Il mercato degli FPS a tema militare si prepara a una nuova battaglia commerciale che potrebbe ridefinire gli standard estetici del genere. Mentre Call of Duty continua la sua controversa evoluzione verso contenuti sempre più eccentrici, con personaggi dei cartoni animati e celebrità che popolano i campi di battaglia virtuali, Electronic Arts sembra voler puntare su una strategia diametralmente opposta per il suo prossimo Battlefield 6. La casa di sviluppo americana ha infatti promesso di mantenere un approccio incentrato sul "realismo crudo", distanziandosi dalle coloratissime skin che hanno caratterizzato la concorrenza negli ultimi anni.
La promessa del realismo militare
Alan Pimm, direttore dell'esperienza utente per Battlefield 6, ha dichiarato in un'intervista di non essere a conoscenza di piani interni per il rilascio di contenuti crossover che potrebbero compromettere l'estetica realistica del gioco. "Quello che posso dirvi è che non conosco alcun piano del genere e, al momento, il nostro pacchetto è il 'realismo crudo' e noi ascoltiamo i feedback dei fan", ha affermato con decisione.
Il design director Shashank Uchil ha rincarato la dose in una conversazione separata con DBLTAP, puntando il dito direttamente contro alcune delle scelte più discusse della concorrenza. Riferendosi alla controversa skin di Nicki Minaj apparsa in Call of Duty nel 2023, Uchil ha sottolineato come Battlefield 6 non abbia bisogno di simili elementi.
Il ritorno alle origini belliche
"Deve essere basato sulla realtà", ha spiegato Uchil, "questo è quello che erano Battlefield 3 e 4: solo soldati sul campo. Sarà così", ha aggiunto indicando l'artwork principale che mostra militari in equipaggiamento standard mentre osservano una New York devastata dalla guerra. La dichiarazione rappresenta una chiara presa di posizione contro quella che molti fan definiscono la "Fortnite-ificazione" dei titoli militari.
Le pressioni commerciali dietro le promesse
Tuttavia, le dichiarazioni di principio devono fare i conti con la realtà economica del settore. Electronic Arts ha investito massicciamente su Battlefield 6, considerandolo una piattaforma strategica al pari di quanto Activision fa con Call of Duty. Le skin accattivanti e i crossover con altre proprietà intellettuali rappresentano una fonte di ricavi troppo importante per essere ignorata a lungo termine.
La vera sfida per EA sarà mantenere l'equilibrio tra l'impegno verso il realismo militare e le inevitabili pressioni commerciali che potrebbero spingere verso contenuti più mainstream e commercialmente appetibili. Il precedente di Call of Duty, che inizialmente puntava anch'esso su un approccio più serio prima di abbracciare l'estetica colorata e pop, dimostra quanto sia difficile resistere a queste tentazioni nel lungo periodo.
Lo scontro di ottobre
Il confronto diretto tra le due filosofie creative si materializzerà il 10 ottobre, quando Battlefield 6 arriverà sul mercato in diretta competizione con Call of Duty: Black Ops 7. Sarà interessante osservare se i giocatori premieranno l'approccio tradizionalista di EA o se continueranno a preferire l'estetica più fantasiosa e commerciale della concorrenza.
La partita non riguarda solo due videogiochi, ma due diverse visioni di come dovrebbe evolversi il genere degli sparatutto militari. Da un lato il realismo militare tradizionale, dall'altro l'intrattenimento pop senza limiti creativi: solo il mercato potrà decretare quale strada risulterà vincente.