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Ghiacciai, il conto alla rovescia è iniziato: ecco cosa accadrà

Nuovi modelli climatici analizzano 211.000 ghiacciai: con +2,7°C il 79% scomparirà, minacciando acqua, coste e milioni di persone.

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Avatar di Antonello Buzzi

a cura di Antonello Buzzi

Senior Editor @Tom's Hardware Italia

Pubblicato il 16/12/2025 alle 08:55

La notizia in un minuto

  • Con le attuali politiche climatiche che prevedono un riscaldamento di 2,7°C, il 79% dei ghiacciai mondiali scomparirà entro il 2100, triplicando il tasso attuale di perdita da 1.000 a 3.000 ghiacciai annui entro il 2040
  • La fusione accelerata minaccia 2 miliardi di persone che dipendono dai bacini idrografici alimentati da neve e ghiaccio montano, contribuendo con 25 centimetri aggiuntivi all'innalzamento degli oceani
  • Anche nello scenario più ottimistico con riscaldamento limitato a 1,5°C si perderebbe il 55% delle masse glaciali, mentre regioni come il Canada occidentale, gli Stati Uniti continentali e le Alpi europee vedranno quasi completamente scomparire i loro ghiacciai

Riassunto generato con l’IA. Potrebbe non essere accurato.

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Il destino dei ghiacciai terrestri si sta delineando con una precisione senza precedenti grazie a nuovi modelli climatici che hanno analizzato l'evoluzione di tutti i 211.000 ghiacciai del pianeta fino alla fine del secolo. La ricerca, condotta da un team internazionale guidato da Lander Van Tricht del Politecnico di Zurigo (ETH Zurich), rivela uno scenario allarmante: con le attuali politiche climatiche, che proiettano un riscaldamento globale di 2,7°C rispetto ai livelli preindustriali, il 79% delle masse glaciali mondiali scomparirà entro il 2100. Si tratta di una revisione al rialzo rispetto alle stime precedenti, che delinea conseguenze drammatiche per l'approvvigionamento idrico di 2 miliardi di persone e per l'innalzamento del livello dei mari.

Lo studio, realizzato in collaborazione con David Rounce della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, ha utilizzato sofisticati modelli climatici per simulare l'evoluzione glaciale sotto diversi scenari di riscaldamento globale. I ricercatori hanno calcolato che attualmente stiamo perdendo circa 1.000 ghiacciai all'anno, una cifra destinata a triplicare entro il 2040, raggiungendo quota 3.000 ghiacciai annui, anche qualora i paesi rispettassero gli obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio stabiliti negli accordi internazionali. Negli ultimi due decenni, almeno 4.000 ghiacciai sono già scomparsi, segnando l'inizio di una trasformazione irreversibile del paesaggio montano globale.

La metodologia dello studio ha permesso di proiettare non solo il destino complessivo delle masse glaciali, ma anche la velocità di perdita anno per anno e regione per regione. Un elemento chiave emerso dall'analisi riguarda la dinamica temporale della fusione: il tasso di perdita raggiungerà il picco massimo intorno alla metà del secolo, per poi rallentare quando i ghiacciai più piccoli delle catene montuose saranno già scomparsi, lasciando solo quelli di maggiori dimensioni nell'Artico e in Antartide. Come spiega Van Tricht, per i ghiacciai più grandi serve semplicemente molto più tempo per sciogliere il ghiaccio, quindi scompariranno più tardi.

Con le politiche climatiche attuali, il Canada occidentale e gli Stati Uniti continentali perderanno quasi tutti i loro ghiacciai entro il 2100

Le simulazioni hanno esaminato quattro diversi scenari di riscaldamento globale, ciascuno con implicazioni drasticamente diverse per la sopravvivenza dei ghiacciai. Se l'umanità riuscisse a limitare il riscaldamento a 2°C, come previsto dagli accordi di Parigi, il 63% dei ghiacciai scomparirebbe comunque. Nel caso più ottimistico, con un contenimento del riscaldamento a 1,5°C, si perderebbe il 55% delle masse glaciali, un dato significativamente superiore alle stime precedenti che prevedevano una perdita del 50%. Lo scenario peggiore, con un riscaldamento di 4°C in assenza di adeguate politiche di mitigazione, comporterebbe la scomparsa del 91% dei ghiacciai terrestri.

Le conseguenze di questa fusione accelerata si manifestano su molteplici fronti. Dal punto di vista dell'innalzamento marino, la perdita dei ghiacciai è proiettata per contribuire con 25 centimetri aggiuntivi al livello degli oceani entro la fine del secolo. Ma l'impatto più immediato riguarda le risorse idriche: due miliardi di persone vivono in bacini idrografici alimentati da neve e ghiaccio montano, molte delle quali dipendono dai fiumi che originano dai ghiacciai himalayani. La riduzione delle masse glaciali compromette il rifornimento idrico estivo derivante dalla fusione stagionale, su cui molte regioni fanno affidamento per l'irrigazione agricola.

La ricerca evidenzia anche l'aumento della frequenza di eventi catastrofici legati alla fusione glaciale, come le inondazioni causate dal rilascio improvviso di acqua dai laghi glaciali. Un esempio drammatico è l'evento che nel 2023 ha causato 55 vittime in India, un fenomeno destinato a intensificarsi con l'accelerazione della fusione. A livello regionale, le proiezioni sono particolarmente severe per determinate aree: il Canada occidentale e gli Stati Uniti continentali perderanno quasi completamente i loro ghiacciai entro il 2100 seguendo le attuali politiche climatiche. Il Glacier National Park del Montana, ironicamente, sarà quasi privo di ghiacciai, sebbene potrebbero permanere alcune mini-masse glaciali o placche di ghiaccio secondo ricerche in corso dello United States Geological Survey.

Anche le Alpi europee affronteranno una trasformazione radicale, destinata a restare quasi completamente priva di ghiacciai. Matthias Huss, dell'ETH Zurich e coautore dello studio, ha partecipato nel 2019 insieme a 250 persone a una cerimonia commemorativa per i resti del ghiacciaio Pizol. Queste "cerimonie funebri" per i ghiacciai, documentate dal sito Global Glacier Casualty List, rappresentano non solo un momento di lutto ma anche un'occasione per comunicare al pubblico che siamo legati ai nostri ghiacciai e se scompaiono, questo ha importanza per noi. David Rounce sottolinea però che non tutto è perduto: "Perderemo molti dei nostri ghiacciai, ma abbiamo anche la capacità di preservarne molti".

Fonte dell'articolo: www.newscientist.com

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