Nel panorama degli smartphone del 2025, dove l'innovazione sembra essersi stabilizzata su miglioramenti incrementali, Xiaomi ha scelto una strada decisamente controcorrente. La serie Xiaomi 17, lanciata con due modelli di punta dotati di display secondari sul retro, ha registrato risultati commerciali talmente positivi da spingere l'azienda cinese a confermare questa caratteristica anche per le generazioni future. Una scelta che rappresenta un'eccezione nel settore, dove molte soluzioni creative vengono abbandonate dopo un solo tentativo.
I numeri parlano chiaro e giustificano l'entusiasmo dell'azienda: la serie Xiaomi 17 ha registrato un incremento delle vendite del 20% rispetto all'anno precedente, con il modello 17 Pro Max che ha stabilito un record di vendite nel primo giorno di disponibilità sul mercato domestico cinese. Risultati che hanno convinto Lu Weibing, presidente di Xiaomi, ad annunciare durante una diretta streaming su Weibo l'intenzione di mantenere i "Dynamic Back Display" sui futuri smartphone di punta del brand.
Ma cosa rende speciale questo schermo posteriore? Si tratta di un pannello OLED da 2,66 pollici con risoluzione di 904 x 572 pixel, frequenza di aggiornamento fino a 120Hz e una luminosità che raggiunge i 3.500 nits. Posizionato sulla piattaforma che ospita le fotocamere, il display offre funzionalità simili a quelle degli schermi esterni degli smartphone pieghevoli: consente di impostare sfondi personalizzati, visualizzare alcuni widget, utilizzare il mirino per i selfie sfruttando le fotocamere principali e accedere ad altre funzioni aggiuntive.
L'impegno di Xiaomi va oltre la semplice conferma della caratteristica. Lu Weibing ha dichiarato che l'azienda aumenterà gli investimenti in ricerca e sviluppo per garantire miglioramenti qualitativi sostanziali degli schermi che equipaggeranno gli smartphone di prossima generazione. Tra le novità in cantiere figura una funzione di traduzione in tempo reale che dovrebbe essere integrata nel display posteriore, ampliando ulteriormente le possibilità d'uso di questo componente.
Nel mercato globale degli smartphone, Xiaomi rimane praticamente l'unica azienda mainstream a proporre un vero e proprio display secondario sul retro dei propri dispositivi. L'approccio si distingue nettamente da quello di brand come Nothing, il cui Phone (3) integra un sistema chiamato Glyph Matrix che permette di giocare ad alcuni mini-giochi e accedere a funzioni limitate, ma che non può essere considerato un display tradizionale nel senso pieno del termine.
La decisione di Xiaomi merita particolare attenzione proprio perché rappresenta un'inversione di tendenza rispetto alle dinamiche tipiche dell'industria tecnologica. Troppo spesso le aziende sperimentano soluzioni innovative che vengono poi abbandonate dopo un singolo ciclo produttivo, senza dare loro il tempo di maturare e dimostrare la propria utilità. La persistenza di Xiaomi nel perfezionare i display posteriori suggerisce invece una visione a lungo termine, anche se l'effettiva utilità pratica di questa caratteristica rimane ancora da valutare compiutamente nell'uso quotidiano.
Va ricordato che la serie Xiaomi 17 è attualmente disponibile esclusivamente nel mercato cinese, dove evidentemente ha trovato un'accoglienza entusiasta tra i consumatori. L'eventuale espansione internazionale di questi modelli potrebbe offrire ulteriori indicazioni sulla reale appetibilità di uno schermo posteriore anche per gli utenti occidentali, storicamente più conservatori nelle scelte tecnologiche rispetto al pubblico asiatico. Con la probabile serie Xiaomi 18 già in fase di sviluppo, ci si può aspettare un display ancora più grande e funzionalità ampliate, consolidando ulteriormente questa caratteristica distintiva nell'identità del brand.