Una ricerca dell’Università di Copenaghen ha sviluppato BAETA, un materiale innovativo ottenuto dal riciclo del polietilene tereftalato (PET), la plastica usata in bottiglie e tessuti che costituisce una delle principali fonti di inquinamento marino. Diversamente dal riciclo tradizionale, il processo trasforma il PET in una polvere capace di legare chimicamente la CO2 con un’efficienza paragonabile alle tecnologie di cattura del carbonio già disponibili. La sintesi, condotta a temperatura ambiente, rende il metodo particolarmente adatto a una futura applicazione su scala industriale.
Flessibilità termica per l'industria pesante
Il BAETA mantiene la propria efficacia fino a 150 gradi Celsius, un vantaggio cruciale per l’uso in impianti industriali dove i gas di scarico sono molto caldi. Secondo Jiwoong Lee, coautore dello studio, questa caratteristica rende il materiale perfetto per un’adozione immediata negli stabilimenti. I gas passano attraverso unità riempite di BAETA, che cattura l’anidride carbonica. Una volta saturo, il materiale viene rigenerato tramite riscaldamento, rilasciando la CO2 concentrata da stoccare o riutilizzare in tecnologie Power-to-X.
Il progetto punta in particolare sul PET altamente degradato che galleggia negli oceani. Proprio la plastica più difficile da riciclare – colorata, mista o in stato avanzato di decomposizione - diventa la risorsa ideale per il processo di upcycling. L’approccio non compete con i sistemi di riciclo tradizionali, ma li integra, offrendo un nuovo impiego per materiali altrimenti inutilizzabili e dannosi per gli ecosistemi marini.
Dal laboratorio al mercato: la sfida degli investimenti
Lo studio, pubblicato su Science Advances, ha dimostrato l’efficacia del processo in laboratorio, ma la vera sfida è attrarre i finanziamenti necessari alla produzione su larga scala. Il PET, composto per oltre il 60% da carbonio, viene decomposto grazie all’aggiunta di etilendiammina, che lo trasforma in un materiale capace di legare stabilmente la CO2. Secondo i ricercatori, questa tecnologia potrebbe non solo abbattere le emissioni ma anche fornire un incentivo economico concreto per ripulire gli oceani, trasformando i rifiuti in una risorsa strategica contro il cambiamento climatico.