L’artrosi del ginocchio è una delle patologie articolari più diffuse, ma la sua diagnosi continua a basarsi spesso su pratiche non raccomandate. Nonostante le linee guida internazionali sconsiglino l’uso routinario delle radiografie, quasi la metà dei nuovi pazienti australiani viene ancora sottoposta a imaging, con un costo superiore ai 100 milioni di dollari l’anno e conseguenze sulla percezione della malattia.
L’impatto psicologico delle radiografie
Uno studio condotto su 617 persone ha dimostrato che l’uso delle radiografie modifica profondamente l’approccio mentale del paziente. Chi aveva visto le proprie immagini era più convinto della necessità di un intervento chirurgico, con un incremento del 36% rispetto a chi riceveva solo una diagnosi clinica. Le radiografie hanno alimentato preoccupazioni sul peggioramento della patologia e paura del movimento, pur aumentando la soddisfazione per la diagnosi ricevuta, legata alla sensazione di “vedere” il danno articolare.
L’artrosi del ginocchio colpisce soprattutto gli anziani, chi è in sovrappeso e chi ha subito traumi. Non è però solo “usura”, ma un processo complesso che coinvolge ossa, cartilagini, muscoli e legamenti. Studi clinici hanno dimostrato che non esiste una correlazione diretta tra i danni visibili alla radiografia e l’intensità del dolore: alcune persone con lesioni minime soffrono molto, mentre altre con alterazioni marcate hanno sintomi lievi.
Alternative alla chirurgia
Nel solo biennio 2021-2022 oltre 53.000 australiani si sono sottoposti a sostituzione del ginocchio, per una spesa di 3,7 miliardi di dollari. Ma la chirurgia dovrebbe restare l’ultima opzione, riservata a casi gravi e resistenti ai trattamenti conservativi. La maggior parte dei pazienti può gestire la condizione con educazione, esercizio mirato, controllo del peso e farmaci antidolorifici come paracetamolo o antinfiammatori non steroidei. Questi approcci comportano rischi minori rispetto all’intervento, che può causare complicanze come infezioni o trombosi.
Le linee guida raccomandano una diagnosi clinica basata sull’età (sopra i 45 anni) e sui sintomi tipici: dolore durante l’attività e rigidità mattutina inferiore a 30 minuti. Ridurre l’uso improprio delle radiografie significa abbassare l’ansia dei pazienti, evitare preoccupazioni eccessive sul “danno” articolare e limitare la richiesta di interventi costosi e non sempre necessari. Per chi soffre di artrosi al ginocchio, la consapevolezza delle opzioni non invasive è fondamentale per ridurre il dolore e mantenere la mobilità senza ricorrere subito al bisturi.