Activision e Microsoft, anche in Cina vogliono vederci chiaro sull'acquisizione

La Cina avrebbe detto no a una revisione veloce dei documenti per l'acquisizione di Activision da parte di Microsoft.

Avatar di Alessandro Adinolfi

a cura di Alessandro Adinolfi

La Cina ha detto no alla revisione dell'acquisizione di Activision da parte di Microsoft in tempi brevi. La notizia è arrivata nelle ultime ore, quando il governo cinese ha espressamente negato al colosso di Redmond lo svolgimento in tempi brevi della pratica, come riportato da Seeking Alpha e subito dopo l'annuncio dello stop da parte di Blizzard a rinnovare la partnership con NetEase.

Il processo dell'ente regolatore del paese non sarà dunque abbreviato. La Cina si è dunque incaricata di esaminare a fondo la questione del deal tra le due aziende, prendendosi tutto il tempo necessario per valutarne i possibili esiti e decidere se dare il via libera oppure no all'acquisizione di Activision da parte di Microsoft. Si tratta dello stesso, identico processo che stanno attualmente affrontando altre due antitrust: la CMA, per quanto riguarda il Regno Unito e l'Unione Europea. Entrambi gli enti regolatori hanno deciso di posticipare la loro decisione in merito all'acquisizione e così farà anche il governo cinese, che ha di fatto rigettato la richiesta di esaminare le pratiche in pochi giorni.

Fin da gennaio, ovvero da quando Microsoft annunciò l'interesse nel rilevare il gruppo Activision Blizzard, tutti sapevano che sarebbe stato davvero difficile convincere le varie antitrust di tutto il mondo. A differenza delle vecchie acquisizioni, come per esempio quella di Zenimax, Microsoft in questo momento sta cercando di assorbire un vero publisher, con diversi marchi e studi di sviluppo che hanno da sempre pubblicato su più piattaforme, con tutti i dubbi del caso, espressi in maniera molto convincente da parte dell'Unione Europea.

Dopo questo stop (il terzo nel periodo autunnale, dopo quello europeo e quello britannico), ora toccherà all'antitrust americano esporsi sulla vicenda. Il verdetto della FTC (Federal Trade Commission) dovrebbe arrivare verso la fine di novembre 2022 ed è molto probabile che possa avere un peso specifico per tutti coloro chiamati ad analizzare questa acquisizione, dal valore di circa 70 miliardi di Dollari.