Il mercato degli smartphone si prepara a un 2026 difficile, con previsioni che indicano un calo generalizzato delle spedizioni globali e un aumento significativo dei costi di produzione. Counterpoint Research, società specializzata in analisi di mercato, ha rivisto al ribasso le stime per il prossimo anno, dipingendo un quadro preoccupante per l'intero settore. Apple non sarà immune da questa tendenza negativa: secondo gli analisti, la casa di Cupertino subirà una contrazione delle vendite di iPhone superiore alla media del mercato, nonostante la sua posizione privilegiata per affrontare l'impennata dei costi dei componenti.
Le ultime previsioni pubblicate nel Global Smartphone Shipment Tracker and Forecast di Counterpoint stimano un calo delle spedizioni globali di smartphone del 2,1% nel 2026. Si tratta di una revisione che riflette le crescenti pressioni economiche sul settore, in particolare l'aumento dei costi delle materie prime e dei componenti elettronici. La memoria, elemento fondamentale di ogni dispositivo mobile moderno, è tra i componenti che hanno registrato i rincari più significativi, contribuendo a far lievitare i costi complessivi di produzione.
Apple, secondo le stime di Counterpoint, vedrà le vendite di iPhone diminuire del 2,2% anno su anno, una percentuale superiore a quella prevista per competitor come Samsung, Xiaomi, Vivo e Oppo. Questo dato assume particolare rilievo considerando che la compagnia di Tim Cook ha tradizionalmente dimostrato una maggiore resilienza rispetto ai cicli negativi del mercato, grazie alla fedeltà della sua base utenti e al posizionamento premium dei suoi prodotti.
MS Hwang, Research Director di Counterpoint, ha evidenziato come l'impatto dell'aumento dei costi non sia uniforme su tutte le fasce di mercato. "Quello che stiamo osservando è che la fascia bassa del mercato, sotto i 200 dollari, è quella colpita più duramente, con costi dei materiali aumentati del 20-30% dall'inizio dell'anno", ha dichiarato Hwang. I segmenti di fascia media e alta hanno invece visto incrementi più contenuti, tra il 10% e il 15%, grazie a migliori margini operativi e maggiore capacità di assorbire gli aumenti.
Paradossalmente, questa situazione potrebbe consolidare ulteriormente la posizione di Apple e Samsung nel mercato. I due giganti del settore, secondo Counterpoint, sono meglio attrezzati per gestire l'aumento dei costi di produzione grazie alle loro economie di scala, ai volumi di acquisto elevati e ai margini più ampi garantiti dal posizionamento premium. I produttori di smartphone economici, al contrario, potrebbero trovarsi costretti a rivedere drasticamente le loro strategie di prodotto.
Per i marchi che competono nella fascia sotto i 200 dollari, alcuni modelli potrebbero diventare economicamente insostenibili. L'aumento del 20-30% dei costi di produzione in un segmento già caratterizzato da margini ridottissimi potrebbe portare all'eliminazione di determinati SKU dal mercato o a rincari che renderebbero questi dispositivi meno competitivi. Questo scenario potrebbe accelerare la tendenza alla concentrazione del mercato, con i produttori minori sempre più in difficoltà.