti molli, ma anche apparati interni come sistemi digestivi, muscoli e perfino parti del sistema nervoso. Il dottor Jakob Vinther dell’Università di Bristol, che ha co-diretto la ricerca con colleghi coreani e danesi, ha definito il sito “un tesoro inestimabile” per la paleontologia.
L’interpretazione dei nectocarididi come cefalopodi primitivi risale a una ricerca di quindici anni fa sui fossili del Burgess Shale in Canada, ma non aveva mai convinto del tutto gli esperti. “L’ipotesi avrebbe stravolto tutto ciò che sappiamo sui cefalopodi, e l’anatomia dei fossili non era coerente”, ricorda Vinther.
La prova decisiva nel sistema nervoso
L’analisi di 25 nuovi esemplari ha permesso di individuare un elemento chiave: la presenza del ganglio ventrale, caratteristica unica dei vermi freccia moderni. Questa massa nervosa, facilmente mineralizzabile durante la decomposizione, ha fornito la prova definitiva. “Tutti i fossili conservavano questo dettaglio anatomico”, ha spiegato Tae-Yoon Park del Korean Polar Institute.
I nectocarididi possedevano occhi complessi e arti specializzati, rendendoli predatori dominanti del Cambriano, come dimostrano i resti di artropodi Isoxys trovati nei loro apparati digerenti. I loro discendenti odierni, invece, hanno capacità visive minime e vivono come creature semplici e poco appariscenti.
Il nuovo fossile è stato battezzato Nektognathus evasmithae, in onore della professoressa Eva Smith, pioniera dei diritti umani in Danimarca. “Era un combattente intelligente e furtivo, proprio come l’animale che porta il suo nome”, ha concluso Vinther.