Dopo un decennio sono tornato ad iOS: ecco la mia esperienza

Il racconto della mia esperienza migratoria da Android verso iOS dopo più di 10 anni. Ecco cosa mi ha spinto a cambiare.

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a cura di Orazio Guastella

Qualche giorno fa, il nostro Direttore Andrea Ferrario ci ha raccontato la sua recente esperienza che lo ha visto impegnato a migrare dopo tanti anni da iOS ad Android, nello specifico passando da iPhone al nuovo Oppo Find N2 Flip (trovate l'articolo a questo indirizzo).

Cosi come molte persone ogni anno decidono di migrare verso Android, ce ne stanno altrettante che decidono di migrare verso iOS per diversi motivi. Io sono una di queste.

Le origini della mia esperienza con Apple

La mia esperienza con l'ecosistema Apple è iniziata nel lontano 2008, quando acquistai il mio primo MacBook unibody da 13 pollici (diventato poi MacBook Pro), e si è evoluta nel tempo passando ad altri dispositivi quali iMac, iPod Touch e iPhone. Non sono stato un grande amante della mela morsicata in ambito telefonico agli esordi, dal momento che il mio primo iPhone (modello 3GS) fu vittima di alcuni difetti di fabbricazione alla scocca posteriore che risultava particolarmente fragile nei pressi del connettore di ricarica. Il successivo iPhone 4, invece, rimase vittima dello scandalo "antenna gate". Almeno nel mio caso, però, ha funzionato sempre senza grossi problemi.

Quando iniziarono ad uscire i primi smartphone con display al di sopra dei 6 pollici iniziai a sentire il bisogno di abbandonare l'ormai troppo piccolo display di iPhone 4 per migrare verso il mondo Android, il quale offriva soluzioni dal display più ampio, a volte a prezzi anche molto contenuti considerando i modelli importati dalla Cina e prodotti da brand per nulla conosciuti in occidente.

Inutile dire che fu subito amore a prima vista! Passare da un sistema chiuso e limitato come quello delle prime versioni di iOS ad un sistema Android che permetteva, tra le varie cose, di accedere facilmente a tutti i file all'interno della memoria del telefono e poi di personalizzare il Launcher scegliendo tra varie opzioni presenti sul Google Play Store, mi diede una certa sensazione di libertà e controllo totale sui miei dispositivi. Quello che su iOS richiedeva lo sblocco del sistema tramite il famigerato "Jailbreak", il quale comprometteva in primis la sicurezza del dispositivo, su Android era possibile farlo liberamente senza troppi problemi.

Con il passare degli anni, iniziai ad abbandonare mamma Apple a 360 gradi. I computer su base intel iniziavano ad essere troppo costosi rispetto alle controparti di altre marche, a parità di prestazioni, e gli smartphone diventavano sempre più costosi per una persona che come me ha vissuto sempre nell'ansia di un possibile furto.

Proprio per evitare ingenti perdite in caso di furto o smarrimento, la mia esperienza Android ha ruotato sempre intorno ai "mid range" dei marchi più conosciuti come Samsung, OnePlus e Huawei, fino ad assestarsi in casa Xiaomi dopo il lancio ufficiale in occidente. Negli anni ho avuto modo di provare diversi smartphone della gamma "Redmi Note", restando quasi sempre soddisfatto da ciò che offrivano (anche visto il modesto uso che ne facevo in ambito privato), ma con il passare degli anni la MIUI, famosa per le sue prestazioni, ha iniziato a riempirsi di bloatware perdendo le caratteristiche prestazionali per le quali era conosciuta.

Il mio ritorno ad Apple dopo tanti anni

Nonostante riuscissi a convivere con i pro e i contro di Android, ad un certo punto della mia vita ho sentito il bisogno di cambiare e di tornare a dare fiducia al marchio di Cupertino, ormai stanco di dover gestire i miei backup manualmente con grande lentezza e di dover sempre affrontare crash e rallentamenti con certe app. Nel 2021 durante la ricerca di un notebook leggero e resistente, mi sono imbattuto nel primo modello di MacBook Air con processore M1.

Che dispositivo eccezionale! Con poco meno di 1000 euro avevo acquistato su Amazon un dispositivo leggero, solido e dalle prestazioni invidiabili. Fu allora che mandai in pensione il mio vecchio MacBook pro del 2012 dopo ben 10 anni di onorato servizio, per scoprire le performance pazzesche di questi nuovi prodotti. Presto iniziai a documentarmi su come Apple avesse migliorato l'integrazione e la comunicazione tra MacOS e iOS. Leggendo di come iPhone 14 Pro sarebbe stato finalmente lo smartphone che avrebbe dato l'addio al tanto odiato notch, mi decisi a fare il grande salto.

