P40 Lite recensione: un nuovo potenziale best-buy targato Huawei

Recensione P40 Lite, nuovo smartphone di fascia media targato Huawei basato sul processore Kirin 810 con 6 Gigabyte di RAM.

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a cura di Lucia Massaro

P40 Lite è uno degli smartphone candidati a vincere il titolo di best-buy. È il primo della serie ad arrivare sul mercato. I fratelli maggiori P40 e P40 Pro sono attesi per il 26 marzo. Huawei si trova in una situazione complessa a causa delle tensioni con gli Stati Uniti e si ritrova paradossalmente a dover dimostrare (ancora) di meritare la fiducia degli utenti. Il colosso di Shenzhen sa bene che non deve sbagliare un colpo. Ed ecco che tira fuori uno dei migliori smartphone di fascia media che io abbia provato negli ultimi mesi.

In Italia, arriva a 299,90 euro nella configurazione con 6 Gigabyte di RAM e 128 Gigabyte di memoria interna espandibile tramite Nano-SD. In omaggio, inoltre, si riceveranno gli auricolari true wireless FreeBuds 3 di cui vi abbiamo parlato nella nostra recensione, raggiungibile tramite questo link. Un prezzo decisamente concorrenziale rispetto a quanto offerto: ottime prestazioni, comparto fotografico sopra la media e autonomia eccellente.

P40 Lite arriva con la versione open-source di Android 10 e può contare sull’AppGallery di Huawei che – rispetto a quanto successo con Mate 30 Pro – offre ora un parco applicazioni decisamente più ampio. Se fino a qualche mese fa, raggirare il problema della mancanza di alcuni servizi e app era una pratica adatta principalmente a quegli utenti con una conoscenza degli strumenti superiore alla media; ora è possibile affidarsi all’applicazione gratuita TrovApp: un vero e proprio motore di ricerca che suggerisce all’utente dove poter scaricare le app che desidera. Insomma, la mia esperienza utente non è stata molto diversa dal solito.

Design e display seguono la moda

Per P40 Lite, Huawei ha deciso di seguire le tendenze del momento. La scocca è realizzata in policarbonato e ospita quattro sensori fotografici all’interno di un modulo quadrato posizionato nell’angolo destro del pannello. La sporgenza del comparto fotografico è ridotta al minimo: c’è ma non si avverte per niente quando poggiato su di un piano. Come spesso accade, il pannello trattiene tanto le ditate. Sono tre le varianti cromatiche disponibili: Midnight Black, Crush Green e Sakura Pink.

Non è particolarmente scivoloso e – nonostante la batteria da 4.200 mAh – non risulta pesante. Parliamo di un peso di 183 grammi. Le dimensioni non sono propriamente contenute (159,2 x 76,3 x 8,7 mm). L’ergonomia ne risente un po’ e le estremità non si raggiungono facilmente. Ho particolarmente apprezzato il posizionamento e la forma del pulsante di accensione che funge anche da sensore biometrico per il riconoscimento delle impronte digitali. Questo ha una forma incavata che si sposa alla perfezione con la conformazione del dito che andiamo a poggiare (il pollice in questo caso).

In questo modo, non si confonde il pulsante in questione con il bilanciere del volume. Perfetto il posizionamento. È proprio lì dove ci si aspetta di trovarlo. Inoltre, il sensore biometrico è molto reattivo e preciso. Funziona bene anche il riconoscimento del volto affidato alla fotocamera anteriore: leggermente superiore agli altri dispositivi appartenenti alla stessa fascia di prezzo. Siamo ovviamente lontani da un sistema avanzato tridimensionale.

La parte frontale è occupata dal display IPS LCD da 6,4 pollici con risoluzione pari a 2.310 x 1.080 pixel. Parliamo di un buon pannello che offre una gradevole esperienza visiva, nonostante non si tratti di un OLED. Convincenti gli angoli di visuale così come la resa cromatica e la luminosità massima: si riesce a vedere in giornate particolarmente soleggiate seppur con qualche difficoltà. Ottima la gestione della luminosità automatica.

Huawei abbandona il notch per ospitare la fotocamera anteriore all’interno di un foro posizionato nell’angolo sinistro. Nonostante sia stata adottata questa soluzione, le cornici restano presenti (soprattutto quella inferiore) anche se ridotte al minimo. Sul bordo inferiore, troviamo il jack audio da 3,5 mm (presenza sempre gradita), la porta Type-C per la ricarica e l’unico altoparlante che restituisce una qualità audio nella media.

Prestazioni e autonomia: tanta soddisfazione

Il cuore pulsante di P40 Lite è il Kirin 810 (2 x Cortex-A76 2.27 GHz + 6 x Cortex-A55 1.88 GHz) abbinato a 6 Gigabyte di RAM e 128 Gigabyte di memoria interna espandibile. Dopo aver provato diversi smartphone con a bordo il processore della generazione precedente (Kirin 710), ero molto curiosa di testare la nuova piattaforma hardware. Non mi ha delusa affatto.

Lo smartphone è sempre stato fluido e reattivo, mai un attimo di esitazione, offrendo così un’esperienza utente assolutamente convincente. I 6 Gigabyte di RAM poi ci lasciano tranquilli per quanto riguarda la gestione dei futuri aggiornamenti di sistema. Ottima anche la dissipazione del calore che non si percepisce attraverso la scocca.

Il tutto è condito da un’ottima autonomia. La batteria da 4.200 mAh permette di coprire agevolmente un’intera giornata lavorativa. Con un utilizzo blando è possibile anche coprire il secondo giorno. Durante la mia prova, ho ricaricato il dispositivo sempre oltre le 24 ore dall'ultima ricarica. Inoltre, non manca il supporto alla ricarica rapida SuperCharge da 40W che ricarica lo smartphone da 0 a 70% in soli 30 minuti: un notevole vantaggio.

