Videogioco

5 motivi per non giocare a DOOM: The Dark Ages

Dopo averlo sviscerato, completato e analizzato in ogni suo brutale dettaglio, ecco i 5 motivi per non giocare a DOOM: The Dark Ages.

Avatar di Andrea Riviera

a cura di Andrea Riviera

Managing Editor

Nonostante DOOM: The Dark Ages si sia rivelato come un titolo di grande impatto e qualità, acclamato per la sua brutalità e innovazione, ci sono aspetti che, analizzati attraverso il confronto con i suoi predecessori e le aspettative di alcuni giocatori, potrebbero non convincere appieno tutti. Per questo motivo ho preferito raccontarvi i cinque motivi per cui potreste voler ponderare l'acquisto o l'immersione nel suo oscuro universo medievale.

A ogni modo, come sempre, potete trovare anche l'articolo dei 5 motivi per cui vale assolutamente la pena giocare a DOOM: The Dark Ages.

Un ritmo di gioco più rilassato

Se avete idolatrato la frenesia aerea e la mobilità quasi da jet di DOOM Eternal, con i suoi doppi salti, scatti e rampini che permettevano una danza letale nelle arene, The Dark Ages potrebbe rappresentare un cambio di passo non gradito.

Qui, il DOOM Slayer è come un "carro armato", più massiccio e ancorato al terreno. Questa filosofia di combattimento, pur fluida, sposta l'enfasi dalla verticalità a una gestione più tattica dello spazio a terra. Per chi ha amato la libertà di movimento quasi illimitata di Eternal, questo approccio più "terreno" potrebbe risultare meno esaltante e persino un passo indietro rispetto all'evoluzione acrobatica vista nella precedente iterazione. Valutate bene, quindi.

Glory Kill meno cinematografiche e spettacolari

Le iconiche Glory Kill, le brutali esecuzioni che permettevano di recuperare salute e regalavano momenti di pura goduria viscerale, sono state profondamente riviste. Le animazioni elaborate e cinematografiche, fiore all'occhiello di Eternal e presenti in forma più rapida in DOOM (2016), sono state in gran parte eliminate.

In The Dark Ages (acquistabile su Amazon), le uccisioni sono più rapide, un calcio o un colpo di scudo, integrate nel flusso per non interrompere l'azione. Se da un lato questo aumenta la fluidità, dall'altro si perde "gran parte di quella spettacolarità viscerale e 'godereccia'" che le animazioni dettagliate sapevano offrire. Per chi viveva questi momenti come un culmine catartico (come me), la nuova implementazione potrebbe risultare sbrigativa e meno appagante.

Un'esperienza esclusivamente single-player

DOOM The Dark Ages è un'esperienza puramente single-player. Questa è una decisione di design precisa, che ha probabilmente permesso un maggior focus sulla componente narrativa e sulla durata della campagna.

Tuttavia, se siete giocatori che apprezzano le modalità multiplayer competitive o cooperative che hanno caratterizzato alcuni capitoli passati della saga o altri sparatutto moderni, l'assenza totale di queste componenti potrebbe rappresentare una delusione per qualcuno e un motivo per non procedere all'acquisto, specialmente se il multiplayer è un fattore chiave nella vostra fruizione di un titolo.

Sezioni su drago e Atlan non convincenti

Mentre l'idea di cavalcare un drago cibernetico sputafuoco (o meglio, che spara proiettili energetici) può sembrare esaltante sulla carta, la sua realizzazione pratica in The Dark Ages mi ha lasciato qualche perplessità.

Queste sezioni di combattimento aeree si trasformano in una sorta di "shooter su rotaia", con meccaniche a tratti noiose e poco ispirate. Sebbene non siano numerose, questi intermezzi potrebbero rappresentare un calo di ritmo e di divertimento per qualcuno di voi, un tentativo di aggiungere "tamarraggine" che non ha colpito nel segno e che potrebbe infastidire i giocatori in cerca di un'azione più diretta e senza fronzoli. La situazione, non migliora con le fasi sull'Atlan, anzi.

Narrativa approfondita, ma pur sempre funzionale

Nonostante l'apprezzabile sforzo di id Software nell'investire maggiormente sulla componente narrativa, rendendola più stratificata, la storia di The Dark Ages, pur intrigante per i fan della lore, rimane "un contorno più gustoso del solito, ma pur sempre un contorno" all'azione.

Non aspettatevi un'epopea emotiva alla BioShock Infinite o colpi di scena da strapparsi i capelli. Inoltre, essendo un prequel di DOOM (2016), il destino ultimo del DOOM Slayer è, in una certa misura, già noto. Questo potrebbe, per alcuni, smorzare la tensione narrativa e il senso di scoperta, sapendo che le vicende si incastreranno in un quadro già definito. Se cercate una rivoluzione narrativa nel franchise o una storia con implicazioni imprevedibili, potreste rimanere con l'idea che il focus primario resta, comprensibilmente, il gameplay.

👋 Partecipa alla discussione! Scopri le ultime novità che abbiamo riservato per te!

0 Commenti

⚠️ Stai commentando come Ospite. Vuoi accedere?


Questa funzionalità è attualmente in beta, se trovi qualche errore segnalacelo.