-
Pro
- Un'opera senza tempo da celebrare
- Varietà di contenuti eccellente
- DualSense pratico...
- Semplice ed intuitivo
-
Contro
- ...ma non viene sfruttato per le sue unicità
- Si poteva osare qualcosa in più per celebrare questo arrivo su PS5
Il verdetto di Tom's Hardware
Informazioni sul prodotto

Age of Empires II: Definitive Edition - PC
Come si crea un gioco RTS di successo? Prima di scrivere la recensione di Age of Empires 2 Definitive Edition, ho cercato con genuino interesse la risposta a questa domanda. La sola analisi critica di un'opera non basta, se non la si inquadra nel suo insieme e nella cornice storica che l'ha messa in risalto. Perché dovrei scegliere questo titolo nel panorama dei giochi strategici in tempo reale?
Una finestra sulla storia degli RTS
Oltre l'analisi, serviva rispolverare la storia di un genere, talvolta – e ingiustamente – relegato a una nicchia di mercato. La prima risposta che placa qualche dubbio è che si tratta di un genere immortale e tendenzialmente non vincolato alle disturbanti oscillazioni di mercato. Concepire un RTS di successo richiede una mole di contenuti a schermo ben gestiti, per dare all'utente finale l'idea di essere una sorta di divino giocatore di scacchi, e un involucro storico meticoloso.
Non è sufficiente che la gestione delle risorse a schermo sia fluida e stimolante per il giocatore; occorre che gli orizzonti di conquista siano ghiotti e, perché no, intriganti dal punto di vista storico. Si tende a sottovalutare l'idea che la cornice storica possa passare in secondo piano, ma è una condizione necessaria per imporre un macro obiettivo alle strategie del player che ha tra le mani il suo piccolo esercito. Ridurre tutto a un semplice gestionale bellico sarebbe oltremodo grossolano.
Come sopravvivere alla legge del tempo
Questo è uno dei motivi che hanno reso Age of Empires un'opera immortale: fondere le raffinate evoluzioni del genere RTS in un'ambientazione storica che riesce a incuriosire, oltre che a trascinare con il solo gameplay. Quale parentesi storica può essere migliore del caotico e delirante Medioevo, per esempio? Un'era in cui la natura umana era distorta tra la paura delle nuove minacce incombenti e dell'ignoto che stavano vivendo. Tante civiltà con i loro chiaro scuri culturali, al servizio della nostra curiosità.
L'oblio morale di quegli anni e le condizioni spregevoli dei molti hanno poi dato vita a storie distorte e affascinanti. Insomma, Age of Empires 2 Definitive Edition ha ragion d'essere nel mercato attuale, perché ha segnato un'epoca per le evoluzioni perseguite in ottica RTS. Se il genere in principio verteva sulla gestione risorse e organizzazione unità come unico punto di forza, si iniziò a lavorare su una componente narrativa più marcatata, una gestione economica stratificata e una gameplay intuitivo (tra le altre cose). Age of Empires e Command & Conquer hanno fatto propria questa rivoluzione nel mondo RTS, ricostruendo per intero imperi, interazioni socio-economiche e politiche.
La vera evoluzione degli RTS
La creatività nel fondere contesti storici o fantastici con gli intrecci di un sistema economico più articolato si è rivelata intrigante e affascinante. Il sistema di gioco promosso da Age of Empires incoraggia gli utenti a dosare con attenta lungimiranza le scelte tattico-strategiche. L'opera è difatti diventata famosa anche per la rivoluzione fatta nel preludio alla battaglia. Costruire vari edifici e sviluppare al meglio le risorse, elementi che sono insiti nel DNA dei giochi RTS, in Age of Empires hanno più spazio di manovra e risultano assai gratificanti. La pianificazione è protagonista del corretto sviluppo del proprio impero e nulla è lasciato al caso.
Costruire edifici, sviluppare unità, fare ricerche e gestire i vantaggi scientifici della società edificata sono parte di un flusso costante e meticoloso, che genera gratificazione negli utenti più attenti. La preparazione agli scontri, se organizzata con cura, può essere approcciata in molti modi diversi, con una miriade di variabili belliche sfiziose e tatticamente malleabili. In altri termini, Age of Empires 2 Definitive Edition premia chi ama approcciare gli RTS come uno stratega che adora scarabocchiare la propria carta militare.
Cambiare la storia sulle carte militari
Nondimeno è da sottolineare l'importanza dell'elemento aleatorio negli scontri, anche quelli ispirati – o tratteggiati – a quelli realmente accaduti. Pensavo a cosa avrei potuto dire ai miei soldati prima della grande battaglia che avevo solo letto nei libri di scuola e combattuto nella mia testa, e infine la risposta. Il mio personale piacere nel pianificare battaglie storiche avvenute realmente e che posso decidere come sarebbero potute andare. Dove avrei potuto mettere gli arcieri, che formazione schierare, avrei indotto il nemico in un tranello, invece di scegliere il campo aperto? Cosa sarebbe successo se...?
