Un episodio inquietante ha scosso la comunità degli utenti Android quando un Google Pixel 6a del 2022 ha preso fuoco mentre era in carica sul comodino, a meno di 40 centimetri dalla testa del proprietario. L'esplosione, accompagnata da un forte rumore e un odore acre di bruciato, ha rapidamente innescato le lenzuola circostanti, creando una situazione potenzialmente letale che ricorda drammaticamente il caso del Galaxy Note 7 di qualche anno fa. L'incidente, avvenuto il 26 luglio scorso secondo quanto riportato su Reddit, evidenzia come anche gli smartphone più recenti possano trasformarsi in vere e proprie bombe a orologeria nelle nostre case.
Quando la tecnologia diventa un pericolo domestico
Il proprietario del dispositivo è riuscito a reagire prontamente, afferrando il telefono per il cavo di ricarica e gettandolo sul pavimento piastrellato per evitare la propagazione delle fiamme. Le immagini condivise online mostrano non solo il telefono completamente carbonizzato, ma anche i segni di calore su un condizionatore d'aria nelle vicinanze, testimonianza dell'intensità raggiunta dall'incendio. L'uomo ha respirato fumo nella stanza chiusa, riportando fastidi alla gola e sintomi che sono perdurati per tutta la giornata successiva.
La situazione avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi se l'esplosione avesse colpito direttamente la persona o se nelle vicinanze fossero stati presenti altri materiali infiammabili. L'esperienza è stata descritta come "terribile" dalla vittima, che ha anche manifestato difficoltà nel contattare il supporto Google via email per segnalare l'accaduto.
Google corre ai ripari con un aggiornamento d'emergenza
L'episodio non rappresenta un caso isolato, ma si inserisce in una serie di incidenti simili che hanno spinto Google ad adottare misure preventive. Il gigante di Mountain View ha rilasciato l'8 luglio scorso un aggiornamento software obbligatorio specificamente progettato per limitare le prestazioni della batteria sui dispositivi Pixel 6a che hanno superato i 400 cicli di ricarica. La società ha esplicitamente avvertito che i dispositivi non aggiornati potrebbero surriscaldarsi o rappresentare un rischio di incendio.
L'update interviene già a partire dai 375 cicli di ricarica, momento in cui gli utenti dovrebbero ricevere un avviso e diventare idonei per una sostituzione gratuita della batteria. Considerando che il Pixel 6a è sul mercato da quasi tre anni, la maggior parte delle unità in circolazione ha probabilmente raggiunto questa soglia critica.
Tuttavia, l'aggiornamento stesso sembra aver generato nuovi problemi. Alcuni utenti segnalano che i loro telefoni, precedentemente privi di problemi di surriscaldamento, hanno iniziato a funzionare a temperature estremamente elevate proprio dopo l'installazione dell'update. La soluzione definitiva appare essere la sostituzione della batteria: chi ha optato per questa strada ha visto scomparire completamente i problemi termici.
Un pattern preoccupante di malfunzionamenti
Il caso del 26 luglio rappresenta il terzo episodio di combustione di un Pixel 6a documentato online negli ultimi mesi. A maggio, un altro dispositivo della stessa linea era esploso a causa di una batteria gonfia, confermando che il problema non è limitato a singole unità difettose ma potrebbe interessare un numero significativo di dispositivi.
La situazione si complica ulteriormente per quegli utenti che non hanno ricevuto alcun avviso preventivo o che si trovano in regioni non coperte dai centri di riparazione autorizzati Google. Questa disparità nel supporto tecnico lascia molti proprietari del Pixel 6a in una posizione di vulnerabilità, ignari dei rischi potenziali che corrono ogni volta che mettono il telefono sotto carica.
L'episodio riaccende il dibattito sulla sicurezza degli smartphone moderni e sull'importanza di sistemi di monitoraggio più efficaci per prevenire il degrado delle batterie agli ioni di litio. Mentre Google lavora per contenere il problema attraverso aggiornamenti software e sostituzioni gratuite, resta aperta la questione di come simili difetti possano sfuggire ai controlli di qualità durante la fase di sviluppo e produzione.