Ottobre 2022, esce finalmente iPhone 14 Pro e decido di essere uno dei primi acquirenti del modello viola da 128GB. Che dire, un altro pianeta rispetto agli iPhone ai quali ero abituato. Il chip A16 Bionic rende ogni operazione fulminea, a partire dall'apertura e chiusura delle applicazioni, specie le più pesanti da gestire, rendendo praticamente nulli i tempi di attesa rispetto alle CPU dei medio gamma ai quali ero abituato. La sensazione di avere tra le mani un prodotto "premium" è stata immediata e la qualità del display OLED a refresh rate variabile è a dir poco impressionante, specie sotto alla luce del sole. Certo, il prezzo è piuttosto alto, ma a confronto con i top di gamma Android a parità di prezzo il vantaggio di un unico ecosistema chiuso non ha tardato a farsi sentire.

Passare da Android ad iOS

La migrazione dal mio smartphone Android è stata rapida e indolore. Tramite iCloud, ho trasferito parte delle foto che avevo salvato sul mio MacBook Air M1 senza neppure collegare cavi, mentre per il resto dei dati, ci ha pensato l'applicazione "passa a iOS" disponibile sul Google Play Store. Nel giro di pochi minuti, il 90% dei file e delle applicazioni presenti sul mio dispositivo Android erano stati trasportati sul mio nuovo iPhone in modo rapido e indolore (anche se ho dovuto effettuare nuovamente il login su ognuna di esse).

Le uniche cose che ho dovuto sincronizzare successivamente tramite iTunes su PC Windows 10 sono stati gli mp3 e alcuni PDF. La velocità in lettura e scrittura dei dati durante le fasi di sincronizzazione con il mio PC fisso sono risultate fuori da ogni mia previsione. In pochi minuti iTunes ha trasferito decine di GB. L'unica nota dolente è stata la scarsa ottimizzazione del software Apple in ambiente Windows, ma questo non mi ha impedito di poter gestire i backup e il trasferimento di file in modo totalmente automatizzato rispetto ad Android.

I continui crash e le velocità pessime di lettura e scrittura durante le fasi di archiviazione sono finalmente un lontano e brutto ricordo. L'unica pecca, da questo punto di vista, è rappresentata dal dover continuare a passare per applicazioni di terze parti per poter trasferire e gestire determinati tipi di file. La mancanza di un file manager totalmente aperto come su Android è qualcosa che ancora oggi nel 2023 personalmente mi pesa non poco su iPhone. Nel complesso, le funzionalità di iCloud e AirDrop rimangono semplici e immediate per la gestione dei file multimediali in condivisione tra i dispositivi Apple. Il trasferimento delle password è stato molto semplice dal momento che, avendole precedentemente trasferite su safari estraendole tramite Chrome sul mio MacBook, in automatico sono state caricate tramite iCloud sul telefono.

L'integrazione con il mio MacBook Air M1 ha iniziato a manifestarsi fin da subito senza bisogno di alcuna configurazione manuale. I due dispositivi hanno iniziato ad interfacciarsi autonomamente tra di loro, permettendomi di rispondere alle chiamate dal portatile senza neppure prendere il telefono o addirittura di poter aprire sul MacBook una pagina aperta sul Browser di iPhone senza dover copiare manualmente l'indirizzo. Tutto quanto con un semplice tocco. Ogni volta che scattavo una foto o registravo un video per il mio canale YouTube, in pochi minuti risultava già disponibile tramite iCloud sul mio MacBook, pronto per essere editato senza alcuna azione richiesta.

Non contento di tutto ciò, decido dopo pochi mesi di acquistare Apple Watch SE di seconda generazione e le AirPods Pro di seconda generazione chiudendo così il cerchio. Se quando sono in giro posso accedere alle notifiche dallo smartwatch, cosi come gestire la musica in ascolto in cuffia senza dover tirare fuori il telefono dalla tasca, quando mi siedo a lavorare sul MacBook il sistema intercetta anche le cuffie oltre al telefono e si propone di dirottare alle AirPods l'audio in uscita, cosi come le chiamate in arrivo che passano dall'iPhone al MacBook, per poi giungere direttamente in cuffia indipendentemente da qualunque cosa io stia ascoltando.

