Nel complesso mondo della rigenerazione cellulare, i ricercatori hanno individuato un meccanismo tanto affascinante quanto potenzialmente pericoloso, capace di cambiare il modo in cui comprendiamo la guarigione dei tessuti. Questo processo, chiamato catartocitosi dal greco “pulizia cellulare”, è una sorta di scorciatoia biologica che le cellule utilizzano per liberarsi rapidamente dei propri “rifiuti” interni quando devono rigenerarsi. La scoperta, emersa da uno studio sui topi condotto alla Washington University School of Medicine e al Baylor College of Medicine, apre nuovi scenari sulla guarigione ma anche sui rischi di degenerazione tumorale.
Jeffrey W. Brown, primo autore dello studio, paragona il fenomeno a una forma di “vomito cellulare” che permette alle cellule di eliminare in fretta le strutture interne che impedirebbero la rigenerazione. Dopo un trauma, infatti, i meccanismi maturi di una cellula diventano un ostacolo al processo di riparazione. Con la catartocitosi, le cellule si liberano di questi ingombri e regrediscono a uno stato più primitivo, simile a quello delle cellule staminali, per moltiplicarsi e riparare i tessuti danneggiati. Questo processo si inserisce nella paligenosi, identificata nel 2018, durante la quale le cellule adulte abbandonano i loro ruoli specializzati e si riprogrammano verso uno stato immaturo, come accade nello sviluppo embrionale.
Quando la pulizia diventa caotica
Inizialmente si pensava che la “pulizia” avvenisse esclusivamente nei lisosomi, organelli specializzati che digeriscono i rifiuti in modo ordinato. Ma Brown ha osservato sempre più detriti cellulari all’esterno delle cellule, capendo che non si trattava di episodi casuali, bensì di un processo sistematico della rigenerazione.
Utilizzando un modello murino di lesione gastrica, i ricercatori hanno osservato che questo “vomito” cellulare avveniva contemporaneamente in tutte le cellule dello stomaco. La catartocitosi si è così rivelata un meccanismo regolare di risposta al trauma, sebbene molto più disordinato rispetto ai metodi di smaltimento convenzionali.
Il prezzo della velocità: infiammazione e rischio tumorale
La rapidità ha però un costo. I detriti espulsi possono alimentare stati infiammatori, rendendo più difficile guarire da lesioni croniche e aumentando il rischio di tumori. Nello stomaco, dove le cellule sono longeve e accumulano mutazioni con l’età, il ritorno a uno stato staminale in presenza di infiammazione cronica può favorire l’espansione di mutazioni dannose. Gli studiosi sospettano che la catartocitosi giochi un ruolo anche nelle infezioni da Helicobacter pylori, già note per aumentare il rischio di cancro gastrico.
Questa scoperta apre prospettive per nuove strategie cliniche. Brown e colleghi hanno sviluppato un anticorpo capace di legarsi ai rifiuti espulsi durante la catartocitosi, utile per rilevare quando il processo è attivo. Questo biomarcatore potrebbe diventare uno strumento per diagnosticare stati precancerosi e intervenire in anticipo.
Secondo i ricercatori, capire meglio la catartocitosi permetterà in futuro di stimolare la guarigione dove serve, ma anche di bloccare le cellule che ne abusano in condizioni croniche, riducendo il rischio di cancro. Sebbene osservato nello stomaco, il fenomeno potrebbe riguardare anche altri tessuti, aprendo nuove strade per comprendere i processi di riparazione e le loro possibili deviazioni patologiche.