Nuovo iPad, la tecnologia del Retina display: ecco i dettagli

Lo schermo Retina da 2048 x 1536 pixel è la novità più importante del nuovo iPad, ma è anche una sfida tecnologica e produttiva. Ecco come Apple, grazie a Sharp, è riuscita a quadruplicare il numero di pixel rispetto ad iPad 2. Tra i segreti la tecnologia Super High Aperture.

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a cura di Alberto De Bernardi

Il nuovo iPad si presenta con diverse novità, delle quali la principale e più discussa è senza dubbio il display Retina da 2048 x 1536 pixel. Approfondiamo questo aspetto del nuovo gioiellino Apple.

Innanzitutto, non si tratta solo di risoluzione. Apple dichiara per questo schermo una maggior saturazione rispetto al passato, oltre il 40% in più rispetto ad iPad 2, grazie alla tecnologia "IPS". Mettiamo il termine tra virgolette perché al momento non è chiaro se lo schermo del nuovo iPad sia davvero un IPS o se sia basato su una tecnologia leggermente diversa. Il fatto che siano coinvolti più produttori (circolano i nomi di Sharp, Samsung e LG) non aiuta a vederci chiaro. In ogni caso, le proprietà del display paiono superiori anche dal punto di vista colorimetrico.

La risoluzione rimane comunque il punto cruciale del nuovo Retina Display, tanto per importanza per il consumatore quanto per retroscena tecnologico. Come si può immaginare, raddoppiare il numero di pixel in un display, a questi livelli, non è semplice.

I 264 ppi del nuovo iPad (comunque inferiori ai 326 di iPhone 4) sono infatti considerati vicini al limite degli attuali display TFT in Silicio amorfo. Così, in attesa dei cosiddetti IGZO (Indium gallium zinc oxide, il semiconduttore che rimpiazzerà il silicio amorfo in virtù della sua maggiore mobilità elettronica e consentirà di miniaturizzare i pixel), raggiungere tali densità è una sfida.

Lo spiega la stessa Apple nel video introduttivo, a questo indirizzo. "Quando si inseriscono quattro volte più pixel nello stesso spazio, i segnali possono incrociarsi, i colori e le immagini diventano confuse. Per risolvere questo problema abbiamo dovuto mettere i pixel su un piano diverso e separato dai segnali".

Apple si riferisce alla tecnologia nota come SHA (Super High Aperture), sviluppata da Sharp, che consiste nel depositare uno strato di resina acrilica di circa 3 micrometri che separa il transistor dallo strato conduttivo trasparente che lo ricopre (il cosiddetto ITO, Indium Tin Oxide). 

Questo metodo riduce il problema dell'accoppiamento capacitivo e consente di estendere gli elettrodi sopra il gate dei transistor senza generare quei disturbi (cross talk) di cui parla Apple. La tecnologia SHA si sta oggi diffondendo rapidamente su tutti i display ad altissima densità.

Un'altra sfida non da poco riguarda la cosiddetta "apertura" del display, che in breve possiamo descrivere come lo spazio tra i pixel che consente il passaggio della luce di retroilluminazione. Maggiore è il numero di pixel, minore è l'apertura, come ci si può immaginare. Il pannello del nuovo iPad deve avere una retroilluminazione più intensa, il che ha il suo impatto sulla batteria. Probabilmente a questo fatto è dovuto l'aumento nelle dimensioni della batteria.