Ecosistema Apple: pro e contro

Sicuramente molte delle cose elencate fino ad ora sono ottenibili anche con dispositivi di altre marche in ambito Android, ma quello che rende spettacolare dal mio punto di vista l'integrazione di tutti questi dispositivi è la semplicità con la quale comunicano tra di loro all'interno dell'ecosistema Apple. Molto spesso utilizzare prodotti di marche diverse, se da un lato porta sicuramente ad un notevole risparmio economico, dall'altro aumenta i rischi di incompatibilità, macchinose configurazioni o addirittura di improvvisi problemi ingestibili a seguito di aggiornamenti.

Riguardo alla sicurezza, l'ecosistema Apple non è certo esente da bug e vulnerabilità, ma le dure regole dell'Apple Store diminuiscono notevolmente la diffusione di malware rispetto al mondo Android. Ad oggi iOS è un sistema operativo evoluto e completo che non ha nulla da invidiare ad Android, e rispetto a qualche anno fa non si sente nemmeno la necessità di un jailbreak per ampliarne le funzionalità. L'integrazione con le funzionalità di intelligenza artificiale permette di svolgere operazioni come, ad esempio, lo scontorno di un soggetto in una foto con enorme semplicità.

Il costo sicuramente elevato per la realizzazione di un ecosistema simile deve essere inteso come un investimento a lungo termine. Oggigiorno i dispositivi iOS vengono aggiornati per parecchi anni, a differenza dei top di gamma Android che mediamente ricevono supporto ufficiale per circa 2-3 anni dalla loro uscita (con poche eccezioni). In alternativa, scegliere un modello meno recente nel 2023 permette di risparmiare un po' di soldi senza accusare un eccessivo gap generazionale.

L'ottimizzazione del software ricamata appositamente da Apple sul proprio hardware si fa sentire, rendendo praticamente inesistente la necessità di riavviare il telefono dopo diversi giorni per ipotetici rallentamenti o problemi relativi al mal funzionamento del software. Con iPhone 14 Pro i rallentamenti, i crash e tutta una serie di problematiche che avevo su Android (anche sui top di gamma) sono solo un lontano ricordo, e mantenere la gestione e il backup dei miei dispositivi è diventato semplice e veloce.

Se state pensando quindi di migrare verso l'ecosistema Apple, sappiate che non sarà però necessario puntare a tutti i costi sull'acquisto degli ultimi prodotti in commercio. Per un uso professionale intermedio, potete per esempio acquistare un iPhone 12/13 e un computer con chip M1. Apple Watch SE risulta un ottimo prodotto entry level se non avete esigenze di particolari sensori a causa di problemi al cuore e anche la gamma base di AirPods svolge a pieno dovere ciò per cui sono state concepite (francamente, la soppressione del rumore degli AirPods Pro è qualcosa di cui si può anche fare a meno dal mio punto di vista).

Di certo non cambierò i miei dispositivi per almeno 5 anni, anche qualcosa in più se continueranno ad essere aggiornati, e vi assicuro che una volta che avrete in mano questi nuovi prodotti non sentirete nemmeno voi questa esigenza per molto tempo, a meno che voi non siate degli appassionati in cerca sempre dell'ultimo modello a tutti i costi.

Conclusioni personali

Tornare ad iPhone, e in particolar modo al sistema iOS dopo un decennio circa, è stato come scoprire un mondo totalmente nuovo in ambito smartphone. Apple ha fatto negli ultimi anni un lavoro strepitoso di integrazione tra MacOS e iOS. Con il passaggio totale in ambito desktop all'architettura ARM associata alla potenza degli ultimi chip mobile possiamo solo aspettarci ulteriori vantaggi e integrazioni con i futuri aggiornamenti.

Basti pensare che attualmente i computer di casa Apple sono già in grado di far girare nativamente le app per iPhone e iPad, anche se attualmente Apple ha bloccato il sideload nativo costringendo l'utente a bypassare questo blocco con applicazioni di terze parti. Il limite all'integrazione tra mobile e desktop è dato solo dall'immaginazione.

E voi, cosa ne pensate di iOS? state valutando anche voi una migrazione dal mondo Android? Fatecelo sapere nei commenti.


L'articolo contiene le opinioni personali dell'autore, maturate tramite la propria esperienza diretta con i prodotti in oggetto.