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Urbanista Phoenix, auricolari wireless a ricarica solare | Test & Review

Urbanista vuole fare un ulteriore passo avanti e togliervi il pensiero del dover ricaricare la custodia dei vostri auricolari.

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Avatar di Andrea Ferrario

a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

Pubblicato il 20/02/2023 alle 11:00
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  • Pro
    • Custodia a ricarica solare
    • Buona autonomia dei singoli auricolari
    • ANC e qualità audio nella media
  • Contro
    • Dimensioni custodia
    • La superficie sensibile alla luce è posizionata solo da un lato

Il verdetto di Tom's Hardware

Se avete questo problema specifico di ritrovarvi con la custodia sempre scarica, allora potreste considerare l’acquisto di queste Phoenix, per tutti gli altri consigliamo di valutare le caratteristiche d’uso più classiche e scegliere in base alle proprie priorità.


Informazioni sul prodotto

Immagine di Urbanista Phoenix

Urbanista Phoenix

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Diciamo la verità, l’autonomia degli auricolari non è più un problema da tempo, almeno per la maggior parte delle persone. Considerando la presenza delle custodie che ricaricano costantemente le cuffiette e la ricarica veloce che in pochi minuti aggiunge ore di ascolto, solo se avete necessità di tenere gli auricolari o le cuffie indossate per molte ore di fila avrete un problema di durata della batteria. Per molti il modello d’uso è un continuo indossare e togliere gli auricolari, con le sessioni d’uso più lungo che arrivano al massimo a qualche ora, e forse solo in un lungo viaggio in aero o treno potreste ritrovarvi in difficoltà.

Nonostante ciò il brand svedese Urbanista vuole fare un ulteriore passo in avanti e togliervi anche il pensiero del dover ricaricare la custodia. Personalmente le uniche volte, negli ultimi anni, in cui mi sono ritrovato con gli auricolari scarichi, era proprio per via della custodia; durando così tante ore non si pensa spesso a caricare la custodia, e in questi casi l’unica salvezza è la ricarica veloce.

urbanista-phoenix-268145.jpg

Le Urbanista Phoenix sono un paio di auricolari True Wireless dotati di tecnologia ANC (con modalità di trasparenza inclusa), supportano il Bluetooth Multipoint che permette di collegarli contemporaneamente a due dispositivi, hanno il sensore di presenza, controlli touch e sono certificati IPX4.

La durata della batteria, dato che è questo il punto di differenza principale rispetto gli altri prodotti, fa segnare circa otto ore di autonomia per i solo auricolari, un risultato molto buono che pone gli Urbanista nella parte alta della classifica degli auricolari moderni.

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La custodia è enorme, se confrontata con la media delle cuffiette in circolazione, e il motivo è ovviamente la necessità d’installare una porzione decente di Powerfoile, una sorta di piccolo pannello solare che è la chiave della ricarica della batteria. È lo stesso materiale di cui era rivestito l’archetto delle Urbanista Los Angeles, recensite poco più di un’anno.

Nonostante le dimensioni il peso è contenuto, dopotutto la necessità era solo posizionare il pannello solare e non inserire ulteriori componenti. Nella parte inferiore della custodia è presente una porta USB Tipo-C, che offre una ricarica decisamente più veloce rispetto a quello solare.

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Il tempo di ricarica tramite luce (anche ambientale), varia ovviamente in base all’intensità della stessa, ma possiamo considerare un rapporto di ricarica 1:1, cioè un’ora di esposizione aggiunge un’ora di autonomia, per un totale di circa 30, la capacità massima della batteria della custodia. Le dimensioni generose sono bilanciate da un design affusolato, che si assottiglia verso il fondo e che permette d’inserire più agevolmente in tasca. In ogni caso, se cercate un paio di cuffie piccole in stile AirPods, lasciate perdere queste Urbanista.

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Gli auricolari sono abbastanza standard, hanno un design in-ear e non ricercano alcuna forma esotica. S’inseriscono facilmente nelle orecchie, rimangono bene in sede, potrete usarli per fare sport, ma falliscono nel chiudere in maniera perfetta il condotto uditivo. Ovviamente ciò può cambiare in base alla forma del vostro orecchio, tuttavia il design limita il modo in cui potete premere, spingere e rigirare l’auricolare per trovare la giusta posizione. Sono un paio di cuffiette standard, se vi trovate bene con molte cuffiette, allora non avrete problemi con queste, in caso contrario, se faticate a trovare la giusta posizione con molte, allora potreste avere problemi.

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Per quanto riguarda la qualità audio e anche dell’ANC le Urbanista Phoneix se la cavano bene. Non segnano tuttavia alcun nuovo record, sono un paio di auricolari che soddisfano, e vanno bene anche per la chiamate telefoniche, ma non sarebbero la prima scelta per chi è alla ricerca di prestazioni di cancellazione del rumore o di qualità audio da primo della classe. Insomma, si posizionano nella media, senza infamia né lode.

Conclusioni

Le Urbanista Phoenix sono un paio di auricolari non semplicissimi da valutare, principalmente perché il loro principale pregio, e cioè l’autonomia, si scontra con una realtà dove la durata della batteria non è ormai più un vero problema da alcuni anni. Perché se il vostro modello d’uso è quello seguito dalla maggior parte delle persone, dove sessioni d’uso più o meno lunghe si alternano a molti momenti in cui le cuffiette si ricaricano all’interno della loro custodia, non vi ritroverete mai con gli auricolari scarichi. A patto che vi ricordiate, ogni tanto, di ricaricare la custodia.

Infatti la durata della batteria dei singoli auricolari, di circa 7/8, seppur buona, è sempre limitata e richiederà di riporli nell’apposita custodia quando inutilizzati. Quello che questi Phoenix vi evitano è di trovarvi con la custodia scarica, grazie all’inserto in Powerfoile che per ogni ora di esposizione alla luce (anche ambientale) recupera un’ora di autonomia della batteria interna. A patto che vi ricordiate di posizionare la custodia su un ripiano quando è inutilizzata (quindi non dovete tenerla in tasca) e a patto che la posizioniate con la superficie sensibile alla luce verso l’alto.

Questo pregio porta con se lo svantaggio di una custodia più grande del normale e una qualità audio e dell’ANC solo nella media.

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