Anker, uno dei principali produttori mondiali di power bank, ha esteso significativamente il proprio richiamo volontario. Quello che inizialmente riguardava un singolo modello si è trasformato in un'operazione globale che coinvolge cinque diversi dispositivi di ricarica, tutti accomunati da un elemento critico: le celle delle batterie agli ioni di litio provengono dal medesimo fornitore. La decisione dell'azienda rappresenta un caso emblematico di come le moderne politiche di controllo qualità possano portare a interventi preventivi su vasta scala.
Il richiamo globale tocca modelli distribuiti in tutto il mondo e utilizzati quotidianamente da milioni di utenti. I dispositivi interessati spaziano dai modelli più compatti da 10.000 mAh fino alle versioni ad alta capacità da 20.000 mAh, includendo sia i tradizionali power bank che le innovative soluzioni MagGo compatibili con la ricarica magnetica. Ogni modello presenta specifiche tecniche avanzate, con potenze di ricarica che vanno dai 7,5W fino ai 30W, e alcuni integrano cavi USB-C e Lightning direttamente nel corpo del dispositivo.
La lista dei dispositivi richiamati comprende il Power Bank A1257 da 10.000 mAh con ricarica rapida a 22,5W, seguito dal modello A1647 da 20.000 mAh caratterizzato dal cavo USB-C integrato. Il portfolio include anche il MagGo Power Bank A1652, specificamente progettato per la ricarica wireless, e due varianti della linea Zolo: il modello A1681 con doppio cavo integrato USB-C e Lightning, e l'A1689 con solo cavo USB-C incorporato.
L'identificazione dei dispositivi potenzialmente pericolosi richiede un controllo accurato dei codici seriali, che secondo le istruzioni aziendali si trovano stampati sul retro o sui lati del power bank. Anker ha implementato un sistema di verifica online dove gli utenti possono inserire i propri dati per confermare se il dispositivo in loro possesso rientri effettivamente nel richiamo, prestando particolare attenzione alla distinzione tra caratteri simili come "0" e "O" o "1" e "l".
Le preoccupazioni di sicurezza che hanno spinto Anker a questa decisione riguardano il rischio di surriscaldamento delle batterie, fenomeno che potrebbe manifestarsi attraverso la fusione dei componenti interni, l'emissione di fumo o, nel peggiore dei casi, lo sviluppo di incendi. Nonostante l'azienda definisca basso il rischio effettivo di malfunzionamento, ha scelto di procedere per "abbondanza di cautela", suggerendo agli utenti di interrompere immediatamente l'utilizzo dei dispositivi interessati anche se apparentemente funzionanti normalmente.
Il processo di gestione del richiamo prevede due opzioni compensative per i clienti: la ricezione gratuita di un prodotto sostitutivo oppure l'ottenimento di una gift card utilizzabile sul sito web ufficiale Anker. Tuttavia, l'azienda sottolinea l'importanza di non smaltire autonomamente i dispositivi fino a quando non venga confermata la loro inclusione nel programma di richiamo attraverso il sistema di verifica online.
La questione dello smaltimento riveste particolare importanza dal punto di vista ambientale e della sicurezza. Anker specifica che le batterie agli ioni di litio richiamate necessitano di essere conferite presso strutture certificate specializzate, generalmente i centri comunali per la raccolta di rifiuti pericolosi domestici. Questa procedura si distingue dai normali punti di raccolta per il riciclo, che non dispongono delle attrezzature necessarie per gestire in sicurezza batterie potenzialmente difettose.