Da iPhone a Android pieghevole, un’esperienza da fare

Dopo tanti anni nel mondo iPhone ho deciso di fare un esperimento: tornare ad Android con un pieghevole. Ho scelto Find N2 Flip di Oppo!

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a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

Ormai sono parecchi anni che ho adottato iPhone come mio telefono principale e, nonostante abbia continuato a provare smartphone Android, sia per recensioni che per interesse personale, posso dire di essermi abituato a iPhone e iOS al punto tale da aver sviluppato una memoria muscolare che mi permette di usarlo con estrema naturalezza.

Questa è probabilmente la storia di moltissime persone, poiché sappiamo quanto sia a volte difficile uscire da un ecosistema e adottarne un altro, un po’ per abitudine e un po’ per paura del cambiamento. Ma dopo tanti anni nel mondo iPhone ho deciso di fare un esperimento, cioè tornare ad Android come smartphone principale, ma farlo con un pieghevole, nello specifico con un Oppo Find N2 Flip, smartphone già recensito sulle nostre pagine a questo indirizzo.

Perché cambiare ecosistema

Non sempre deve esserci un motivo razionale per volere cambiare. Ci si può trovare bene nell’universo Apple, ma a un certo punto ci si può annoiare e sentire di conseguenza la voglia di cambiare. I motivi per cui ho voluto fare questo passaggio sono molteplici e, oltre all’irrazionale voglia di cambiare, da tempo desideravo uno smartphone più grande, che però non fosse ingombrante.

Volevo la possibilità di personalizzare meglio le schermate per avere tutto quello che mi serve sott’occhio, senza troppi spostamenti e senza ricorrere alla ricerca. E volevo qualcosa di nuovo, che non fosse un normale smartphone. Ognuno ha i suoi motivi per voler cambiare, ma di certo non fa male, parafrasando una famosa frase di Churchill “To improve is to change; to be perfect is to change often”, che possiamo tradurre “Per migliorare dobbiamo cambiare; per essere perfetti dobbiamo cambiare spesso”.

Le paure del cambiamento 

iPhone e Android, nonostante gli anni di vita, gli sviluppi e i continui aggiornamenti, non sono la stessa cosa. Il modello d’interazione e l’ergonomia d’uso sono ormai similari, o quantomeno non ci troviamo più da tempo nella situazione dove l’uno è oggettivamente migliore - o peggiore - dell’altro. Rimangono delle differenze che sono più legate al piacere soggettivo piuttosto che a comportamenti che si possono definire “sbagliati”. Eliminata quindi l’ergonomia dalla lista dei potenziali problemi, rimangono differenze che per alcuni potrebbero essere fatali.

Per citare un paio di esempi, chi ha un iPhone e un MacBook o iMac, potrebbe trovare irrinunciabile la funzione di scambio file “AirDrop”, perfettamente integrata all’interno dei dispositivi Apple e che permette di scambiare foto e altri file in maniera estremamente semplice ed efficiente. Il mondo Android non ha ancora un equivalente ufficiale di AirDrop e, mentre alcuni marchi ne hanno realizzata una propria versione, rimane un mercato molto frammentato.

Altri potrebbero non essere disposti a fare a meno di CarPlay, magari perché la propria automobile non supporta Android Auto, o non lo supporta in modalità senza fili. Anche in questo contesto il mercato è estremamente eterogeneo, motivo per cui esistono prodotti come Carlinkit che cercano di mettere una pezza laddove i produttori di automobili hanno fatto scelte poco condivisibili.

E poi c’è la paura del “perdo tutte le mie foto” o “devo riscaricare tutte le app e fare di nuovo i login”, una paura fondata e determinata dal cattivo metodo che le persone, ancora oggi, hanno nell’approcciarsi alla tecnologia, al modo in cui gestiscono le proprie password e al cattivo uso del cloud.

Vediamo quindi come è andato il passaggio e quali sono i consigli che posso dare a chi vuole fare questo cambiamento.

