Il produttore cinese Huawei continua la sua battaglia tecnologica contro le restrizioni statunitensi, presentando il nuovo processore applicativo Kirin 9030 Pro destinato al flagship Mate 80 Pro Max. Nonostante l'impossibilità di accedere alle più avanzate tecnologie di litografia e ai chip di ultima generazione, l'azienda di Shenzhen dimostra una resilienza notevole affidandosi alla fonderia SMIC e al suo nodo produttivo N+3, capace di eguagliare le prestazioni di un chip a 5nm. Si tratta del primo chip commerciale prodotto da SMIC con questo processo avanzato, segnando un'evoluzione significativa rispetto al nodo N+7 utilizzato dal Kirin 9000s del 2023. Tuttavia, i risultati preliminari sollevano interrogativi sulla reale competitività del sistema Huawei-SMIC rispetto ai leader di mercato come Qualcomm, MediaTek e Apple.
La sfida tecnologica più grande per SMIC risiede nell'impossibilità di acquistare macchinari di litografia EUV (Extreme Ultraviolet) da ASML, bloccati dalle sanzioni occidentali. L'alternativa obbligata passa attraverso le macchine DUV (Deep Ultraviolet), che operano con lunghezze d'onda di 193nm contro i 13,5nm degli strumenti EUV. Per compensare questa limitazione fisica, SMIC deve ricorrere al multi-patterning, una tecnica che prevede la ripetizione fino a quattro volte del processo di stampa e incisione delle caratteristiche circuitali su ogni wafer di silicio.
Questa metodologia produttiva presenta svantaggi significativi sul piano industriale. La moltiplicazione dei passaggi aumenta drasticamente il rischio di problemi di allineamento tra i vari strati, compromettendo la resa produttiva e incrementando il numero di chip che non superano i controlli di qualità. La conseguenza diretta è un aumento dei costi di produzione e dei tempi di fabbricazione, fattori che inevitabilmente si riflettono sul posizionamento di mercato dei dispositivi finali.
L'architettura del Kirin 9030 Pro si basa su una configurazione a nove core CPU suddivisi in tre cluster: un core ad alte prestazioni con clock fino a 2,75GHz, quattro core a 2,27GHz e quattro core a efficienza energetica a 1,72GHz. Grazie all'implementazione della tecnologia SMT (Simultaneous Multithreading), il chip gestisce complessivamente 14 thread, permettendo l'elaborazione simultanea di più task indipendenti. Sul fronte grafico, il processore integra la GPU Maleoon 935, evoluzione della Maleoon 920 presente nel predecessore Kirin 9020.
I benchmark Geekbench del Kirin 9030 Pro, testato sul Mate 80 Pro Max con 16GB di RAM, rivelano però un divario prestazionale preoccupante rispetto alla concorrenza. Lo Snapdragon 8 Elite Gen risulta più veloce del 320,9% in single-core (3.629 punti) e del 245,2% in multi-core (10.488 punti). Il Dimensity 9500 di MediaTek supera il chip Huawei rispettivamente del 300,1% e 233,2%, mentre l'A19 Pro di Apple domina con un vantaggio del 346,6% in single-core e 234,1% in multi-core.
Il leaker cinese Digital Chat Station ha tuttavia suggerito di interpretare questi risultati con cautela, citando precedenti storici in cui Huawei avrebbe ottimizzato artificialmente le prestazioni dei propri processori nei test sintetici. Resta comunque evidente come l'assenza di tecnologia EUV rappresenti un handicap strutturale difficilmente colmabile attraverso ottimizzazioni software o architetturali.
La strategia commerciale di Huawei prevede due varianti del processore. Il Kirin 9030 Pro equipaggerà il Mate 80 RS Ultimate Design e le configurazioni più generose del Mate 80 Pro con 16GB di RAM, mentre il Kirin 9030 standard, con 12 thread invece di 14, sarà destinato alle versioni da 12GB. Il modello base Mate 80 continuerà invece a montare il Kirin 9020 dell'anno precedente, prodotto con il nodo N+7 di SMIC.