Una piccola sfida anche per misurarsi con le scelte belliche dei grandi generali del passato. La varietà di strategie attuabili e la duttilità delle risorse a disposizione sono gli elementi che rendono Age of Empires 2 un titolo così stratificato. Prova del tempo e aggiornamenti Oltre alla varietà strategica e alla cornice storica accattivante, cosa ha reso davvero quest'opera immortale? Superare la prova del tempo nel mondo videoludico non è un concetto titanico solo per l'aspetto tecnologico, ma anche proibitivo per la naturale evoluzione del mercato.
Ristrutturazione tecnica e dedizione
Senza deturpare l'anima artistica originale del gioco, Age of Empires 2 Definitive Edition ha mostrato i muscoli in ambito tecnico, migliorando e svecchiando tanti aspetti legati alla resa grafica e alle animazioni. Un ritocco estetico ha reso il titolo più appetibile e un ulteriore bilanciamento alle strategie di campo hanno reso il gameplay ancora più stimolante. A distanza di molti anni, l'opera non si è mai arenata ma, anzi, ha trovato nella cura degli sviluppatori modo per evitare una sicura stagnazione contenutistica.
Aggiornamenti e aggiunte alle civiltà hanno guidato una già golosa varietà di scelte di ambito tattico, così da rendere ogni partita diversa. La profondità di gameplay e il rinnovamento tecnico hanno permesso poi al gioco di far breccia nel cuore degli amanti del genere RTS. Basta osservare online l'evoluzione e l'andamento del supporto della community per comprendere quanto questo titolo abbia trainato un genere intero.
Il DualSense pratico, ma non performante
L'approdo su PlayStation 5 Inquadrate le peculiarità e la ragion d'essere di Age of Empires 2 Definitive Edition, scendiamo nel particolare, ossia nell'approdo su PlayStation 5. Sia chiaro: le vere modifiche le analizzeremo di seguito, ma non avrebbe senso privare chi non conosce il gioco e il genere della giusta infarinatura preliminare. Parliamo a prescindere dall'analisi di un caposaldo del genere d'appartenenza e di uno dei lavori più amati e raffinati del genere RTS, quindi mettere a fuoco le sue unicità era doveroso.
La grande sfida è però portare un'esperienza come Age of Empires 2 Definitive Edition a brillare anche con un DualSense in mano. Parliamo sicuramente di un controller simbolo di questa generazione per Sony, che ha avuto modo di rendere più immersive e piacevoli molte sessioni ludiche. In questo caso però il connubio funziona per metà. Se da un lato si nota l'intelligente lavoro fatto per ridurre le azioni fatte da PC a quelle su PlayStation, non sono state fatte delle integrazioni suggestive sfruttando le caratteristiche del DualSense.
Una scelta che ha pagato per metà
Nel particolare, la vibrazione del controller offre uno spunto interessante in termini di immersività, ma siamo ben lontani dalle sensazioni che si provano su altri giochi. Avvertire la pioggia sulle mani in Returnal o la torsione dell'arco con le levette sono le magie a cui siamo abituati, ma qui mancano quei guizzi creativi. Sul fronte pratico, invece, il passaggio tra mouse e DualSense non si avverte particolarmente traumatico. Si avverte all'inizio un po' di destabilizzazione generale, dovuta principalmente alla poca precisione del DualSense in alcuni casi, ma in linea di massima si nota un lavoro eccellente.
Basta prenderci la mano in poco tempo e subito il processo risulterà pratico e semplice, anche se potrete in qualunque modo passare a mouse e tastiera. Cosa si poteva migliorare dedico sempre qualche riga ormai a cosa poteva essere fatto di diverso, anche per evitare di ridurre tutto a un pro e contro.
Cosa si poteva migliorare?
Il DualSense doveva essere implementato con maggiore coraggio. Le fasi di costruzione, gestione e combattimento hanno tantissimi input unici ed evocativi, quindi c'era ampio spazio di manovra. Un'occasione lasciata ingiustamente ai margini. Sarebbe stato, infine, interessante promuovere qualche contenuto ad hoc in occasione del suo approdo su PlayStation 5, magari un evento commemorativo utile da far vivere in cross-play o qualche attività in gioco strutturata per unire le community anche su PC.
Questi punti di contatto ludici devono lasciare il segno con maggiore decisione, soprattutto ora che siamo alle porte di un'era in cui il mercato si intreccia su più piattaforme e le divisioni si stanno sgretolando. Sia ben chiaro: il cross-play è sempre una vittoria per tutti noi in giochi così importanti, ma celebrare questi punti di contatto avrebbe reso il momento più gioviale.