Completissima la connettività: Bluetooth 5.1, Wi-Fi ac dual-band, NFC, jack audio da 3.5 mm, porta USB-C, GPS A-GLONASS, QZSS, GALILEO. Presente il supporto Dual-SIM, ma in questo caso bisogna rinunciare all’espansione di memoria.

Fotocamera e software promossi

La serie P di Huawei punta tutto sul comparto fotografico. In attesa di scoprire quale novità verrà introdotta su P40 Pro, siamo rimasti piacevolmente sorpresi dalle prestazioni del più piccolo della serie. P40 Lite può contare su un sistema di quattro fotocamere posteriori: il sensore principale da 48 Megapixel (f/1.8) è abbinato a un sensore con ottica ultra-grandangolare da 8 Megapixel (f/2.4), un sensore da 2 Megapixel (f/2.4) per gli scatti con fondo sfocato e un ultimo da 2 Megapixel (f/2.4) per le foto in modalità macro. Una configurazione che sta diventando sempre più presente anche nella fascia media del mercato.

Come accaduto anche con altri dispositivi, ciò che mi ha convinta meno è il sensore per gli scatti macro. Il fuoco è fisso a 4 cm e diventa difficile trovare velocemente il punto giusto per evitare che le immagini vengano sfocate. Insomma, credo che si tratti di una fotocamera che raramente possa essere utilizzata. Sarebbe risultato più utile un teleobiettivo in grado di abilitare uno zoom ottico. Per il resto, il comparto fotografico si comporta egregiamente.

Le immagini scattate con il sensore principale da 48 Megapixel appaiono piene di dettagli e con colori naturali. Ho apprezzato la capacità di non saturare molto i colori. Si comporta bene anche la fotocamera grandangolare che limita al massimo il classico effetto distorsione e riesce a mantenere inalterati i colori che – in questa tipologia di scatti – tendono sempre ad apparire più spenti. Gli scatti con effetto bokeh sono convincenti con i contorni che appaiono ben delineati con qualche piccola sbavatura in presenza di dettagli sottili, come possono essere i capelli.

La situazione cala in notturna, dove è comunque possibile utilizzare la “modalità notte” che in certe situazioni fa la differenza, riuscendo a tirare fuori più luce e a mostrare i dettagli persi negli scatti in cui è stata disattivata. Non fa miracoli, ma migliora la scena. Il grandangolo soffre molto con poca luce. Come al solito, le opzioni di scatto messe a disposizione del produttore cinese sono tante: lenti AR, slow-motion, panorama, immagini in movimento e molto altro.

Considerazioni simili anche per la fotocamera anteriore da 16 Megapixel (f/2.0) che farà la gioia degli amanti dei selfie. Questi infatti appaiono pieni di dettagli in diurna, perdendo in notturna dove è possibile sfruttare anche in questo caso la modalità notte. Bene gli scatti in modalità bokeh con la fotocamera che non sovraespone eccessivamente il soggetto ma con i contorni che non sempre vengono ben definiti. Insomma, comparto fotografico assolutamente promosso.

Arriviamo al software. A bordo c’è Android 10 in versione open-source personalizzato con l’interfaccia grafica EMUI 10.0.1. Da questo punto di vista, non ho incontrato particolari difficoltà. Come detto in apertura, l’AppGallery sta cominciando ad offrire un parco applicazioni sempre più ampio. È possibile trovare molte delle applicazioni che utilizziamo normalmente come – per citarne alcune – Amazon, Telegram, Booking.

L’app store di Huawei è diventato in pochi mesi il terzo al mondo potendo contare su ben 400 milioni di utenti attivi. Qualora l’applicazione di nostro interesse non fosse ancora disponibile su AppGallery, è possibile utilizzare TrovApp che ci fornisce indicazioni esatte su come e dove scaricare in sicurezza il servizio che ci interessa. Vi abbiamo spiegato in dettaglio il suo funzionamento nell’articolo che trovate a questo link.

Insomma, non credo assolutamente che l’assenza dei Google Mobile Services possa rappresentare un ostacolo invalicabile nemmeno per l’utente medio. In fondo, gli utenti meno avvezzi si affidano sempre alle mani dei più esperti – come può essere l’addetto alle vendite – per configurare il loro nuovo smartphone. Ci sono ancora dei limiti (il più grande riguarda le app bancarie) ma vedendo la velocità con cui l’AppGallery si è evoluta negli ultimi mesi, sono molto ottimista per il futuro.

Conclusioni: chi dovrebbe acquistarlo?

P40 Lite è uno smartphone che mi ha convinta. Offre una soddisfacente esperienza utente. Le prestazioni sono ottime, il comparto fotografico è convincente, l’autonomia non dà preoccupazioni e i 299,90 euro di listino rappresentano una cifra più che adeguata rispetto a quanto offerto. Senza considerare che – in omaggio – fino al 26 marzo si avranno gli auricolari true wireless FreeBuds 3, arrivate sul mercato a 179 euro.

Considerando la cifra richiesta per portarselo a casa, P40 Lite è uno smartphone che merita una possibilità. Come sempre, la risposta ce la darà il mercato ma – a mio parere – siamo davanti al dispositivo con il miglior rapporto qualità/prezzo annunciato nel primo trimestre del 2020. I potenziali rivali potrebbero essere gli smartphone di fascia media che Xiaomi e Redmi presenteranno nei prossimi mesi. Di solito, concludo le mie recensioni delineando l’utente che dovrebbe acquistarlo. Questa volta, pongo la domanda a me stessa. Lo acquisterei? Sì, assolutamente!