Batterie che durano il 40% in più con la lega di silicio e litio

Una batteria con anodo basato su una lega di silicio e litio potrebbe aumentare l'autonomia dei dispositivi elettronici del 40%. 3M, l'azienda che ha creato questa soluzione, sta già parlando con i produttori per concederla in licenza.

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a cura di Manolo De Agostini

3M ha sviluppato un nuovo anodo che potrebbe permettere alle future batterie di offrire un'autonomia superiore del 40 percento rispetto agli standard odierni. Il nuovo anodo è in grado di aumentare la densità energetica delle batterie agli ioni di litio, le più usate nei dispositivi elettronici come gli smartphone, i tablet o i portatili.

Secondo quanto rivelato dall'azienda l'anodo è fatto di una lega di silicio e litio che offre una densità energetica superiore del 20 percento quando è accoppiata a un catodo standard. Quando l'anodo è accoppiato a un particolare catodo sempre sviluppato da 3M, l'anodo può aumentare la densità energetica della batteria fino al 40%.

Tradizionalmente è la grafite il materiale usato per realizzare l'anodo della batterie, ma la sua densità energetica non raggiunge livelli elevatissimi. L'anodo ha silicio di 3M potrebbe fare il suo debutto in prodotti commerciali molto presto, in quanto l'azienda non ha perso tempo e sta parlando con i produttori di batterie interessati ad acquisire in licenza questa tecnologia.

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La produzione dell'anodo al silicio è in corso in questo momento nello stabilimento di Cottage Grove, in Minnesota, e il dirigente Chris Miller ha aggiunto che effettivamente 3M sta già lavorando con alcuni OEM, senza però rivelare alcun nome.

È interessante notare come l'azienda abbia ricevuto dal Dipartimento per l'Energia (DOE) degli Stati Uniti un finanziamento di 4,6 milioni di dollari per realizzare batterie ad alta densità energetica dedicate ai veicoli elettrici, e che 3M non sia la sola a lavorare sull'anodo al silicio.

Oltre alle diverse ricerche, tra cui ricordiamo quella (molto interessante) della Northwestern University, troviamo anche la startup Amprius, di cui avevamo già parlato e che è sovvenzionata dall'ex CEO di Google Eric Schmidt, dal fondo VantagePoint Venture Partners e dalla Stanford University.