Passaggio indolore o quasi

Oggi passare da iPhone a Android è meno difficile rispetto al passato. A rendere tutto meno manuale ci ha pensato direttamente Google che mette a disposizione un’applicazione che permette di configurare il nuovo smartphone Android spostando in automatico le foto, i contatti, i calendari, i messaggi e anche WhatsApp. Non starò a specificare in questo articolo ogni singolo passaggio perché abbiamo già pubblicato un approfondimento a riguardo, che potete trovare a questo link: Da iPhone a Oppo. La procedura indicata si adatta anche ad altri smartphone Android.

Se non voleste usare questo metodo, semplicemente perché volete ripartire da zero, ecco alcuni consigli.

Per quanto riguarda i contatti e i calendari, il consiglio più semplice e quello di passare a Google per entrambe le funzioni. Google funziona anche su iPhone, quindi prima del passaggio, se già non l’avete, potreste creare un account Google, configurarlo sull’iPhone e iniziare a usarlo. Potrete facilmente esportare i vostri contatti da iCloud e importarli in Gmail: c’è l’opzione per farlo in entrambi i sistemi.

Per le vostre foto avrete varie soluzioni. La più semplice è collegare l’iPhone a un computer e scaricarle. Dato che avete già fatto un account Google, potreste scaricare Google Foto e impostarlo per caricare sul cloud tutte le foto che avete sullo smartphone. O la stessa operazione potrebbe essere fatta con qualsiasi altro sistema di Cloud Storage, come ad esempio Dropbox. In ogni caso il consiglio è quello di affidarvi a un sistema cloud che funzioni con tutti i sistemi, staccandovi da iCloud e quindi dall’ecosistema Apple. Questo suggerimento vale anche se continuerete a usare iPhone, poiché scegliere un cloud storage non legato a una specifica piattaforma vi rende la vita più facile qualsiasi cosa possa accadere.

Questi sono passaggi semplici, ci vuole solo un po’ di buona volontà. La situazione si fa complicata se siete quel tipo di persone che ancora non usano un gestore di password e che continuano a dimenticare la propria password o, peggio, a usare sempre la stessa. Prendete l’occasione del cambio di smartphone come il momento giusto per “mettervi in regola” con un sistema in grado di facilitarvi la vita. Scaricate un password manager e iniziate a popolarlo con tutte le vostre login e password. Abbiamo un articolo dei migliori password manager del momento, lo trovate qui: “I migliori password manager”.

Come potete immaginare, non sono tra quelle persone che non usano il cloud o un password manager, e proprio per questo il passaggio tra iPhone e Android, nel mio caso, è stato abbastanza indolore. L’unica complicazione ha riguardato il ricordarmi tutte le applicazioni di cui ho veramente bisogno, cioè anche quelle che si usano poco ma che sono essenziali, come l’applicazione Authenticator per l’autenticazione multi-fattore. Il primo passaggio, subito dopo la configurazione iniziale, è stato scaricare il gestore di password e successivamente, con iPhone da una parte e Oppo Find N2 Flip dall’altra ho iniziato a guardare tutte le applicazioni, a cercarle nel Play Store e a scaricarle, tutte assieme, una dopo l’altra. Questo è stato anche il momento in cui ho deciso di fare a meno di alcune applicazioni, usate talmente poco che avrebbero occupato inutilmente la memoria.

Successivamente è bastato aprire un’applicazione per volta e con un po’ di pazienza rifare tutti i login, operazione che ha richiesto solo tempo e non frustrazione nel ricordare la password, grazie proprio al password manager. Lo ripeto: oggi è uno strumento fondamentale, che assieme al cloud vi risolve tutti i problemi del passare da uno smartphone all’altro. La mia è stata una scelta, la vostra domani potrebbe essere un’esigenza a fronte di una fatalità, come la rottura o perdita dello smartphone.

