Cook stringe la mano a Samsung, la guerra di Jobs è finita

Entro tre mesi i numeri uno di Samsung e Apple si incontreranno a San Francisco per trovare un punto d'incontro che chiuda tutti i contenziosi in corso. Gli avvocati sono troppo costosi, e non vale più la pena continuare a litigare per motivi futili.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Samsung e Apple potrebbero mettere fine alla battaglia legale planetaria che li vede protagonisti da lungo tempo. Le due aziende hanno fatto il primo gesto distensivo accettando il consiglio del giudice federale Lucy Koh di tenere un incontro di mediazione per trovare una soluzione pacifica ai contenziosi. Entro tre mesi San Francisco sarà teatro dell'incontro fra il numero uno di Apple Tim Cook, l'amministratore delegato di Samsung Gee-Sung Choi e i rispettivi consiglieri generali. A fare da moderatore ci sarà il guidice Joseph Spero.

L'idea era già nell'aria da qualche settimana, quando Apple aveva aperto a Samsung e Motorola offrendo il pagamento di royalty in cambio della chiusura delle azioni legali in corso a livello globale. Ora questa ipotesi diventa concreta, sempre ammesso che il tutto non si risolva senza nemmeno arrivare a un balzello fisso.

Apple e Samsung si stringeranno la mano

Bloomberg ha commentato la notizia scrivendo che "il CEO di Apple Tim Cook non sembra condividere la passione del suo predecessore. Cook interpreta il contenzioso come un male necessario, non come un veicolo di vendetta cosmica". L'osservazione è corretta: Jobs era disposto a innescare una irrazionale guerra termonucleare contro Android, Cook è un uomo d'affari molto in gamba e si limita a svolgere bene il suo lavoro.

Il tutto in effetti si riduce a una questione fiscale: basta poco per capire che mettendo sulla bilancia quello che stanno costando le oltre 40 cause legali aperte in più di 10 Paesi, e i benefici che si ricaverebbero vincendole il gioco non vale la candela. Anzi, l'andamento altalenante dei procedimenti giudiziari, con i giudici che alternano sapientemente vittorie per l'una o per l'altra contendente (dimostrando che nessuna delle due ha nettamente ragione o torto), rende questo circo estremamente dispendioso e certamente ingiustificato.

Oltre tutto non è da dimenticare che Samsung e Apple sono partner commerciali: l'azienda sud coreana produce il display Retina, le batterie e altri componenti dei nuovi iPad, tanto che per ciascun iPad LTE da 32 GB venduto Samsung incassa fra il 30,2 e il 39,4 percento del prezzo di listino. Se Apple dovesse scaricare il suo primo fornitore avrebbe non poche difficoltà a mantenere i ritmi di produzione: ha già valutato altre opzioni, ma nessuna finora a tenuto il passo di Samsung per qualità e ritmo.

Basta giocare, si torna a lavorare seriamente 

Quanto a Samsung, probabilmente ha depositato una montagna di denunce contro Apple solo perché ne aveva piene le scatole di essere a sua volta denunciata, ma non è da escludere che l'azienda sud coreana incassi più soldi dalla vendita degli iPad che da quelle dei Galaxy Tab, quindi lunga a vita ad Apple, e nulla importa dei brevetti 3G, degli emoticon e di queste quisquilie che potrebbero farle saltare il contratto di fornitura e vedersi notificare persino una multona.

Steve Jobs è stato spesso definito come irrazionale e la vicenda Apple-contro-Android ne è stata la dimostrazione palese. Jobs però non c'è più, e con lui a quanto pare non ci sono nemmeno più i giochetti di potere e le questioni di puntiglio. Di lui restano una grande Apple e prodotti di successo planetario, e Cook ha il dovere verso azionisti e dipendenti di far guadagnare il più possibile l'azienda e di evitare sperperi di denaro. L'ora di ricreazione è finita, Apple torna con i piedi per terra e fa quello che da sempre fanno tutte le aziende implicate in contenziosi come quello con Samsung: si siede al tavolo delle trattive, si accorda e saluta tutti con una stretta di mano. Era ora!