Nel cuore dell'Amazzonia, lungo le rive sabbiose del fiume Guaporé che segna il confine tra Brasile e Bolivia, si consuma ogni anno uno degli spettacoli naturali più straordinari del continente sudamericano. Migliaia di tartarughe giganti del Rio delle Amazzoni si radunano per la nidificazione, creando quello che gli scienziati hanno ora confermato essere il più grande sito riproduttivo conosciuto al mondo per questa specie minacciata. Questo fenomeno, però, ha rappresentato per decenni una sfida monumentale per i ricercatori che cercavano di contarne con precisione il numero, un dato cruciale per gli sforzi di conservazione.
La sfida del conteggio: quando i numeri raccontano storie diverse
L'entità del problema emerge chiaramente dai dati raccolti durante una recente ricerca: osservatori sul campo hanno contato circa 16.000 tartarughe, mentre le analisi delle immagini aeree tradizionali ne rilevavano quasi 79.000. Una discrepanza che non è solo un numero su carta, ma rappresenta un ostacolo concreto per chi lavora alla protezione di queste creature ancestrali, costantemente minacciate dai bracconieri che ne commercializzano carne e uova.
"Se gli scienziati non riescono a stabilire un conteggio accurato degli individui di una specie, come faranno a sapere se la popolazione è in declino o se gli sforzi per proteggerla stanno funzionando?", si interroga Ismael Brack, ricercatore post-dottorale presso l'Università della Florida e autore principale di uno studio che promette di rivoluzionare il monitoraggio della fauna selvatica.
L'innovazione tecnologica incontra la precisione statistica
La svolta è arrivata dalla collaborazione tra l'Università della Florida e la Wildlife Conservation Society, che ha sviluppato un metodo rivoluzionario combinando immagini aeree catturate da droni con modelli statistici avanzati. Per dodici giorni consecutivi, un drone ha sorvolato un'isola sabbiosa del Guaporé seguendo un percorso meticoloso, scattando 1.500 fotografie quattro volte al giorno.
Ma l'elemento più innovativo della ricerca è stato l'utilizzo di vernice bianca per marcare i gusci di 1.187 tartarughe. Questa tecnica, apparentemente semplice, ha permesso ai ricercatori di sviluppare modelli probabilistici che tengono conto del movimento degli animali, dei loro comportamenti e della probabilità di rilevare i segni identificativi sui gusci.
Quando la natura sfida la tecnologia
I risultati hanno rivelato aspetti sorprendenti del comportamento di questi antichi rettili che complicano enormemente il loro conteggio. Solo il 35% delle tartarughe che utilizzavano l'area di nidificazione era presente durante i voli dei droni, mentre il 20% di quelle fotografate appariva più volte nelle immagini composite - alcune fino a sette volte.
Le tartarughe giganti sudamericane sono creature eccezionalmente sociali, e le femmine si congregano annualmente tra luglio e agosto per nidificare nelle distese sabbiose del fiume. Questo comportamento gregario, pur essendo fondamentale per la sopravvivenza della specie, rende estremamente complesso ottenere conteggi precisi con i metodi tradizionali.
Un modello per il futuro della conservazione
L'approccio sviluppato dal team di ricerca, i cui risultati sono stati pubblicati sul Journal of Applied Ecology, ha prodotto una stima finale di circa 41.000 tartarughe, un numero che conferma questo sito come il più grande aggregato riproduttivo conosciuto per la specie. Ma l'importanza della ricerca va ben oltre il conteggio delle tartarughe amazzoniche.
"Descriviamo un modo innovativo per monitorare più efficacemente le popolazioni animali", spiega Brack. "E sebbene il metodo sia stato utilizzato per contare le tartarughe, potrebbe essere applicato anche ad altre specie." Il potenziale di applicazione spazia dalle foche marcate con la tosatura del pelo agli alci dotati di collari ad alta visibilità, fino alle capre di montagna segnate con pallini di vernice.
Il team di ricerca prevede di perfezionare ulteriormente i metodi di monitoraggio conducendo voli aggiuntivi non solo sul Guaporé, ma anche in altri paesi sudamericani dove si radunano queste tartarughe giganti, inclusi Colombia, Perù e Venezuela. L'obiettivo è creare una rete di monitoraggio che permetta di rilevare le tendenze demografiche e guidare gli investimenti nelle azioni di conservazione là dove sono più necessari.