L’unica vera scocciatura è stata riabilitare le applicazioni delle banche, che hanno richiesto di accedere ai siti web e in alcuni casi anche di chiamare l’assistenza. Dipende dalle vostre banche, prendetelo come un ripasso delle procedure di emergenza.

Il pieghevole è comodo

Fino a questo punto ho parlato principalmente di Android e poco della principale peculiarità di N2 Flip, e cioè il fatto che si ripiega su se stesso. A dirla tutta ho voluto fare questo esperimento proprio per la voglia di passare a un pieghevole, non ad Android. Rispetto a uno smartphone normale il Flip (e gli altri pieghevoli in generale) cambiano il modello d’uso per qualcosa di - finalmente - nuovo. Per essere chiari: non mi sono svegliato solo ora, sappiamo che i foldable sono in giro ormai da qualche anno, ma li ho sempre ritenuti immaturi fino a questo momento. La tempistica non è quindi casuale; ritengo che finalmente ci siano le basi per un nuovo mercato, ma questa è una storia che racconterò in un’altra occasione.

Gli smartphone sono diventati sempre più grandi negli anni. Infatti, ogni volta che ho scelto un nuovo iPhone ho sempre evitato la versione “Max”. Ma ogni tanto ho sentito la mancanza di uno schermo più grande, a volte per visualizzare più contenuti, a volte per vederli più grandi, spesso per avere una tastiera più ampia che mi permettesse di scrivere più facilmente e perdonare quegli errori di battitura derivanti dal voler scrivere - troppo - velocemente. Oppo Find N2 Flip è uno smartphone grande, ma si piega. In pratica offre il meglio dei due mondi, ovvero uno schermo grande che non ingombra quando lo porterete in giro, ma che anzi, una volta ripiegato, è ancora più piccolo di qualsiasi altro smartphone.

“Ma è molto spesso” direte voi; “ma non è un problema”, risponderei io. Pensavo anch’io che lo spessore generoso potesse rappresentare un ostacolo, ma dopo diverse settimane d’uso sono convinto che si tratti di una questione marginale. O, per dirla in maniera differente, i vantaggi che porta sono superiori alle scocciature. Certo, non è mai capitato che mi sedessi su una sedia o sul sedile dell’auto con il Flip nella tasca posteriore dei pantaloni; la paura di romperlo è più grande, soprattutto per via dello schermo esterno. A parte questo accorgimento diventa veramente semplice infilarlo in qualsiasi tasca. Addirittura posso metterlo nel taschino sul petto dello smanicato, facendolo scomparire del tutto. Insomma, se alcuni smartphone non si riescono a mettere ovunque o bisogna stare attenti poiché usciranno per una parte o rischieranno d’incastrarsi, con N2 Flip è tutto più semplice e comodo. Immagino già come questi vantaggi nel periodo estivo, dove siamo meno vestiti e abbiamo meno tasche, possano essere ancora maggiori.

Oltretutto c’è il vantaggio di sapere di avere sempre il display coperto, anche se nel caso del Flip il pensiero va al grande schermo esterno, di cui vi parlerò fra poco. Occupa meno spazio quando poggiato su un tavolo, è abbastanza spesso da metterlo in verticale senza che cada. Niente che ci cambi la vita, ma sono piccole differenze che si apprezzano durante la giornata. È anche più semplice da posizionare in auto, dove sta praticamente ovunque.

L’enorme potenziale del pieghevole

Oltre a questi piccoli vantaggi, è chiaro l’enorme potenziale di un pieghevole, oggi espresso solo in minima parte. Oppo ha implementato un’applicazione fotocamera - tra l’altro di ottima qualità, leggete la nostra recensione - che sfrutta la piega dello schermo. Dopo avere aperto l’applicazione, basterà piegare lo schermo per posizionare l’immagine dell’inquadratura solo su una parte e poter impugnare l’altra parte come se fosse una handycam. Questa impugnatura, assieme all’ottima stabilizzazione, mi permette di registrare video con dei movimenti fluidi e controllati. Purtroppo ho le mani che tremano sempre un po’, e questo modello d’uso fa realmente la differenza.

