L'evoluzione degli aracnidi potrebbe aver avuto inizio negli oceani primordiali, ben diversamente da quanto ipotizzato finora dalla comunità scientifica. Una recente ricerca condotta sui resti fossili di Mollisonia symmetrica, una creatura marina vissuta oltre 500 milioni di anni fa, ha rivelato sorprendenti somiglianze neurologiche con i ragni moderni. La scoperta, che rivoluziona le teorie sull'origine terrestre di ragni e scorpioni, si basa sull'analisi di un cervello fossile che presenta caratteristiche distintive tipiche degli aracnidi contemporanei.
Un cervello capovolto nascosto nel tempo
Il team guidato da Nicholas Strausfeld dell'Università dell'Arizona ha riesaminato un fossile conservato dal 1925 presso l'Harvard Museum of Comparative Zoology, originariamente rinvenuto nella Columbia Britannica. Quello che ha catturato l'attenzione dei ricercatori è stata l'organizzazione neurologica di Mollisonia, rimasta inosservata per quasi un secolo. A differenza delle aragoste ferrine moderne, con cui inizialmente si pensava fosse imparentata, questo antico organismo marino mostrava collegamenti neurali completamente diversi.
Le chelicere di Mollisonia, appendici simili a tenaglie utilizzate per dilaniare piccole prede, erano collegate a due aree neurali situate nella parte anteriore del sistema nervoso. Questa configurazione rappresenta l'esatto opposto di quanto osservato nelle aragoste ferrine, dove tali connessioni si trovano nella parte posteriore del cervello.
La firma neurologica degli aracnidi
Strausfeld definisce questa disposizione anatomica "il marchio distintivo di un cervello aracnide". La peculiare architettura neurologica, caratterizzata da una struttura ripiegata e invertita, posiziona le regioni chiave responsabili della pianificazione di movimenti complessi nella parte posteriore, avvicinandole ai neuroni che controllano il movimento delle zampe. Questa configurazione potrebbe spiegare la straordinaria destrezza e velocità che contraddistingue i ragni moderni.
La disposizione neurologica di Mollisonia si differenzia nettamente da quella di crostacei e insetti, suggerendo un percorso evolutivo distinto che porta direttamente agli aracnidi contemporanei. Questa evidenza anatomica supporta l'ipotesi che la creatura marina del Cambriano rappresenti un antenato diretto di ragni e scorpioni.
Dalle acque primordiali alla terraferma
L'epoca in cui visse Mollisonia, conosciuta come esplosione del Cambriano, fu caratterizzata da un drammatico aumento della diversità biologica e dalla prima comparsa di numerosi gruppi animali nei reperti fossili. Tuttavia, i primi fossili terrestri di aracnidi chiaramente riconoscibili appaiono decine di milioni di anni dopo l'esistenza di Mollisonia, creando un interessante paradosso temporale.
Strausfeld ipotizza che i primi aracnidi potrebbero essere stati creature anfibie, simili ai mollisonidi, che cacciavano le loro prede nella zona di marea. Questa teoria suggerisce un graduale processo di adattamento dall'ambiente marino a quello terrestre, piuttosto che un'origine esclusivamente terrestre come precedentemente teorizzato.
Conferme e cautele scientifiche
Mike Lee della Flinders University di Adelaide, non coinvolto nello studio, conferma che Mollisonia può ora essere considerata un aracnide primitivo. "Sappiamo ora che possedeva il cervello complesso di un aracnide, rappresentando quindi un parente acquatico ancestrale di ragni e scorpioni", sottolinea Lee.
Tuttavia, lo scienziato australiano invita alla prudenza interpretativa, considerando che le conclusioni si basano su un singolo esemplare fossile. Lee paragona efficacemente la sfida scientifica a "tentare di riassemblare una pavlova unica dopo che qualcuno l'ha fatta cadere", evidenziando le inevitabili incertezze che accompagnano l'interpretazione di reperti così antichi e delicati.