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Gli allergeni ci fanno tossire e piangere, bucando le cellule delle vie aeree

Il sistema immunitario rileva i danni alle membrane cellulari causati da proteine che formano pori, attivando così una risposta difensiva.

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a cura di Patrizio Coccia

Editor

Pubblicato il 31/07/2025 alle 10:02

La notizia in un minuto

  • Ricercatori cinesi hanno scoperto un nuovo meccanismo delle allergie respiratorie: proteine perforatrici che creano fori nelle cellule delle vie respiratorie, permettendo l'infiltrazione di ioni calcio e scatenando la risposta immunitaria
  • Due proteine della muffa Alternaria alternata, chiamate Aeg-S e Aeg-L, devono agire insieme per provocare reazioni allergiche, ribaltando l'approccio tradizionale che studiava singoli allergeni specifici
  • La scoperta apre una terza via terapeutica inedita: sviluppare farmaci preventivi che blocchino queste proteine dannose prima che creino i fori cellulari, offrendo nuove speranze per chi soffre di allergie croniche
Riassunto generato con l'IA. Potrebbe non essere accurato.

Nel mondo delle allergie respiratorie, una scoperta rivoluzionaria sta ribaltando decenni di convinzioni scientifiche consolidate. Ricercatori cinesi hanno identificato un meccanismo completamente nuovo che spiega perché alcuni allergeni scatenano quella cascata di starnuti, tosse e lacrimazione che tormenta milioni di persone. La chiave di tutto non risiede nella natura specifica di ciascun allergene, come si credeva finora, ma in un sistema di proteine perforatrici che letteralmente bucano le cellule delle nostre vie respiratorie.

Il duo distruttivo scoperto nella muffa

Il team di ricerca dell'Università Tsinghua di Pechino ha concentrato la propria attenzione su Alternaria alternata, una muffa responsabile di reazioni allergiche in circa il 5% della popolazione mondiale. All'interno di questo microorganismo hanno individuato due proteine, denominate Aeg-S e Aeg-L, che lavorano in tandem per creare veri e propri fori microscopici nelle membrane cellulari. Quando queste proteine agiscono insieme, perforano le cellule che rivestono naso, gola e polmoni, permettendo agli ioni calcio di infiltrarsi e scatenare l'allarme immunitario.

I test sui topi hanno dato risultati sorprendenti. Dopo sei ore dall’applicazione nel naso di due proteine, gli animali mostravano segni di infiammazione alle vie respiratorie simili a quelli causati da un fungo chiamato Alternaria alternata. Ma il risultato più importante è arrivato dopo due settimane di trattamenti ripetuti: i topi hanno sviluppato una vera e propria allergia respiratoria, con alti livelli di anticorpi nel sangue.

Il meccanismo che innesca le allergie potrebbe essere universale

Una nuova frontiera terapeutica

Secondo Mo Xu, coautore dello studio pubblicato su Nature, il danneggiamento delle membrane cellulari causato da queste proteine perforatrici potrebbe rappresentare "un segnale comune che il nostro organismo utilizza per riconoscere qualcosa come allergene". Questa ipotesi stravolge l'approccio tradizionale alla ricerca allergologica, che si è sempre concentrata sullo studio di singoli allergeni piuttosto che sulla ricerca di meccanismi generalizzabili.

Feargal Ryan, esperto di interazioni ospite-microbo presso la Flinders University di Adelaide, sottolinea come questa scoperta metta in discussione le conoscenze consolidate sui meccanismi scatenanti delle allergie. Prima di questo studio, la comunità scientifica non aveva una comprensione chiara di come si innescassero le risposte immunitarie agli allergeni, limitandosi a osservare gli effetti senza comprendere appieno le cause primarie.

Implicazioni per il futuro delle cure

Le strategie terapeutiche attuali per il trattamento delle allergie si basano principalmente su due approcci: neutralizzare direttamente l'allergene oppure intervenire sulle risposte immunitarie che si sviluppano successivamente. Con questa nuova comprensione del ruolo delle proteine perforatrici, i ricercatori possono ora esplorare una terza via terapeutica completamente inedita.

L'aspetto più promettente della ricerca risiede nella possibilità di sviluppare trattamenti mirati che blocchino l'azione di queste proteine dannose prima che possano creare i fori cellulari responsabili dell'attivazione immunitaria. Un elemento cruciale emerso dagli esperimenti è che le due proteine devono agire simultaneamente per scatenare la reazione allergica: quando somministrate separatamente, non producono alcun effetto significativo.

Questa scoperta apre scenari inediti per lo sviluppo di farmaci preventivi che potrebbero intercettare il processo allergico alla sua origine, offrendo nuove speranze a chi soffre di allergie respiratorie croniche. La ricerca rappresenta un punto di svolta che potrebbe trasformare radicalmente l'approccio clinico alle patologie allergiche nei prossimi anni.

Fonte dell'articolo: www.nature.com

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