Altre applicazioni sono compatibili con lo schermo pieghevole. Ho fatto videocall appoggiando lo smartphone al tavolo e inclinando la parte superiore, orientando la videocamera verso il mio volto grazie alla possibilità della cerniera che gestisce vari gradi d’inclinazione. Google Meet posiziona nella parte inclinata dello schermo l’immagine dei nostri interlocutori. Con qualsiasi altro smartphone sono sempre stato costretto a spegnere la videocamera o a usare uno stand aggiuntivo.

Lo stesso vale per la visione di video, non solo quelli ripresi, ma ad esempio anche quelli su YouTube. L’applicazione riconosce la piega dello schermo e posiziona l’immagine nella porzione superiore.

Sono ancora poche - pochissime considerando la totalità - le applicazioni che possono sfruttare questa funzione, ma è chiaro come gli sviluppatori debbano iniziare a pensare all’esistenza di questi smartphone, poiché non è più solo un vezzo estetico, ma lo smartphone che si piega può aggiungere un altro livello di ergonomia all’uso quotidiano.

Lo schermo esterno

Avrei voluto titolare anche questo capitolo “L’enorme potenziale dello schermo esterno”, proprio perché abbiamo visto solo una minima parte di quello che può fare. Oppo Find N2 Flip è attualmente il pieghevole con lo schermo esterno migliore, sia per dimensione che orientamento, poiché ci mette a disposizione un vero e proprio smartphone nello smartphone. Tuttavia, Oppo dovrà lavorare duramente per sprigionare il potenziale di cui parlavo, e spero vivamente che lo faccia perché solo lo schermo esterno potrebbe convincere molte persone ad acquistare questo smartphone, sia che si tratti di utenti iPhone che di altri smartphone Android.

Oggi questo schermo permette di attivare la modalità fotocamera, abilitando il notevole vantaggio di scattare dei selfie con le fotocamere principali, ottenendo immagini di alta qualità. Le altre funzioni prevedono: un timer, un registratore vocale, le previsioni del tempo, il calendario e lo stato di un dispositivo Bluetooth, come un paio di cuffie. Nella schermata principale è possibile vedere le notifiche o i messaggi ricevuti.

Purtroppo l’interazione con questo schermo finisce qui, ma Oppo ha già anticipato di avere in previsione degli sviluppi software che aumenteranno il livello d’interazione disponibile. Per questo motivo, ecco alcuni suggerimenti che speriamo Oppo possa leggere e comunicare al suo team di sviluppo.

Le dimensioni dello schermo esterno sono tali da poter offrire un’interazione totale con tutte le applicazioni dello smartphone, quindi la cosa più semplice sarebbe abilitare lo schermo come un vero e proprio “secondo monitor”, anche se mi rendo conto che scrivere con una tastiera minuscola, ad esempio, non sarebbe il massimo. Tuttavia, sarebbe comodo poter rispondere a dei messaggi di WhatsApp, Telegram o altre applicazioni non solo con delle frasi preimpostate o delle emoticon, ma anche con dei messaggi vocali. O poter abilitare l’assistente Google e la sua dettatura così da rispondere senza dover aprire lo smartphone.

Sarebbe interessante poter permettere la visualizzazione in piccolo di alcune app o dei rispettivi widget. Ad esempio, sulla porta di casa mia ho installato una serratura intelligente che ha la sua app con cui interagire per aprirla; sarebbe super-comodo poter interagire con questa app senza dover aprire lo smartphone, addirittura in questo caso il fatto che debba aprire lo schermo risulta essere un fattore d’impedimento anziché un vantaggio.

Se non si vuole rendere possibile l’interazione con alcune app poiché l’ergonomia ne potrebbe risentire, sarebbe comodo quantomeno permetterne la consultazione. A volte, ad esempio, apriamo WhatsApp o il calendario per consultarlo, non per mandare un messaggio o inserire un nuovo appuntamento, e mostrare una chat su uno schermo così piccolo, che poi piccolo non è, sarebbe comodo. Allo stesso modo la risposta a una notifica push, come ad esempio il messaggio di un Authenticator per accedere a un servizio, sarebbe gestibile tramite questo schermo senza dover aprire il telefono. O scorrere la lista dei promemoria, o magari la lista della spesa di una delle innumerevoli app disponibili. O ancora social come Instagram e TikTok si troverebbero a proprio agio su questo schermo. Non ci sono problemi di privacy dato che anche la consultazione di questo schermo è subordinata allo sblocco dello smartphone tramite volto o sensore d’impronte digitali.

Più penso e scrivo di applicazioni che sarebbe bello usare su questo schermo esterno, più me ne vengono in mente. L’ideale sarebbe poter avere dei widget specifici per ogni app, ma probabilmente non sarebbe possibile averli dato che dovrebbero essere sviluppati da chi ha creato l’App; la quantità ridotta di pieghevoli nel mercato e la loro eterogeneità non è certamente motivante per questi sviluppatori. Per questo la soluzione più semplice sarebbe un’apertura da parte di Oppo a tutte le applicazioni, anche come modalità “beta”, che vorrebbe dire “caro utente, sfrutta questa modalità a tuo rischio e pericolo perché non possiamo assicurarti che ogni app sia compatibile”. È un peccato non sfruttare maggiormente questo schermo; spero che Oppo ascolti questi suggerimenti.

Android Auto, no problem

Voglio dedicare un veloce capitolo a tutti coloro che hanno un’auto compatibile unicamente con CarPlay, o con Android Auto ma solo in modalità con filo, poiché se passate molto tempo in auto, come faccio io, lasciare iPhone per peggiorare l’ergonomia in auto non è qualcosa che faccia piacere. Se siete in questa situazione vi consiglio di leggere questo articolo dedicato a Carlinkit, che nell’ultima versione permette non solo di rendere wireless sia CarPlay che Android Auto, ma abilita Android Auto sulle auto dotate unicamente di CarPlay. L’ho provato su più auto e nella maggior parte dei casi ha funzionato a dovere.

Si può fare

Che si possa passare da iPhone ad Android non è ovviamente una novità, che si possa fare facilmente invece è qualcosa che potrebbe stupirvi se sono passati diversi anni dall’ultima volta che ci avete provato. Passare a un pieghevole come N2 Flip di Oppo ha un gusto ancora più dolce, perché vi troverete ad avere nelle mani qualcosa che il mondo Apple non può offrire, almeno non ancora.

Certo, il passaggio non è stato in tutto e per tutto in meglio. Android, l’ho già accennato a inizio articolo, ha delle differenze rispetto a iPhone. Da una parte ho apprezzato nuovamente la possibilità di personalizzazione delle schermate home, a un livello superiore e impossibile nel mondo Apple. Dall’altra parte ho rimpianto la mancanza di alcuni widget, perché per qualche motivo alcune applicazioni, su Android, perdono una parte della loro ergonomia.

Le differenze che ho però apprezzato maggiormente non sono nel sistema operativo, ma nel formato del pieghevole. Nella possibilità di avere uno schermo molto grande, che si trasforma in un ingombro limitato. La possibilità di fare selfie con una fotocamera di fascia molto alta che è in grado di catturare scatti di ottima qualità, anche con scarsa luminosità. O di usare la piega dello smartphone come uno stand, per ad esempio fare delle videocall tenendo appoggiato lo smartphone alla scrivania. Peccato solo per le funzioni limitate dello schermo esterno, il cui potenziale è attualmente inespresso e che spero Oppo possa mettere a frutto velocemente con degli aggiornamenti software.